Maxi impianto di biogas, la battaglia del sindaco di Palma Campania: «Opporsi è aiutare i clan»

Maxi impianto di biogas, la battaglia del sindaco di Palma Campania: «Opporsi è aiutare i clan»
di Francesco Gravetti
Sabato 18 Gennaio 2020, 07:00 - Ultimo agg. 14:42
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Una delle strade per far uscire la Campania (o almeno parte di essa) dall'emergenza rifiuti passa per Palma Campania, 15mila abitanti tra il Vesuviano e il Nolano, al confine con la provincia di Salerno (l'agro sarnese) e perfino con quella di Avellino. È qui che il sindaco Nello Donnarumma, giovane imprenditore eletto meno di due anni fa, ha avanzato una proposta: ospitare due impianti per la gestione della differenziata, uno per carta, cartone e plastica e l'altro per l'organico, destinato a diventare biogas, cioè energia, dopo un processo di trasformazione. Sorgeranno dentro l'area Pip di via Novesche e accoglieranno i rifiuti dei 58 comuni dell'Ato3, l'ente d'ambito sarnese vesuviano, con un flusso stimato di circa 50mila tonnellate all'anno di immondizia. Donnarumma ci crede, è convinto che soprattutto l'impianto per il biogas diventerà un'opportunità di sviluppo per il territorio, servirà a ridurre la tassa sulla spazzatura dei palmesi e darà un senso alle alte percentuali di raccolta differenziata: «Perché non ha senso differenziare se poi dobbiamo mandare tutto fuori regione o addirittura all'estero». E aggiunge: «Ovviamente vigileremo affinché l'impianto sia di ultima generazione, sia sicuro e non rappresenti una fonte di inquinamento né diventi uno scempio ambientale. Ho figli piccoli, non sono uno sprovveduto, voglio solo il bene della mia città».

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Il punto è che il suo gesto, anzi la delibera di giunta con la quale ha fatto partire l'iter per gli impianti, ha mandato in allarme l'opposizione. Giuseppe D'Antonio, che a Palma è stato sindaco nel lontano 1992 ma anche consigliere provinciale ed oggi guida il gruppo di minoranza, spiega: «Ci sono tre problemi molto seri. Donnarumma ha voluto portare la questione in giunta scavalcando il consiglio comunale ma soprattutto i cittadini, le associazioni di categorie e tutti quelli che potevano essere interessati al problema. Questa non è democrazia. Inoltre, un impianto del genere farebbe scappare gli altri investitori dall'area industriale, non certo contenti di avere i rifiuti accanto. E, infine, l'impatto sulla viabilità e sulla città potrebbe essere devastante». La minoranza ha chiesto un consiglio comunale monotematico: «Vogliamo il ritiro della delibera di giunta», dice D'Antonio. E intanto sui social si è scatenato il dibattito tra chi si fida del sindaco e chi teme un ritorno al passato, quando a Palma Campania c'era una discarica vera. Il primo cittadino apre al dialogo, ma dice pure che ha intenzione di andare avanti: «Noi siamo pronti a confrontarci, con serietà, con ogni singolo cittadino per informarlo di ogni scelta e a farlo in tutti i luoghi possibili. Promuoveremo una serie di incontri di confronto per sensibilizzare tutti ma non permetteremo agli sciacalli di strumentalizzare temi che hanno a che fare con la salute dei cittadini. Nessuno si sognerebbe di fare alcuna azione a discapito della nostra comunità e delle generazioni future».
 


Poi Donnarumma aggiunge un concetto: «Si fa passare un impianto tecnologico di compostaggio come se fosse una discarica e si fa passare il messaggio che una semplice disponibilità sia un accordo vincolante o che sia già tutto fatto e deciso. Evidentemente a qualcuno fa comodo lo stato di cose attuale: la crisi, le discariche e l'inceneritore, i rifiuti stipati nelle campagne e il costo dello smaltimento alle stelle. E tra qualche anno magari ci verrà anche imposto di riaprire le discariche. Mi auguro che dietro questi improvvisati ambientalisti dell'ultimo minuto non ci sia la mano della criminalità organizzata, unica interessata a che permanga lo stato attuale delle cose».
Parole che pesano. Lo spettro della camorra, che vuole lucrare sull'emergenza infinita: «Spero proprio che non sia così, non accuso nessuno. Io però vado avanti», fa sapere il primo cittadino.

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