Immobili, con Invimit nasce il Fondo Napoli: c'è lo stadio Maradona

Immobili, con Invimit nasce il Fondo Napoli: c'è lo stadio Maradona
di Luigi Roano
Giovedì 14 Aprile 2022, 10:36
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Eccolo l'accordo con Invimit per la valorizzazione - e dove è possibile dismissione - del patrimonio immobiliare del Comune. Si parte da 600 cespiti dal valore ipotetico di 30 milioni e il Comune incasserà i primi soldi, circa 9 milioni, solo a luglio del 2023. L'operazione è complessa perché è ultradecennale e non si esaurisce con i 600 cespiti in questione. La road map dell'accordo prevede almeno altri due conferimenti di immobili alla società del Mef. In che modo? Il Comune ha un patrimonio immobiliare che si compone di 65mila immobili dal valore superiore ai 4 miliardi. Circa 24mila sono di edilizia residenziale pubblica, le case popolari, e sono escluse dall'accordo, di conseguenza Invimit farà una due diligence sulla bellezza di oltre 30mila immobili da cui pescare. Dai beni di valore storico e architettonico agli impianti sportivi.

Napoli sarà dunque la prima città del sud ad avere un fondo immobiliare che si chiamerà Comparto Napoli. A seguito del trasferimento del patrimonio immobiliare a Comparto Napoli a Palazzo San Giacomo «sarà riconosciuto - si legge nell'accordo - il 70% del valore degli immobili in quote del Comparto ed il residuo 30% come corrispettivo in denaro. Il Comparto sarà quindi costituito dal 70% Comune di Napoli e per il 30% dal Fondo i3Core che farà fronte al fabbisogno di capitali per la valorizzazione degli asset conferiti dal Comune».

Cosa ci guadagna Invimit? Un aggio sulle transazioni. La ratio è la valorizzazione degli immobili per creare valore. Come anticipato da Il Mattino tra i beni che fanno parte del primo pacchetto c'è per esempio la Galleria Principe, il deposito Anm di Posillipo e Palazzo cavalcanti. Ai quali già si possono aggiungere l'ex Villa Cava a Marechiaro, il Palazzo della Questura in via Medina e la caserma della Guardia di finanza a via Bernardo Quaranta. Una finestra - sempre come esempio - va aperta sugli impianti sportivi, a iniziare dallo Stadio Maradona che in linea teorica è sul mercato. Non è intenzione - per ora - del Comune di venderlo. Ma se arrivasse un fondo o un imprenditore che avesse intenzione di valorizzarlo c'è la massima apertura alla concessione lunga dell'impianto in cambio di una rifunzionalizzazione importante.

L'accordo è stato firmato per il Comune dal sindaco Gaetano Manfredi, per Invimit dall'ad Invimit Giovanna Della Posta - che ha rivendicato la sua napoletanità - e dal presidente della Società Trifone Altieri.

Per Palazzo San Giacomo hanno illustrato l'accordo l'assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta, che ha ideato il patto con Invimit, e Laura Lieto che ha la delega all'Urbanistica.

«L'intesa - spiega Manfredi - è una parte importante del nostro progetto di valorizzazione della città. Abbiamo un patrimonio immobiliare che vogliamo valorizzare il che significa metterlo a reddito, fare in modo che venga utilizzato nell'interesse del Comune e dei cittadini». Il sindaco precisa: «Valorizzazione non vuol dire vendita. Per alcuni beni che per noi non sono strategici può configurarsi come dismissione, mentre per altri significa ristrutturazione e messa a reddito». Parola a Baretta: «Con il Fondo Napoli inseriamo il patrimonio pubblico di Napoli nel grande circuito immobiliare nazionale. È solo il primo passo di un'azione più ampia che coinvolgerà altri soggetti pubblici e privati».

Soddisfatta l'ad di Invimit: «L'accordo punta a innovare l'approccio al patrimonio immobiliare pubblico, visto come una risorsa non solo per il suo valore intrinseco, ma anche per il contributo che la sua valorizzazione può restituire al territorio. Napoli parte con il vantaggio di essere una tra le città più belle al mondo: a noi resta il compito di rendere questa bellezza anche una fonte di creazione di valore, per il Comune, per tutti i cittadini e per la collettività».

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