Impresa in un giorno mai decollata, è fuga dal Comune di Napoli

Impresa in un giorno mai decollata, è fuga dal Comune di Napoli
di Pierluigi Frattasi
Martedì 29 Gennaio 2019, 08:30
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È ancora un sogno a Napoli l'iniziativa impresa in un giorno, ossia la possibilità di poter aprire un'attività anche complessa con un solo clic, già ben rodata a Milano e Venezia. Il portale online del Suap di Napoli, lo sportello unico attività produttive, infatti, non è aggiornato e non riconosce tutti i moduli più recenti della pubblica amministrazione. La conseguenza è che blocca alcune pratiche non appena le inserisci. Dal commercio all'ingrosso, che le nuove disposizioni di legge prevedono debba passare proprio per il Suap, alle società Srls, nate da pochi anni, ma molto usate nelle nuove costituzioni, che non sono previste nell'elenco delle tipologie societarie. Mentre anche la modulistica unificata per tutta la Campania, partita l'anno scorso, va inserita manualmente, in aggiunta a quella comunale, e caricata sotto un'altra voce. Pur avendo comprato il nuovo software per il Suap, infatti, il Comune non ne ha acquistato anche la manutenzione, per cui la piattaforma online non è aggiornata con le nuove disposizioni normative e non riconosce molti documenti. Il risultato è che centinaia di pratiche sono bloccate. A denunciarlo un dossier che Fipe Confcommercio ha presentato al Comune di Napoli.
 
Non solo, a causa delle difficoltà a dialogare tra i diversi uffici, lo sportello unico in realtà non è affatto unico. Per aprire un bar con musica, ad esempio, bisogna rivolgersi prima al servizio tutela della salute, presentare la Scia sanitaria, poi al servizio Commercio in piazza Cavour per la Scia di somministrazione alimenti e bevande, quindi all'ufficio Ambiente ai Quartieri Spagnoli per il nulla osta di impatto acustico. Infine, se si è ottenuto tutto, si può eventualmente chiedere l'occupazione di suolo pubblico alla polizia amministrativa. Ma se l'iter online si interrompe, bisogna recarsi fisicamente in via Melisurgo dove c'è lo sportello informatico. «Una situazione difficile - denuncia Enzo De Pompeis, vicepresidente Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) Confcommercio e rappresentante Silb, il sindacato dei locali da ballo - che si è complicata negli ultimi tempi. Tanto che molti cittadini, scoraggiati dal Suap di Napoli, rinunciano ad aprire un locale qui, preferendo farlo a Pozzuoli o in altri Comuni. A fronte di questi disservizi, il Comune ha introdotto i diritti istruttori da 200 a 600 euro, senza avere certezza che la pratica vada a buon fine».

Il Suap, tuttavia, nonostante le poche risorse a disposizione, svolge ogni giorno un enorme lavoro, dando risposte a migliaia di richieste dei napoletani. Anche Palazzo San Giacomo sta studiando soluzioni per cercare di risolvere le problematiche e prepara una riforma del servizio che dovrebbe partire nei prossimi mesi. «Il Suap - afferma Diego Venanzoni, consigliere Pd - dovrebbe agevolare l'apertura di attività commerciali, non ostacolarla. Altrimenti si rischia di bloccare lo sviluppo della città. Chiederemo l'intervento dell'assessore Panini».

«Da circa 10 anni - è scritto nel dossier - il Comune di Napoli si è dotato del portale Suap per l'avvio di attività commerciali. Presentato come uno strumento innovativo ed efficace per risparmiare tempo e soldi all'utenza e accelerare e semplificare il rilascio di autorizzazioni, in realtà presenta notevoli criticità». Oltre all'assenza nell'elenco delle Srls, ad esempio, «per gli eventi temporanei la legge ha abolito il preposto alla somministrazione, ma la richiesta compare ancora nella modulistica obbligatoria». C'è poi il problema delle Scia per aprire B&B o altre attività in immobili ante '67. E, ancora, mentre «l'agibilità di pubblico spettacolo fino a 200 persone non richiede più la verifica progettuale della Commissione Comunale di vigilanza, sostituita da una relazione di un tecnico abilitato, gli uffici chiedono comunque la vecchia documentazione, vanificando i tentativi di semplificazione».
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