Grillo: «Pd disciolto dalle brogliarie di Napoli»

Grillo e Di Maio
Grillo e Di Maio
Giovedì 10 Marzo 2016, 13:47 - Ultimo agg. 16:27
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«Le brogliarie di Napoli hanno decretato la dissoluzione del Pd. Il Pd che si candida a governare le città più importanti d'Italia è frammentato in correnti e rigagnoli, ognuna vuole la sua parte soprattutto quelle legate alla criminalità. Le primarie piddine sono un regolamento di conti interno vinto a seconda dei casi grazie a intervento dei cinesi (Milano), compravendita di voti (Napoli), schede bianche false (Roma). Alla fine nessun candidato sindaco è supportato in pieno nemmeno dal suo stesso partito». Lo scrive il leader del M5S Beppe Grillo sul blog.

«Se qualche candidato piddino dovesse disgraziatamente diventare sindaco non avrebbe il sostegno neppure dei consiglieri eletti assieme a lui, qualcuno sarebbe della maggioranza, qualcuno della minoranza, qualcuno della camorra e qualcuno della 'ndrangheta, ed entro poco sarebbe dimissionato dal Bomba come successo a Marino. PD: Partito Disciolto!», aggiunge Grillo. «Chi ha comprato questi voti» a Napoli «lo sapremo forse tra qualche anno, come è successo a Roma dove il presidenteminkia Orfini ha ammesso ieri dopo tre anni che le primarie del 2013 sono state inquinate da capibastone e rom. Goodmorning Orfini!», prosegue l'ex comico genovese.

«Gli evidenti brogli e la compravendita di voti documentata dall'inchiesta di Fanpage sono stati dichiarati regolari e il ricorso di Bassolino è stato respinto. Doveva vincere la candidata »fiorentina« Valente, nel cui staff lavora la compagna di Silvestri, il candidato sindaco piddino di Casavatore indagato dalla Dda di Napoli per voto di scambio. Un quadro desolante», conclude il leader cinquestelle.

La replica. «Bugie e insulti. Mai risposte nel merito e mai la disponibilità al confronto. Questo offre il Movimento 5 Stelle che poco fa, in un post sul blog di Beppe Grillo, descrive la proposta di legge per il riordino del settore dei giochi su cui la commissione Finanze del Senato ha cominciato a lavorare e che è frutto del lavoro fatto dal Governo sulla delega fiscale, come effetto del lavoro delle lobby». Così il senatore del Pd Franco Mirabelli, capogruppo del partito in Commissione Antimafia, in un post su Fb. «La verità è che su una vicenda così delicata come il gioco d'azzardo, i 5 Stelle non vogliono che si faccia nulla per garantire la legalità e combattere le infiltrazioni della criminalità, misure effettivamente contenute nel ddl. I grillini sanno solo insultare, chiacchierare e spiegare che in questo settore ci sono interessi della criminalità organizzata senza fare nulla per contrastarli», prosegue Mirabelli. «Riguardo al mio ruolo in commissione Antimafia - aggiunge Mirabelli - credo che sia evidente a tutti la strumentalità di chi preferisce dire bugie e falsità invece di affrontare i temi che in quella sede abbiamo posto. La strumentalità è ancora più evidente visto che il post compare sul blog nel preciso istante in cui, insieme con Matteo Orfini e Stefano Esposito, abbiamo denunciato in conferenza stampa il sostegno che i 5 Stelle hanno dato in questi mesi alle associazioni che hanno attaccato chi ha combattuto per davvero la mafia ad Ostia. Non a caso quei blog sono stati oscurati ieri dalla questura che ha emesso anche numerosi avvisi di garanzia nei confronti di persone sostenute dagli esponenti locali del Movimento 5 Stelle. Penso che non ci sia molto altro da aggiungere», conclude il senatore. 

«Grillo attacca il PD e glissa sul flop delle taroccarie M5s a Napoli.
Nella sua lezioncina di democrazia quotidiana 'urbi et orbi', dall'alto dei piani della Casaleggio Associati, il guruGrillo stranamente tace sul 'successo' delle consultazioni del M5s a Napoli». Lo sottolinea Ernesto Carbone del Pd. «Ci aspettavamo un post di congratulazioni con il direttorio e in particolare con Fico e Di Maio che a Napoli, ma prima ancora a Quarto, hanno messo la firma sull'ennesimo fallimento del M5s. Purtroppo per Grillo le chiacchiere stanno a zero. 588 voti su 5462 iscritti significa che non si scomodano ad accendere un pc nemmeno i loro sostenitori. Questo - conclude Carbone - si commenta con una sola parola: flop».
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