L'exit strategy di DeMa: candidato
alle Europee per correre alla Regione

L'exit strategy di DeMa: candidato alle Europee per correre alla Regione
di Luigi Roano
Giovedì 1 Novembre 2018, 13:16
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Tornare a Strasburgo tra i banchi del Parlamento europeo per arrivare poi alla Regione senza che si voti subito al Comune. Un giro largo e necessario se vuole restare almeno con un piede in Comune e soprattutto giocarsi la carta per arrivare all'ente di Santa Lucia. Altrimenti l'unica possibilità per continuare a fare il mestiere di politico sarebbero le dimissioni difficilmente gestibili, tuttavia, sotto il profilo politico e dell'immagine. Il sindaco Luigi de Magistris - nella sostanza - ha preparato nei minimi dettagli la sua exit strategy da Palazzo San Giacomo.
E si spiegano così anche le scelte che ha fatto e continuerà a fare nel secondo tempo del rimpasto di giunta e di collaboratori, a iniziare da quella che lo ha indotto a nominare vicesindaco Enrico Panini - già assessore al Bilancio - segretario di demA. Del resto il sindaco è sempre più in campagna elettorale: attacca il M5S, «che ha tradito il popolo alleandosi con la Lega», e pungola i dissidenti pentastellati affinché ci sia un dialogo più serrato. Ma soprattutto ribadisce in maniera martellante la sua disponibilità a scendere in campo personalmente alle Europee della prossima primavera.

LA LEGGE
In quanto sindaco de Magistris è incandidabile alla Regione a meno che non si dimetta con conseguente scioglimento del Consiglio comunale e tutti a casa. Mentre può concorrere per le Europee perché il fatto che sia primo cittadino di Napoli lo rende «incompatibile» ma candidabile. Cosa significa? Che se viene eletto a Bruxelles non si deve dimettere da sindaco e non si scioglie il Consiglio comunale, il vicesindaco è il reggente e in teoria può arrivare fino al termine del mandato, ovvero nel 2021. Questa la premessa per capire cosa sta maturando nell'universo demagistrisiano e il tour per le urne che ha programmato che prevede tappe obbligate.

LE EUROPEE
Si vota l'anno prossimo e il terreno de Magistris lo sta preparando da almeno un anno. Come alleato ha scelto, a oggi, Diem25 di Yanis Varoufakis, ex ministro delle finanze della Grecia. Il rapporto tra le parti procede a fasi alterne, il nodo si scioglierà definitivamente entro Natale. Il sindaco chiede a Varoufakis un «campo largo», vale a dire lista totalmente civica composta da movimenti e associazioni senza partiti ma con dentro anche nomi provenienti dai partiti. La sensazione è che l'accordo traballi ma che sia in netta ripresa. Andasse in porto il patto politico ed elettorale con Diem25 l'ex pm si candiderebbe alle Europee senza indugi. A quel punto se venisse eletto avrebbe 30 giorni di tempo per scegliere se rivestire i panni di parlamentare europeo oppure restare sindaco. Comunicazione da fare all'ufficio elettorale italiano, un dettaglio non trascurabile. A quel punto l'ex pm sceglierebbe di certo il seggio a Bruxelles in quanto l'opzione non prevede le dimissioni e dunque il Comune di Napoli non verrebbe sciolto. Legge alla mano si andrebbe avanti con il vicesindaco, appunto Enrico Panini. La domanda è: per quanto tempo? L'orientamento della legge è in genere largo, vale a dire che di solito si privilegia l'integrità degli organismi in carica e si arriva a fine mandato. C'è poi una interpretazione più restrittiva secondo la quale si deve andare al voto alla prima tornata elettorale utile che, guarda caso, sono le Regionali del 2020. In entrambi i casi de Magistris regnerebbe al Comune almeno per un altro anno anche se da Bruxelles. E si aprirebbero scenari politici, dal punto di vista arancione, intriganti.

 

LE REGIONALI
Perché de Magistris da parlamentare europeo - diversamente che da sindaco - è incompatibile ma candidabile per la presidenza della Regione e dunque libero di lanciare la sfida a Vincenzo De Luca senza le dimissioni da sindaco. In questo tourbillon elettorale molti consiglieri comunali e assessori certamente tenteranno l'avventura per il Consiglio regionale, con il sindaco che punta anche su questo aspetto per tenere la sua maggioranza in riga. Senza contare che sarebbe sua l'ultima parola su chi poi dovrebbe succedergli a Palazzo San Giacomo. Non una cosa banale, che aprirebbe ulteriori scenari e chissà nuove alleanze. Il tutto senza che al Comune si vada al voto anticipato o almeno con la certezza che Palazzo San Giacomo fino al 2020 sarà sempre una roccaforte arancione. E vista la pochezza - al momento - delle alternative, l'ex pm è libero di avere ancora sogni di gloria.

IL SOGNO
Lo scenario che più attizza il sindaco, un vero sogno nel cassetto, lo ha svelato lui stesso un paio di settimane fa quando si è lasciato sfuggire che «andare alla Regione significherebbe avere ancora un piede in Comune». Ciò sarebbe possibile solo se si votasse per il nuovo sindaco a scadenza naturale del mandato, nel 2021. Una road map, quella tracciata da de Magistris e dai suoi più fedeli collaboratori, nei minimi dettagli. Al centro del progetto arancione resterebbe Napoli ma anche l'innegabile volontà di de Magistris di lasciare Palazzo San Giacomo anche perché non sarà più ricandidabile.
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