Il ritorno dell'impresentabile Cesaro:
«Tempo galantuomo, credo nei giudici»

Il ritorno dell'impresentabile Cesaro: «Tempo galantuomo, credo nei giudici»
di Gigi Di Fiore
Martedì 30 Gennaio 2018, 08:30 - Ultimo agg. 12:36
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Capolista al collegio plurinominale Campania 3 al Senato, Luigi Cesaro, parlamentare uscente, più volte deputato di Forza Italia e anche del Pdl, è una sorpresa dell'ultima ora tra i candidati nelle liste del centrodestra. Nome rimasto a lungo in bilico nei giorni scorsi, durante le ore frenetiche di trattative nel centrodestra per la scelta delle candidature, soprattutto in Campania. Archiviato il procedimento giudiziario della Procura di Napoli in cui era stato coinvolto nel 2014 e in cui sono imputati i fratelli Aniello e Raffaele entrambi detenuti da otto mesi per altre accuse, Cesaro ha da dieci giorni saputo di essere indagato per voto di scambio con il figlio Armando, dopo che la Procura di Napoli nord gli ha notificato un avviso di chiusura inchiesta. Della sua candidatura, dell'ultima indagine giudiziaria a suo carico e della prossima campagna elettorale, Luigi Cesaro accetta di parlare con Il Mattino.

Onorevole Cesaro, sulla sua candidatura ci sono stati problemi all'interno di Forza Italia?
«Nessun problema interno a Forza Italia. Come ha giustamente dichiarato l'onorevole Paolo Russo, subito dopo aver depositato le liste in Corte d'appello dove era con il senatore Domenico De Siano, si è trattato di una scelta condivisa e il presidente Berlusconi, che non mi stancherò mai di ringraziare, ha approvato la proposta presentata da tutto il partito».

Come mai, alla fine, il suo nome è stato preferito a quello, pure circolato, di suo figlio Armando capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale campano?
«Dice bene: pure circolato. In realtà, Armando non è mai stato realmente in campo. Chi milita in un partito è a disposizione di un progetto complessivo ed è il partito che poi propone e sceglie le candidature. Prima di quel momento, tutti e nessuno sono in campo in una competizione elettorale. E poi, noi conosciamo e rispettiamo le regole del gioco: io e Armando non avremmo mai potuto chiedere di concorrere insieme in queste elezioni».

Crede che il collegio che le è stato destinato sia da considerarsi sicuro per il centrodestra?
«Non esistono collegi sicuri, non al 100 per cento. Devi comunque scendere tra la gente, devi ascoltare, conoscere e farti conoscere dal territorio. Devi essere concreto e capire a fondo i problemi della gente. Devi avere alle spalle esperienza ed equilibrio. E, naturalmente, devi avere un programma politico in grado di dare risposte alla gente. Il nostro le dà. Per quanto mi riguarda, il mio impegno è stato costante e radicato sul territorio nel tempo. Questo mi rende fiducioso».
 


Chi ha appoggiato di più la sua candidatura e chi crede, invece, l'abbia osteggiata?
«Ripeto, la mia candidatura è stata condivisa dall'intero partito che ha lavorato con grande serenità e tranquillità generale. Non credo vi sia stato qualcuno che l'abbia osteggiata. Naturalmente, ogni candidatura deve fare i conti con le ambizioni di tutti, ma questo è normale. Fa parte del gioco».

Crede nella possibilità di un'affermazione del centrodestra in queste elezioni?
«Si, ne sono sicuro. Abbiamo una classe dirigente all'altezza del compito, un programma concreto che su pochi punti essenziali è in grado di dare una scossa alle sorti del Paese, soprattutto del Sud. Quando siamo stati al governo abbiamo svolto molto bene il nostro compito. Siamo una coalizione credibile e i cittadini conoscono bene i fallimenti della sinistra, come l'inadeguatezza e il populismo dei Cinque Stelle. Vinciamo noi».

È preparato alle critiche sulla sua candidatura?
«Arriveranno, non c'è dubbio. Aggiungerei che, di solito, chi attacca è perché non ha null'altro da proporre».

Come crede di poter ribattere a chi considera impresentabile la sua candidatura?
«Come ho sempre affrontato le difficoltà della mia vita. Con la massima serenità perché se c'è una cosa che ho imparato è che il tempo, per chi sa aspettare, è galantuomo».

Perché, allora, è di nuovo al centro di un'altra inchiesta giudiziaria?
«Chi fa politica, chi amministra è sempre sotto i riflettori. Soprattutto se vivi una realtà complessa come quella napoletana. Naturalmente ho sempre creduto, e continuo a farlo, nell'operato della magistratura».

Ha sentito Berlusconi in queste ore e cosa le ha detto?
«L'ho incontrato in questi giorni, era in splendida forma, sempre cordialissimo, ci trasmette sempre una grande carica. Come sempre, mi ha spronato al massimo impegno. Un vero leader, l'unico vero leader che abbiamo oggi in Italia».

Farà manifestazioni ufficiali con il leader di Forza Italia in campagna elettorale?
«Non sono mai mancato ad un appuntamento di campagna elettorale insieme con il presidente Berlusconi. Ci sarò, sempre».

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