Gianfranco Fini a Napoli, il ritorno dopo 10 anni: «Non ho bisogno di tessere per ragionare di politica»

«Io non devo entrare in nessun partito, non ho tessere, cerco di ragionare per dare contributi»

Gianfranco Fini a Napoli
Gianfranco Fini a Napoli
di Dario De Martino
Domenica 29 Gennaio 2023, 09:00 - Ultimo agg. 18:35
4 Minuti di Lettura

«Non rispondo a domande di attualità». Così tra selfie, autografi e tante strette di mano, Gianfranco Fini, ex leader di Alleanza Nazionale, dribbla i tentativi dei giornalisti di strappargli una dichiarazione in più a margine della presentazione del libro di Enzo Raisi «La casta siete voi». I titoloni su un suo ritorno in campo, magari anche da candidato alle europee, lo hanno convinto ancor di più a tenere un atteggiamento riservato. Tanto che chiede ai suoi di mantenere il massimo riserbo, anche sul ristorante dopo poco dopo ha pranzato. La giornata napoletana dell'ex erede di Almirante ha segnato il suo ritorno in mezzo alla gente. 

«Io non devo entrare in nessun partito, non ho tessere. Cerco di ragionare per dare contributi», ha precisato il 71enne ex missino e presidente della Camera dei Deputati. Eppure, nella folta platea, dominata da vecchi esponenti di Alleanza nazionale, sono in tanti che si augurano un suo ritorno da protagonista. «Per l'Italia sarebbe un peccato privarsi ancora di un uomo di questa statura», dice un vecchio esponente di An uscendo alla fine del dibattito, tra l'approvazione di chi gli sta intorno. È durata oltre un'ora quella che qualcuno ha definito lectio magistralis sui mali della politica. Nella cornice di Palazzo Zapata, a piazza Trieste e Trento, Fini è seduto accanto ad Enzo Raisi, ex parlamentare bolognese fedelissimo dell'ex leader di An e passa dai ricordi degli anni di piombo, all'analisi della guerra in Ucraina, fino alla crisi dei partiti.

E proprio le riflessioni sullo stato della politica sono le più apprezzate e fanno intendere la voglia di Fini di ritornare sulla scena, ma senza ruoli nei partiti: «Non possono essere solo comitati elettorali. Non va bene se la politica coincide con la propaganda. La politica deve riflettere, ripartire dai programmi, solo cosi può ritornare il tempo della partecipazione». Nell'analisi dello stato di salute dei partiti italiani, Fini si concentra soprattuto sulla sinistra, mandando più di una stoccata al Pd: «La sinistra italiana soffre di un problema di identità, sta un po' pagando il conto salato della sua presunzione. Il suo problema non è definire il segretario, ma definire la sua identità». Quella di Fini è un'analisi poltico-sociologica: l'elettorato della sinistra è «quello dei garantiti, di chi non ha troppa paura del futuro», mentre «nel centrodestra si stanno ritrovando i vulnerabili». Chi invece «si sente escluso», nella visione finiana, «vota M5S o non vota». Oltre alle stoccate alla sinistra, però, c'è anche un consiglio al Governo rispetto all'autonomia differenziata.

Fini, infatti, ribadisce: «È una questione che non deve spaventare il Meridione, ma deve imporre a tutte le forze politiche nazionali di fare le cose in modo ordinato, cum grano salis». Ma soprattutto, nella definizione dell'Autonomia, Fini vuole mettere al centro l'importanza dei Comuni, anche per favorire la partecipazione alla politica: «Bisogna stare attenti a non passare dal centralismo statale a un centralismo regionale, perché tanti servizi ai cittadini vengono garantiti dai Comuni. I presidenti delle Regioni hanno un ruolo essenziale, ma il ruolo dei Comuni è vitale, per certi aspetti è il primo impatto che il cittadino ha con l'amministrazione. Attenzione a questo neo centralismo regionale - avverte Fini in chiusura - potrebbe determinare un ulteriore elemento di disaffezione per la politica». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA