Elezioni 2022, Enrico Letta a Napoli con De Luca: arrivano tutti i big nazionali

Elezioni 2022, Enrico Letta a Napoli con De Luca: arrivano tutti i big nazionali
di Gennaro Di Biase
Domenica 18 Settembre 2022, 23:11 - Ultimo agg. 19 Settembre, 19:45
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I big della politica tutti a Napoli, dal Pd ai 5 Stelle, da Letta a Di Maio, da Franceschini a Conte. In attesa della visita di oggi del leader del Pd, che lancia lo sprint in vista delle urne per vincere la battaglia all’ultimo seggio che sta avendo luogo in città, ieri è toccato al ministro della Cultura – candidato al Senato a Napoli – fare di nuovo capolino nella zona collinare. E Dario Franceschini non ha scelto un luogo casuale per incontrare gli elettori a 7 giorni dal voto e affermare la sua intenzione di «difendere con i denti il Patto per Napoli». Una passeggiata nel bosco di Capodimonte: in quel parco che – grazie proprio a Franceschini – 7 anni fa fu protagonista dell’unificazione delle due sovrintendenze, e che dall’agosto del 2015 è diretto da Bellenger, presente ieri assieme all’assessore al Turismo Teresa Armato e al consigliere comunale Gennaro Acampora. Il polmone verde della collina, dal 2015, si è trasformato in un gioiello. 

Tutti a Napoli, dicevamo. Partenope sarà decisiva per le elezioni, come ammette Franceschini: «In Italia si vince se si recupera al Sud. Questa è la grande sfida di oggi». Nelle prossime ore, infatti, si stringeranno in città le fila del Pd. Enrico Letta, ieri a Monza, arriverà nel tardo pomeriggio alla Stazione Marittima, dove incontrerà il governatore De Luca. Martedì pomeriggio il leader del Pd sarà invece a Portici con Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza (di mattina, il 20, dovrebbe fare tappa a Salerno). Napoli caput mundi in vista del voto: ieri il numero uno di Impegno Civico, Luigi Di Maio, è stato avvistato all’Arciconfraternita dei Pellegrini, dove ha assistito alla messa di Don Tonino Palmese. Il 21 settembre toccherà a Giuseppe Conte arrivare in città: soste a Bagnoli, Torre del Greco, Acerra e Giugliano.

La sinistra, chiamata a far fronte allo strappo Pd-5 Stelle, sta sprintando per ottenere risultati all’ombra del Vesuvio. Nei giorni scorsi Manfredi ha assicurato il suo voto a Franceschini, ma lo stesso sindaco si era espresso con rammarico sul fallimento di un «modello Napoli» su scala nazionale, che avrebbe portato l’alleanza pd-5 Stelle a contare su una «maggiore competitività». «Manfredi ha ragione – riconosce Franceschini – ci abbiamo lavorato per 3 anni, poi i 5 Stelle hanno fatto saltare il governo Draghi per andare da soli alle elezioni, pensando che questo gli avrebbe portato qualche punto percentuale in più. Forse le cose stanno davvero così, ma stiamo parlando di punti che aiutano la vittoria della destra, una colpa doppia». 

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La «difesa del patto per Napoli e del Pnrr al Sud»: queste le specificità individuate da Franceschini sul voto per il Pd a Napoli. «Nel Pnrr abbiamo scelto di destinare il 40% delle risorse al Sud – spiega il Ministro – e il patto per Napoli c’è già: queste cose non si devono toccare. La destra sta cercando di ridiscutere il patto per Napoli e riscrivere il Pnrr a favore del Nord. Difenderemo queste misure con i denti. Gli investimenti in città continueranno negli anni sulla formazione, sul Museo delle Ceramiche, su Pompei, sui Campi Flegrei: storie di grande successo, che dimostrano che le potenzialità di Napoli in Europa non le ha nessuno in Europa». Sulla questione delle eventuali alleanze post-elettorali, Franceschini aggiunge: «Prima vinciamo le elezioni, poi si vedrà. Ma di sicuro, l’avversario è la destra – ribadisce – Con i collegi uninominali vince solo chi arriva primo, e la sfida per arrivare primi è solo tra il candidato della destra e quello del Pd. Gli altri partecipano, ma chi toglie voti al Pd, anche involontariamente, aiuta la vittoria della destra. È importante far passare questo messaggio, ora che il 40% degli elettori è ancora indeciso». «La presenza di Franceschini dimostra che la valorizzazione di Capodimonte è merito in gran parte del ministro della Cultura», ha poi concluso Acampora. 

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