Pd, gelo sui consiglieri regionali: deroghe decise solo in extremis

Pd, gelo sui consiglieri regionali: deroghe decise solo in extremis
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 18 Gennaio 2018, 09:29 - Ultimo agg. 09:49
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Un incontro di seguito all'altro. Una stanza accanto l'altra. Che ieri sia stata una delle giornate più lunghe per chi spera in una candidatura utile è fuori discussione. Solo che alla fine il segretario non scioglie i nodi: «Occorre un quadro più chiaro». E per molti sarà una doccia fredda perché se ne parlerà almeno tra una settimana.

Alle 17 al Nazareno Matteo Renzi riunisce i segretari regionali, un'ora dopo nella stanza accanto la direzione del partito, per sciogliere i nodi su deroghe per chi ha tre legislature alle spalle e per i consiglieri regionali e gli europarlamentari che premono per scendere in pista alle politiche. E chi aspira al posto, è a Roma sin dal mattino. A cominciare dal primogenito del governatore, Piero De Luca, che ne approfitta anche per un giro in Transatlantico prima di fare rotta verso il Nazareno. Poi al partito dove, alla spicciolata, arriva, puntualissima, la pattuglia campana di chi aspira ad un seggio. I consiglieri regionali Stefano Graziano e Lello Topo, l'uscente Camilla Sgambato (con il figlio Pasquale Stellato che è vicesegretario nazionale Gd) e Giosi Ferrandino, fresco fresco dell'assoluzione che si prende i saluti pubblici dell'ex premier.
 
Prima, però, nella riunione ristretta con i segretari regionali Renzi ha già anticipato, a grandi linee, cosa dirà da lì a poco. Anzitutto che, per ora, le deroghe verranno votate (e subito) solo per i ministri. Poi si vedrà perché, lo dice sempre nella ristretta assise con i responsabili regionali, a valutare sulle deroghe ci sarà una commissione nazionale (dalla Campania l'unico chiamato a farvi parte è il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto). E solo all'ultimo minuto chi ha chiesto la deroga saprà se è della partita: perché ok a correre e presentazione delle liste verranno firmate al Nazareno contestualmente (da approvare prima dalla Direzione «in un'unica votazione a maggioranza assoluta»). Ovvero due-tre giorni prima delle presentazione delle liste agli uffici elettorali il 19 gennaio. Sempre che gli aspiranti siano in regola con il codice etico e con le quote da versare al partito.

«La decisione sulle deroghe dei parlamentari la lascerei a margine, la possiamo prendere solo quando sarà chiaro il quadro sulle liste», dice Renzi in Direzione facendo scendere il gelo sugli astanti in sala che speravano in un quadro più chiaro. Impossibile perché la situazione è quella che è: «Gli spazi si riducono, deputati e senatori uscenti non saranno tutti riportati nel Parlamento, anche perché un partito non si può riproporre con gli stessi volti», ed è un'altra doccia fredda. Ma stavolta Renzi è stato chiarissimo e chi vuole correre dovrà guadagnarsi tutto negli scontri diretti. «La garanzia dei posti in Parlamento non c'è senza un quadro che ora manca. Ha un posto sicuro solo chi si prende il voto sul collegio, dobbiamo essere chiari. L'idea che esistono posti intoccabili non è vera», chiarisce il segretario. Ancora un'altra settimana di passione, quindi, per chi scalda già i motori con la quasi certezza di doversi sudare la partita. Specie in Campania dove i democrat sono stretti tra un centrodestra in grande spolvero e i grillini in rimonta. E anche il posto in listino può essere una partita a dadi.

A Napoli, ad esempio, vengono calcolati non più di sei posti sicuri. E se in testa del listino ci metti Paolo Siani e gli uscenti Tartaglione, Amendola, Valente, Migliore e Di Lello non rimane molto. Stretti tra i consiglieri regionali che hanno chiesto la deroga (Loredana Raia, Nicola Marrazzo, Rosa D'Amelio, Stefano Graziano, Gennaro Oliviero, Antonio Marciano e Lello Topo). Con quest'ultimo davvero deciso e supersponsorizzato dal suo capocorrente Lorenzo Guerini che pressa per metterlo nel proporzionale creando malumori tra gli altri. Vedremo. Mentre da Salerno pressano De Luca jr (verso il collegio a questo punto), l'ex sindaco Alfieri e Tino Iannuzzi, l'unico parlamentare campano a chiedere la deroga per i tre mandati.

Intanto ieri mattina è stata respinta la richiesta di sospensione del congresso metropolitano Pd presentata da Nicola Oddati e da altri iscritti. I giudici hanno deciso per il no alla sospensione ed hanno rinviato a marzo il secondo ricorso che riguarda la proclamazione del segretario e degli organismi. «Speravo in un accoglimento già in questa prima udienza ma il percorso giudiziario continua e sono sicuro che non potrà non riconoscere la fondatezza delle nostre ragioni: perché metà partito a Napoli - commenta Nicola Oddati - è stato tagliato fuori».
 
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