Listopoli, il trucco: sotto i 2500 euro non c'è obbligo di dichiarare le cifre sborsate

Listopoli, il trucco: sotto i 2500 euro non c'è obbligo di dichiarare le cifre sborsate
di Luigi Roano
Mercoledì 8 Febbraio 2017, 14:43
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Il trucco potrebbe essere tanto semplice da passare inosservato sotto gli occhi di tutti. Il miglior modo per nascondersi talvolta non è farlo proprio tra la gente? Allo stesso modo, gonfiare le liste elettorali fino al limite massimo con candidati che sicuramente saranno perdenti o addirittura fantasma potrebbe fare rima con finanziamenti per l'intera lista ma da utilizzare solo in parte, magari piccola, e il resto poi si vede.

C'è un'ipotesi investigativa (e giova sottolineare trattasi di ipotesi comunque in campo) nello scandalo di Listopoli - con ben 9 candidati a loro insaputa nella lista Napoli Vale del candidato sindaco del Pd Valeria Valente - che viaggia veloce come una Ferrari verso l'approdo al filone economico, finanziario, in una parola ai soldi. Per gli investigatori della Guardia di finanza il profumo dei soldi è la scia da seguire per venire a capo di una situazione magmatica. Dove non si capisce - per esempio - perché mettere 40 candidati in campo quando erano sufficienti anche meno affinché la lista fosse ritenuta legittima. Una ipotesi investigativa, diciamolo subito in maniera anche brutale, che ha la sua motivazione: gonfiare le liste con candidati fantasma ha sicuramente una motivazione politica, riempirla tutta è come dire - da parte del candidato sindaco - «guardate quanta gente sta dalla mia parte e che nomi, votatemi» ma potrebbe avere un altro risvolto. Più concretamente, la legge stabilisce, in materia di trasparenza sulle spese elettorali, che «è obbligatoria la nomina del mandatario e l'apertura del conto corrente qualora si intenda raccogliere fondi, ricevere servizi o avvalendosi di denaro proprio che supera 2500 euro». Per chi spende di meno c'è solo l'obbligo della rendicontazione. In buona sostanza - questo il ragionamento investigativo - in sede di rendicontazione sotto i 2500 euro si può di base dichiarare anche zero spese, e non avendo aperto conto corrente o postale non c'è tracciabilità di nulla è una autocertificazione.

Di conseguenza, se arrivasse un finanziamento per l'intera lista, ma questo non venisse spalmato su tutti i candidati, allora bisognerebbe capire dove questi soldi sono andati a finire. Se poi - volendo far correre il ancora più forte quel treno investigativo - questo ragionamento lo si moltiplicasse per tutte le liste da cui è appoggiato un candidato sindaco, la questione dei soldi inizierebbe ad assumere contorni più corposi. Non è un caso che i responsabili della lista Valeria Vale hanno presentato un bilancio preventivo delle spese sostenute in base alla legge elettorale per una cifra di 26mila euro: sono pochi? Sono tanti? Una cosa è certa, gli inquirenti ci stanno lavorando sopra in maniera forte per capirlo.

Proviamo a fare altri conti giusto per concretizzare l'ipotesi investigativa in corso: 2500 euro moltiplicati per quaranta componenti di una lista fanno 100mila euro. Anche qui: se si moltiplica il tutto per altre centinaia di candidati, tutti rigorosamente sotto i 2500 euro di spese il discorso è chiaro che andrebbe approfondito e spiegato. A un certo punto però il meccanismo si inceppa, perché spuntano i candidati fantasma, sono 9, un quarto della lista della parlamentare ex candidata sindaco, vale a dire gente che è stata candidata senza che ne sapesse nulla. Si tratta nella maggior parte dei casi di persone anche di un certo livello, avvocati, docenti, professionisti che ricevono a casa l'avviso di rendicontazione del collegio di garanzia elettorale che commina una sanzione di base da 25mila euro che può arrivare a oltre 100mila. Scatta il panico e 9 vengono così a conoscenza di essere stati candidati a loro insaputa.

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