«Aprite i porti», l'appello da Napoli. De Magistris: «Ora il Paese è più insicuro»

«Aprite i porti», l'appello da Napoli. De Magistris: «Ora il Paese è più insicuro»
di Paola Marano
Giovedì 19 Luglio 2018, 20:57 - Ultimo agg. 22:58
3 Minuti di Lettura
 «Quello che sta accadendo in questi giorni non si era visto negli ultimi decenni e bisogna chiamare il governo alle sue responsabilità. La chiusura dei porti è una responsabilità collegiale che il governo porta sulle sue spalle”. E’ il messaggio lanciato dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris in occasione dell’assemblea pubblcia di Terra!#ApriteiPorti», la giornata di confronto e condivisione sul tema della gestione dei flussi migratori, dell’accoglienza e della convivenza organizzata dall’amministrazione comunale: un forum aperto che dalle dieci di stamattina ha visto protagonista il confronto tra  tra amministrazioni, ong, terzo settore, movimenti, sindacati, associazioni e cittadini. Non solo il governo italiano, per il sindaco di Napoli Luigi de Magistris anche l’Unione Europa  è chiamata a fare un mea culpa.
 

«L’Europa – ha spiegato -  dovrebbe cominciare ad avere una politica estera, una politica di difesa, di sicurezza». Ma il tema, in italia, per il primo cittadino resta quello della sicurezza: «un’altra grande responsabilità del governo italiano è che sta rendendo molto insicuro il nostro Paese. Questa è una cosa  grave di cui si parla poco. La sicurezza passa attraverso la coesione, la solidarietà, l’unione e chiamando tutti a contribuire. Chi lascia dei bambini sotto al sole a 45 gradi sta commettendo un crimine nel momento in cui  nel porto di Pozzallo per un capriccio da ’dittatorello’ si lasciano queste persone a rischiare di morire in mare.  Non si tratta solo di barbarie ma di un reato».
 
E del rischio di morire a mare ne sa qualcosa Josefa, la donna del Camerun salvata dopo due giorni in balia delle onde del Mediterraneo dall’equipaggio dell’imbarcazione Proactiva Open Arms, ora diretta in Spagna, a Palma di Miaorca. Decisione presa dopo le illazioni del ministro dell’Interno Matteo Salvini che accusava l’organizzazione di aver montato ad arte il salvataggio.

«Abbiamo deciso di andare in Spagna perché dopo il salvataggio di Yousefa le dichiarazioni del ministro dell’Interno che parlava di fake news, di uno scenario montato ad arte, non ci tranquillizzavano – ha spiegato  Veronica Alfonsi, coordinatrice italiana  di Open Arms - prima di tutto per la salute della persona che avevamo salvato e per poter dare anche a lei la possibilità di dare la sua testimonianza una volta che si sarà ripresa in assoluta libertà, ma nemmeno per noi perché chiaramente quelle dichiarazioni non ci incoraggiavano a sbarcare in Italia. Per questo motivo abbiamo chiesto di attraccare in Spagna e ci è stato assegnato il porto di Palma di Maiorca, dove siamo diretti adesso. La nostra speranza è che si possa tornare a collaborare come un tempo con la Guardia Costiera Italiana che ha sempre fatto un ottimo lavoro e ci ha sempre supportato».
 
 
A lanciare un messaggio contro Salvini anche Elly Schlein, parlamentare europea di Possibile, tra le promotrice della petizione lanciata nei giorni scorsi su Change.org per sfiduciare il leader del Carroccio. «La petizione ha raccolto oltre 120mila firme in pochi giorni, ora sta al parlamento raccogliere la palla  e finalente incalzare perché la misura è colma. Tra l’altro il ministro Salvini sta infangando la reputazione dell’Italia con queste misure prese nelle ultime settimane. C’eravamo fatti un nome, pur nell’ipocrisia di tanti governi che ci avevano lasciati soli – ha sottolineato la giovane parlamentare - la battaglia sulla solidarietà europea non si fa sulla pelle delle persone in mare, si fa nei tavoli dove si cambiano le regole sbagliate come il regolamento di Dublino, come noi abbiamo fatto al Parlamento europeo ottenendo una maggioranza storica e per due anni di negoziato non abbiamo mai avuto il piacere di vedere nessuno dei colleghi leghisti. Questa è la differenza tra la propaganda pessima e chi invece cerca di cambiare le cose laddove serve cambiarle per aiutare il nostro Paese e i richiedenti asilo che esercitano un loro legittimo diritto». All'assemblea ha preso parte anche , oltre a rappresentanti di amministrazioni di tutta italia e di Europa  e di organizzazioni internazionali, ha preso parte anche Maurizio Landini della segreteria generale della Cgil. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA