Gare deserte, c'è la svolta: i rifiuti già trattati restano in Campania

Gare deserte, c'è la svolta: i rifiuti già trattati restano in Campania
di Daniela De Crescenzo
Venerdì 8 Febbraio 2019, 07:00
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Dopo l'ennesima gara andata deserta, dopo l'ennesimo no allo smaltimento dei rifiuti campani negli impianti italiani e stranieri, la Regione ha deciso di svoltare. Ai nuovi bandi per il trasferimento della spazzatura sarà affiancato un monitoraggio a tappeto delle discariche da mettere in sicurezza: d'ora in poi per coprirle sarà utilizzato non solo il tradizionale terreno vegetale, ma anche il cosiddetto compost fuori specifica, proveniente dai rifiuti tritovagliati, stabilizzati (cioè seccati) e trasformati in terriccio. Sarà così possibile eliminare decine e decine di migliaia di tonnellate di spazzatura risparmiando almeno diverse centinaia di migliaia di euro. Le discariche bisognose di capping sono tante, a partire da quella di San Tammaro chiusa da lunedì. Entro un mese la Regione dovrebbe completare il censimento dei siti bisognosi di intervento e valutare la quantità di compost che sarà possibile riutilizzare.

Intanto, andranno avanti i bandi per i trasferimenti. Nell'ultima asta, il prezzo base era di 200 euro a tonnellata, ma non ci sono state offerte. Nelle prossime settimane la Regione avvierà, come previsto dalla legge dopo due gare andate deserte, una procedura negoziata con un elenco di dieci operatori che saranno invitati a produrre offerte per uno dei sei lotti. Se anche questa volta non ci saranno assegnazioni non si procederà più per lotti di grandi dimensioni, ma si contratteranno dei prezzi e ogni operatore porterà via la quantità che riuscirà a sistemare negli impianti italiani e stranieri.
 
Ma è evidente che i monnezza tour diventano sempre più difficili: la concorrenza delle altre regioni in crisi, il Lazio innanzitutto, ma anche la Sicilia e la Liguria, ha fatto salire i prezzi alle stelle e riempito gli impianti del Nord. Contemporaneamente l'Inghilterra, alle prese con la costruzione di nuovi termovalorizzatori, ha comprato molti spazi negli impianti tedeschi e olandesi finendo con il saturarli. Come se non bastasse, la Cina ha chiuso il mercato alla carta e alla plastica proveniente dalla differenziata.

Gli impianti scoppiano, o meglio bruciano, e i magistrati lanciano un nuovo allarme camorra. In tutto questo, ovviamente, portare fuori regione la spazzatura è diventata un'impresa improba e costosissima. Per risolvere il problema alla radice bisogna utilizzare al meglio gli impianti esistenti e crearne subito di nuovi. Come ha sottolineato il procuratore antimafia Federico Cafiero de Raho la scorsa settimana in un'intervista al Mattino: «L'accumularsi dei rifiuti ci avvicina alle crisi e queste aiutano i clan: non c'è dubbio che il compito della politica sia decidere cosa serve, sia esso un inceneritore o qualsiasi altro impianto. Non farlo significa consentire che i rifiuti creino emergenze per la salute pubblica e possibilità di infiltrazione per la malavita».

Per cominciare a uscire dalla tagliola dei trasferimenti della spazzatura lo staff del vicepresidente della giunta della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, sta lavorando alla ricognizione delle discariche da mettere in sicurezza utilizzando anche, come già previsto da una delibera di fine novembre, il compost fuori specifica (quello che l'Europa ha etichettato con il codice 19 05 03).

Per la messa in sicurezza dei siti d'ora in poi sarà usato per il 75 per cento il terreno vegetale e per il 25 per cento il compost. Su ogni metro quadro di discarica verrà postato un metro cubo di copertura. I primi 50 centimetri saranno formati per metà da rifiuti stabilizzati e per metà da terreno, i secondi solo da terra. Ovviamente in questo modo sarà possibile smaltire al massimo la parte stabilizzata dei rifiuti umidi usciti dai tritovagliatori: attualmente la produzione è bassa perché bisogna comunque portarla fuori regione, ma se si riuscirà a trovare una destinazione, potrebbe essere incrementata. Dai tritovagliatori, infatti, esce ogni anno mezzo milione di tonnellate di frazione umida e attualmente se ne stabilizzano solo poche decine di migliaia di tonnellate.
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