Giuramento di Ippocrate a Napoli, De Luca: «La Campania rapinata ogni anno di 220 milioni»

Giuramento di Ippocrate a Napoli, De Luca: «La Campania rapinata ogni anno di 220 milioni»
Maria Pirrodi Maria Pirro
Lunedì 30 Maggio 2022, 11:50 - Ultimo agg. 31 Maggio, 08:23
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Lo ripete tre volte. «Basta. La Campania non può essere rapinata ogni anno di 220 milioni di euro: ne riceve 60 in meno per ogni cittadino rispetto all'Emilia Romagna». Il presidente governatore Vincenzo De Luca annuncia il ricorso alle autorità giudiziarie, in occasione del giuramento di Ippocrate di quasi 800 medici napoletani organizzato al teatro Augusteo, dove accoglie in sala Carlo Verdone, subito applaudito.

«Basta.

Basta con questo modo di procedere, diremmo in termini tecnici: a capocchia», rimarca. Quindi, sottolinea: «Veniamo da due anni terribili, per il numero di medici in servizio. E la sanità italiana ha meno risorse rispetto a 10 anni fa in rapporto al Pil. Questo pesa di più qui, la nostra è la regione che riceve meno risorse perché nella ripartizione è considerato solo il criterio dell'età anagrafica». A incidere anche i debiti pregressi, accumulati dalle amministrazioni locali. «Paghiamo 600 milioni all'anno, e dobbiamo continuare a farlo fino al 2034. Colpa di classi dirigenti politiche che hanno pensato solo a porcherie clientelari», accusa. 

 

Tra gli squilibri, i servizi tra pubblico e privato. «Le liste di attesa che si sono allungate in modo intollerabile. Ci serve una mano perché gli screening oncologici si sono quasi bloccati», spiega, e lancia anche la sfida a produrre entro 3-4 anni il vaccino anti-cancro, dopo l'incapacità di non aver saputo produrre il farmaco contro il Covid, che attribuisce al governo, ricordando la sperimentazione pure avviata in Campania e sospesa. «Dobbiamo recuperare ritardi gravi che si sono accumulati - prosegue De Luca - Quattrocento mutilati all'anno per il piede diabetico sono un bilancio da guerra, anche qui dobbiamo aumentare il lavoro di prevenzione e realizzare altri 30 centri specializzati, diventando in questo campo i primi in Italia». Poi c'è la necessità di riorganizzare gli ospedali. «Unico in Costiera, al Ruggi e a Giugliano». Ma si fa fatica anche a trovare medici disposti a trasferirsi in alcune di queste aree. «Non possiamo obbligare nessuno perché non siamo in Corea del Sud, ma dobbiamo trovare soluzioni. Dobbiamo rapidamente integrare gli organici, perché altrimenti non reggiamo». De Luca viene applaudito quando solleva la questione dei contratti e della retribuzione, «che deve essere in linea con i carichi di lavoro».

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In prima fila Gerardo Farina, neolaureato che ha aperto la cerimonia, indicando le motivazioni che lo ha studiare per fare il medico: «Vuol dire essere utile agli altri e imparare a non avere paura di sbagliare». Eroi, professionisti in prima linea ma anche in fuga dagli ospedali. «Dimissionari, perché sono troppe le aggressioni», afferma. Il coetaneo Pio Antonio Volpe, odontoiatra, sottolinea invece l'importanza della formazione e invita i colleghi a «non lasciarsi abbattere dagli ostacoli». E ricorda che domani è la giornata mondiale contro il fumo, «prima causa di morte evitabile per il cancro al polmone». Rivolgendosi agli altri camici bianchi in sala: «Noi tutti parte attiva nella lotta contro il tabagismo».

Anche il presidente dell'Ordine di Napoli, Bruno Zuccarelli, si rivolge direttamente ai colleghi, alle nuove leve: «Voi siete il presente, non il futuro. Ma la sanità in questi anni usata bancomat, prelevando senza versare nulla», la stoccata. Non l'unica. «Qui si investe in formazione, ma poi tanti vanno a lavorare altrove». Senza parlare della differenza nella ripartizione di risorse tra la Campania e le altre regioni. «Eppure, c'è una aspettativa di vita più bassa, e continua a calare», fa notare Zuccarelli, che indica anche altri problemi. Le carenze di medici di famiglia e specialisti e nella rete dell'emergenza, dal 118 ai pronto soccorso. Conseguenza: «260 giorni di attesa, ad esempio, per una visita cardiologica». Senza dimenticare i 374 colleghi, di cui una quarantina morti durante la pandemia. «Ora siamo tutti vittime, non più eroi», rimarca. Annuisce Sandra Frojo, presidente della commissione odontoiatri di Napoli: «Quello di oggi è anche un momento di riflessione. Una priorità è che la laurea in odontoiatria sia riconosciuta come laurea specialistica», rilancia. L'inclusione della prevenzione e igiene orale nei livelli essenziali di assistenza è un altro problema da affrontare, condiviso dal governatore. E, alle donne, Florio dice di «non paura timore di conciliare la vita professionale con quella personale».

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