Dema, oggi rimpasto di giunta: maggioranza appesa a un consigliere

Il consiglio comunale di Napoli
Il consiglio comunale di Napoli
di Luigi Roano
Venerdì 26 Ottobre 2018, 08:23 - Ultimo agg. 15:10
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Oggi alle 12,30 il sindaco Luigi de Magistris svelerà la nuova giunta, un fatto che comunque vada modifica anche la maggioranza. Cosa significa? Che perde pezzi: in principio è stato David Lebro, poi Gaetano Troncone, quindi i Verdi Stefano Buono e Marco Gaudini orfani della defenestrata Maria D'Ambrosio che un minuto dopo l'annuncio del rimpasto daranno il loro «appoggio esterno». O useranno un'altra formula per comunicare l'uscita dalla maggioranza: «Valuteremo di volta in volta come votare».

Difficile immaginare che possano dare una mano sul bilancio con la Corte dei Conti pronta ad azzannare Palazzo San Giacomo e spargere multe e richieste di «danno erariale» alle casse pubbliche tanto per fare un esempio. La rivoluzione arancione è appesa a un numero, 21, il minimo per avere la maggioranza in Consiglio. Gli arancioni sono 22 inclusi l'ex pm e il presidente del Consiglio comunale Alessandro Fucito. Come dire che basta una influenza, un malanno di stagione, o che un consigliere resti imbottigliato nel traffico perché il Consiglio non possa nemmeno iniziare. Tuttavia, oltre agli accidenti quotidiani il dato di cronaca racconta che de Magistris è soggetto mai come in questo momento alle volontà, ai capricci e perché no anche alle ripicche dei singoli e si sa che in politica sono all'ordine del giorno.
 
Chi entra e chi esce dalla giunta? Intorno alle 22,30, l'ora in cui scriviamo, di sicuro entrano Laura Marmorale, assessora alla III Municipalità di area Insurgencia-Gesco, e Monica Buonanno, ex dipendente di Sviluppo Italia vicina alla Sinistra e a tutti i cespugli che la compongono. Escono Maria D'Ambrosio dei Verdi e la superbeffata Alessandra Sardu. Politicamente la giunta si arrocca ancora di più sulle posizioni radicali dei Movimenti. Se si considera che anche Raffaele Del Giudice, pur rimanendo in giunta, lascerà la poltrona di vicesindaco sulla quale siederà a questo punto il superassessore Enrico Panini, che è segretario di demA e ha le deleghe al bilancio. Dalla giunta spariscono l'area moderata e l'anima Verde, che non significa solo essere ambientalisti.

Già oggi la giunta non rispecchia nemmeno lontanamente la città nella sua interezza, da domani sarà ancora più netto il divario tra Napoli e chi l'amministra. Perché alla fine dei giochi ci sarà un solo uomo al comando, il sindaco, e una giunta commissariata, entrambi ostaggio di una maggioranza anche lungi dall'avere risolto i suoi problemi con il rimpasto, anzi.

Il risiko che il sindaco metterà in moto a partire da oggi alle 12,30 non riguarderà solo la giunta «ma anche i mie collaboratori», ripete de Magistris. Con ripercussioni che potrebbero «arrivare fino alla Città metropolitana». Dovesse effettivamente essere messo in discussione Alessandro Nardi - il capo di gabinetto dell'ex Provincia - contro di lui è schieratissimo Attilio Auricchio che compone con il sindaco quello che è ormai diventato il cerchietto magico dell'ex pm, la bufera sarebbe da allerta rossa altro che arancione. Di sicuro il sindaco deve accontentare Mario Coppeto di Sinistra in Comune, che si è visto soffiare da demA Ciro Borriello e Pietro Rinaldi, eletti con Coppeto e passati poi con il gruppo del sindaco. Nardi sarebbe sacrificabile - tuttavia - a condizione che Rinaldi si dimetta da consigliere comunale per prenderne il posto a Santa Maria la Nova e fare entrare così Rosaria Galierio in via Verdi che allargherebbe il gruppo di Coppeto. Se davvero de Magistris facesse questa mossa crollerebbe il castello istituzionale costruito in Città metropolitana dove tutti assieme appassionatamente votano il bilancio Pd, Forza Italia e arancioni. Già sono partite telefonate importanti verso Palazzo San Giacomo dalla ex Provincia dove è stato ribadito che il garante del «patto» è Nardi. Il quale anche in Comune può contare su sei consiglieri, vale a dire quelli del gruppo Sfasteriati e di Agorà che già sono molto critici con de Magistris.
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