Caso Segre, l'ira del rabbino di Napoli: «Dall'assessore de Majo solo slogan»

Caso Segre, l'ira del rabbino di Napoli: «Dall'assessore de Majo solo slogan»
di Valerio Esca
Sabato 16 Novembre 2019, 08:30 - Ultimo agg. 12:18
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«Non si può nascondere il proprio antisemitismo proponendo la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. È un'operazione strumentale». Dure le parole del rabbino di Napoli, Ariel Finzi, che «appoggia al cento per cento» le parole della senatrice a vita, sopravvissuta ad Auschwitz e testimone dell'Olocausto. La polemica è esplosa dopo la nomina in giunta del neo assessore alla Cultura e Turismo del Comune Eleonora de Majo, accusata di essersi schierata su posizioni anti-Israele. La de Majo getta acqua sul fuoco: «Non mi va di alimentare una polemica all'infinito». «Siamo estremamente preoccupati per l'ignoranza della signora de Majo - tuona Ariel Finzi - parla di cose che non conosce. Parla per slogan, per sentito dire, non sa assolutamente cosa dice, non conosce la storia, evidentemente non l'ha studiata. Sarebbe interessante capire se la signora de Majo è al corrente che i veri oppressori di Gaza, quella che lei definisce una prigione a cielo aperto, non sono gli israeliani, ma i terroristi di Hamas. Le ultime elezioni sono state fatte tredici anni fa. Lei parla di oppressori israeliani quando sono i terroristi che sostengono il governo con le armi ad esserlo».

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Poi il rabbino prova a spiegare il suo punto di vista rispetto alle accuse di antisemitismo: «Non consideriamo antisemita chi non è d'accordo con la politica israeliana. È legittimo criticare la politica di Israele, ma è ben diverso considerare tutto il popolo israeliano, tutte le persone oppressori negli ultimi 70 anni. Questo sì che vuol dire essere razzisti». Poi l'affondo: «Sarebbe bello domandare alla signora de Majo se sa che nel 1967 Israele implorò alla Palestina di aprire una trattativa per la pace e che nel 2000 ha offerto uno Stato che Arafat rifiutò» dice Finzi.
 

 

La de Majo, dopo aver letto sul Mattino il messaggio della Segre, replica così: «C'è un iter da seguire. Ho chiesto al sindaco di poter avviare le pratiche. Per quanto riguarda il resto non voglio portare avanti ulteriori polemiche. Loro hanno una posizione, io la mia. Ho un mondo che sta con me e un mondo che sta contro di me. Il conflitto Israele-Palestina lo studio da quando avevo 14 anni». La neo assessore, attivista di Insurgencia, filo-palestinese, pro-Kurdistan e fedelissima di de Magistris, ha già avuto scontri in passato con la comunità ebraica napoletana. Sulla stessa lunghezza d'onda Sandro Temin, consigliere dell'Ucei (Unione delle comunità ebraiche): «Concordo con le parole di Liliana Segre. Accettare la cittadinanza onoraria del Comune sarebbe stato sicuramente strumentale. Avere rispetto della memoria, come dice sempre il sindaco, perde di valore se non si ha rispetto degli ebrei contemporanei».

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Temin è molto critico: «I cambi decisi dal sindaco mi lasciano sgomento. Essere rappresentato da un assessore alla Cultura che afferma certe cose mi rende a dir poco perplesso. Denotano scarsa conoscenza della situazione israeliana e medio orientale. Per me oggi - ricorda il consigliere Ucei - 15 novembre, è un giorno particolare. Nel 1943 mio zio, un fratello di mia nonna, e mio cugino, Vittore e Mario Hanau, sono stati fucilati dai fascisti a Ferrara, solo per essere nati ebrei. Non temo situazioni a questo livello però bisogna essere attenti. Soprattutto dovrebbe pesare le parole chi ha una carica rappresentativa e responsabilità ufficiali in città. Purtroppo e lo sappiamo l'antisemitismo spesso si cela dietro l'antisionismo». Infine Lydia Schapirer, presidente della Comunità ebraica di Napoli: «Liliana Segre è una grande signora.
Condivido in pieno le sue parole. Accettare la cittadinanza onoraria di Napoli dopo tutta questa confusione sarebbe stata una scelta che si prestava a strumentalizzazioni assolutamente da evitare».

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