Giustizia, il procuratore generale contro la riforma ma gli avvocati aprono a Nordio

«Una depenalizzazione camuffata», così Riello definisce la legge Cartabia

L'inaugurazione dell'anno giudiziario di Napoli
L'inaugurazione dell'anno giudiziario di Napoli
di Giuseppe Crimaldi
Domenica 29 Gennaio 2023, 10:00 - Ultimo agg. 30 Gennaio, 16:17
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Le luci (poche) e le ombre (tante). Non si discosta poi molto dagli ultimi dieci precedenti anni l'inaugurazione dell'anno giudiziario di Napoli, aperto dal presidente vicario della Corte d'Appello, Eugenio Forgillo. Carenze degli organici, disfunzioni storiche, carichi di lavoro insopportabili, inadeguatezze strutturali. Ma in questo caso a mettere pepe nella minestra ci sono due novità: l'entrata in vigore della riforma Cartabia e le ventilate proposte dell'attuale Guardasigilli Nordio, soprattutto in tema di intercettazioni telefoniche e separazione delle carriere. E nel salone dei Busti di Castel Capuano va in scena la liturgia di una cerimonia che ha sinceramente ben poco il sapore di una festa.

Se i magistrati esprimono critiche e riserve su alcuni istituti della riforma appena entrata in vigore e per le promesse di Nordio, gli avvocati del Foro di Napoli guardano al presente e sorridono invece al programma del ministro della Giustizia.

Ma procediamo con ordine.

«Una depenalizzazione camuffata»: così il procuratore generale della corte d'appello di Napoli Luigi Riello nel suo intervento definisce la legge Cartabia. «Non è certo una conquista di civiltà - prosegue il Pg - rendere perseguibili a querela di parte reati gravi come il sequestro di persona e la gran parte delle fattispecie di furto aggravato. Non è un segnale positivo il sostanziale disinteresse dello Stato su tali temi. Credo che ricorrere a una legge spazzafascicoli o a una strisciante amnistia sia una strada più comoda e facile che procedere ad una effettiva razionalizzazione del processo».

Parole nette e ferme. «Grandi assenti in questa riforma - dice ancora Riello - continuano a essere le persone offese, le vittime del dovere, le loro famiglie e la loro dignità, il loro dolore e i loro diritti». Nel distretto, e soprattutto a Napoli, aumentano del 17,10 per cento i casi di reati commessi da minori. «Il buonismo normativo nei confronti dei minorenni che delinquono - incalza il Pg - è contrario all'interesse del minore ed è anzi criminogeno». Parole sferzanti Riello le usa poi anche sia nei confronti di certa borghesia collusa con la criminalità e politici corrotti, sia nei confronti della «scuola facile che non insegna il sacrificio e l'impegno» e che «promuove alla maturità il 99 per cento degli esaminati».

C'è ancora spazio per una netta bocciatura delle proposte avanzate dal ministro Nordio: «Separazione delle carriere e facoltatività dell'azione penale? Non mi trovano d'accordo. Sia chiaro: nessuno vuole guardare dal buco della serratura, ma pensare di legiferare in maniera schematica di fronte a una realtà così complessa e fluida è estremamente sbagliato». Al termine dell'intervento, standing ovation per il Pg.

Di tenore opposto la posizione espressa nel suo intervento dal presidente dell'Ordine degli Avvocati di Napoli, Antonio Tafuri, che dichiara: «Abbiamo fiducia nell'opera di revisione della riforma preannunciata dal nuovo ministro della Giustizia, e ne abbiamo anche perché, al netto delle polemiche politiche o televisive, ha affermato a chiare lettere l'intento di coinvolgere anche l'avvocatura e l'accademia».

La parola passa a Mimma Miele, magistrato neo-eletta al Consiglio Superiore della Magistratura: «Il Csm dovrà recuperare l'autorevolezza minata non solo dagli attacchi esterni, ma soprattutto dalle delegittimazioni generatesi dall'interno, con comportamenti, a dir poco, opachi dei singoli». Il caso Palamara ha creato un vulnus da cancellare. «Il recupero dell'autorevolezza della magistratura - conclude Miele - passa attraverso la questione morale, nella consapevolezza che, in ogni nostro essere e divenire, siamo, e dobbiamo sempre essere, portatori di valori, e mai di interessi. Occorre una netta autocritica su quanto è avvenuto e che ha lasciato sgomenti non solo i magistrati, ma l'opinione pubblica». 

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In rappresentanza del ministero della Giustizia, ieri, a Castel Capuano è intervenuto il nuovo capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo. Magistrato di lungo corso con grande esperienza anche presso la Procura nazionale antimafia, Russo ha affermato che «è prioritario assicurare all'amministrazione della Giustizia ogni sforzo necessario per realizzare, nel rispetto compiuto dei diritti, un sistema moderno, efficiente e veloce», preannunciando nuove assunzioni di cancellieri, 33 dei quali verranno destinati al distretto di Napoli. 

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