Lega, in Campania i candidati vengono dal Nord gli esclusi in rivolta

Lega, in Campania i candidati vengono dal Nord gli esclusi in rivolta
Sabato 3 Febbraio 2018, 08:22 - Ultimo agg. 09:15
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Carlo Porcaro
Via dal simbolo, il Nord è tornato nelle liste. Blindati i collegi di Gianluca Cantalamessa e Pina Castiello, la Lega ha piazzato in Campania politici dalle evidenti origini settentrionali. «Stiamo subendo la conquista del Sud», la lamentela della base di centrodestra, pronta a boicottare i candidati di Matteo Salvini. Como, Mantova, Cremona: queste le città di provenienza dei candidati inseriti in posizioni considerate «utili» cioè eleggibili.
Al collegio proporzionale di Napoli città troviamo Guglielmo Golinelli, direttamente da Mirandola, comune dell'hinterland modenese; a Napoli Sud, dopo l'accoppiata Cantalamessa-Castiello, è stata candidata Claudia Gabbato di Cremona; Alessandra Locatelli, vicesindaco di Como, è stata messa come numero 2 nel collegio di Salerno alla Camera; per Napoli nord alla Camera figura Francesca Gerardi, nativa di Pontecorvo, in provincia di Frosinone; al Senato hanno catapultato il comasco Enrico Rivolta; sempre per Palazzo Madama concorre Stefano De Luca del Partito Liberale, ex sottosegretario nei governi Andreotti, De Mita, Goria e Amato. Insomma, tanti - troppi secondo i militanti di centrodestra - dal Nord in Campania. Politici impegnati in questi giorni a lavorare più per eleggere il loro Giuseppe Fontana a governatore della Lombardia che a curare la candidatura in Campania. Questo il retroscena: le trattative sono state condotte da Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega, il quale ha lavorato per piazzare i suoi anche fuori dai confini geografici naturali. Blindati invece Cantalamessa a Portici, sua città di origine, e Castiello, che corre ad Aversa pur essendo di Afragola: posizionamento che ha creato malumori così gravi da portare alle dimissioni dei vertici leghisti a Caserta. La loro elezione libererebbe posti utili nei plurinominali.
Tanti i fan della Lega esclusi in favore dei nordisti. Nelle ultime ore, non a caso, su Facebook il coordinatore campano Cantalamessa ha duellato a distanza con l'ex consigliere regionale Carlo Aveta che, quando si era avvicinato al partito con l'associazione «Sud in testa», disse: «L'unico voto utile all'interno del centrodestra è per la Lega, garantisce che non ci saranno ribaltoni, ha dimostrato che il territorio va tutelato, amministrando egregiamente Veneto e Lombardia ha dato prova di saper governare. Il progetto di una Lega nazionale è ciò che mancava, l'intuizione di Salvini è geniale, un modello di partito e di buon governo da condividere in tutta Italia. Il nostro Paese è minacciato da potenze economiche e finanziarie estere, solo se uniti riusciremo a sopravvivere, la rivalità tra Nord e Sud è un film in bianco e nero del secolo scorso, la storia ci insegna che divisi si perde sempre». Alle invettive post-presentazione di lista («la Lega cerca consensi al Sud per eleggere parlamentari del Nord, avevano ragione tutte quelle persone che dal primo momento hanno compreso il bluff di Salvini, lo ammetto, io sono uno dei tanti meridionali che c'era cascato», Cantalamessa ha replicato piccato: «Carlo, cinque giorni fa eri nel mio ufficio a parlare di una tua candidatura. A differenza tua, ho scelto questo progetto nel 2014 quando la Lega era all'1,7 per cento su base nazionale. Non lo considero un mio giocattolo, ma penso che nel mio piccolo ho contribuito a costruirlo. E la scelta dei vertici del partito di candidarmi in più collegi credo ne sia la dimostrazione. Per ciò che attiene alle mie remore in merito all'ingresso di big o presunti big nel partito, il tuo discorso non è credibile. Ho uno splendido rapporto con Pina Castiello, deputato uscente e già consigliere regionale che ha aderito quasi due anni fa. Ho remore a far entrare chi ha perso la bussola e forse anche quella passione che lo ha caratterizzato per tanti anni. E di questo me ne dispiaccio non per me, ma per quel ragazzo che aveva una passione ed una credibilità tanti anni fa e che oggi non ha più».
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