Giuseppe Conte con Manfredi rilancia il patto anti-dissesto: «Chi ama Napoli lo firmi»

Giuseppe Conte con Manfredi rilancia il patto anti-dissesto: «Chi ama Napoli lo firmi»
di Luigi Roano
Mercoledì 16 Giugno 2021, 07:30 - Ultimo agg. 21:58
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«Tra la gente il cammino della politica è più facile, ho sofferto molto il distanziamento», racconta il capo in pectore del M5S da Napoli Giuseppe Conte. Dove ha aperto la campagna elettorale del candidato giallorosso - unico in tutta Italia - Gaetano Manfredi. E ha ragione perché il cammino più tortuoso lo attende nei prossimi 15 giorni quando dovrà riorganizzare il Movimento, far passare il nuovo statuto e gestire la grana del doppio mandato che vedrebbe fuori dal prossimo Parlamento molti big come Roberto Fico e Luigi Di Maio. Per non parlare del rapporto con il Pd un vero tormento - a parte Napoli - che investe le amministrative. «Devono rispettare tutti le nostre scelte» dice a proposito del caso Roma e di Virginia Raggi, sua pupilla e bandiera del Movimento nonostante gli strali dei democratici contro la sindaca firmati Enrico Letta, il segretario del Pd. Conte riparte dalla capitale del Sud, la roccaforte grillina per prendere coraggio in vista delle comunali ma anche per prendere slancio verso le elezioni politiche del 2023. E il bagno di folla che ha avuto nella capitale del reddito di cittadinanza - altro tormentone politico - lo ha rincuorato. Così traccia il percorso del M5S a partire dai guai di Napoli che vorrebbe risolvere: «Abbiamo dato vita a un Patto per Napoli che non riteniamo esclusivo delle forze che lo hanno sottoscritto. Le altre forze, anche di centrodestra, devono partecipare. Se amano Napoli lo devono dimostrare nei fatti. È necessario sottoscrivere le proposte legislative». Il Patto sono gli aiuti per Napoli in default di fatto, serve il modello Roma, ovvero soldi e una legislazione speciale. «Chi offre per Napoli visioni edulcorate, senza partire dai problemi, dal grande dissesto, offre soluzioni facili». Anche qui la lettura è facile: non si esce, secondo Conte, dal guado con un sindaco che dichiara il dissesto. Nella capitale del reddito di cittadinanza non poteva mancare la rivendicazione di una misura che ancora oggi fa discutere molto: «Tanti professoroni, tanti abitanti delle Ztl avversavano il reddito di cittadinanza. Dicevano che era una misura assistenziale, ma io la rivendico appieno». Per Conte «è una misura di inclusione sociale: come possiamo amministrare il bene comune senza pensare a quelle fasce di popolazione che non hanno di che mangiare, che sono al di sotto del contesto della vita politica economica e sociale del Paese? Come può la politica non preoccuparsi di questo? Ci dicono che è una misura assistenziale, lavoriamo per le politiche attive. C'è stata una pandemia, abbiamo aggiunto il reddito di emergenza. Ci hanno riconosciuto anche i premi Nobel grandi capacità di creare una cintura di protezione sociale necessaria, hanno detto che l'Italia è un modello». 

 

L'ex premier fa chiarezza e a chi gli chiede dove vuole portare il Movimento la risposta è secca: «Assolutamente al primo posto, dobbiamo diventare il primo partito». Una sfida a se stesso, ma anche al Pd, alla fine le amministrative sono un test in funzione del 2023. Qual è la salute dei giallorossi allora oltre il Garigliano? «Il dialogo con il Pd e il centrosinistra ha dato già i suoi frutti, è normale continuare per realizzare il progetto di società che vogliamo». Tuttavia per l'ex premier «questo non significa che abbiamo un'alleanza strutturata, laddove non è possibile non mi straccio le vesti, perché le fusioni a freddo non funzionano». Per chiarire meglio il concetto Conte spiega: «Non mi sono mai definito federatore, io sto lavorando per e con il M5S. Presenteremo a giorni questo progetto». Insomma, malgrado i malumori in giro - anche a Napoli dove un gruppo di attivisti dice no all'alleanza con il Pd - Conte fa un richiamo in chiave identitaria per tranquillizzare tutti. Oltre il Garigliano, ma in direzione sud, per Conte c'è invece la possibilità di una alleanza in Calabria dove si vota per il rinnovo della Regione. «Non c'è solo Napoli. Ci sono le condizioni per un patto anche per la Calabria, per mettersi intorno a tavolo con tutte le forze politiche, a partire dal Movimento, di sinistra». Il leader del M5S spiega ancora: «Si tratta di fare un passo indietro rispetto al rispettivo protagonismo, ma saremo protagonisti tutti insieme coinvolgendo anche le forze civiche. Ovviamente bisognerà trovare uno o una grande interprete per questo progetto, per un risveglio culturale dal torpore della Calabria». Parole che il sindaco Luigi de Magistris avrà ascoltato con attenzione visto che si candida a presidente della Regione in Calabria.

E la sensazione che per l'ex pm le porte giallorosse siano più chiuse che aperte è netta. 

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Grande la curiosità per come Conte organizzerà il Movimento: «Presenteremo a giorni il progetto, se gli iscritti lo vorranno, se l'ampia e accogliente comunità lo vorrà sarò il leader» racconta il professore. «Adesso ci occupiamo dello statuto e poi parlerò il linguaggio della verità. Sul limite del secondo mandato decido io quando sarà il momento e poi decideremo insieme la soluzione con tutta la comunità M5s». Anche qui il riferimento è a Di Maio e Fico. «Servono i tempi tecnici, alcuni giorni, per annunciare la data dell'evento di presentazione dei nuovi documenti: carte dei principi e dei valori, il nuovo statuto. Poi daremo tempo per le osservazioni e andremo al voto». 

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