Consiglio comunale di Napoli, Caldoro salva de Magistris: «Un errore far commissariare il Comune oggi»

Consiglio comunale di Napoli, Caldoro salva de Magistris: «Un errore far commissariare il Comune oggi»
di Carlo Porcaro
Giovedì 3 Dicembre 2020, 12:00 - Ultimo agg. 20:06
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«Deve essere chiaro che il nostro avversario non è solo de Magistris, ma soprattutto De Luca. L'arrivo del commissario al Comune di Napoli sarebbe un danno enorme per la città. Maresca? Un nome che ci consentirebbe di allargare il campo per provare a vincere una sfida non influenzata dal Covid». Stefano Caldoro, capo dell'opposizione in Regione, è anche il regista della strategia dialogante messa in campo da Forza Italia sul fronte Palazzo San Giacomo. O meglio da una fazione del partito con la contrarietà dell'altra fazione. Gli azzurri non voteranno il bilancio, ma non intendono fare da sponda al Pd considerato schiacciato sul governatore Vincenzo De Luca «che vuole comandare da Salerno», come commenta lo stesso Caldoro. Quanto alla faida interna, l'ex presidente della Regione giudica «sbagliate» le ultime accuse formulate dal coordinatore berlusconiano Domenico De Siano e difende l'eurodeputato Fulvio Martusciello «il dirigente che si è speso di più durante le regionali». La guerra non terminerà a breve, ma certamente lo scenario in costruzione sulle comunali nel momento in cui dovesse ricevere il via libera di Berlusconi determinerà definitivamente i vincitori e gli sconfitti. 

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Caldoro, ribadisce il no al commissario al Comune di Napoli?
«Io penso che, premesso il ruolo dei consiglieri comunali, il centrodestra debba guardare oltre lo scontro tra de Magistris e il Pd di De Luca».

Al momento però è questa la partita in gioco.
«Siamo in piena rossa e dobbiamo considerare quale sia la scelta migliore per la città.

Il commissario può solo fare danni a imprese, cittadini e lavoratori. Se poi ci aggiungiamo i pasticci del Governo quando nomina i commissari, vedi il caso Calabria, la mia richiesta si rafforza. Non possiamo votare il bilancio, ma no al commissario».

Anche se ciò significa salvare de Magistris, sulla cui gestione amministrativa avete un giudizio negativo?
«Qui non si salva nulla perché mancano tre mesi e de Magistris non è ricandidabile. Il centrodestra lasci lo scontro alle varie sinistre e accenda i riflettori sui loro transfughi. Negli ultimi mesi, ben sei consiglieri sono passati dalla maggioranza arancione a De Luca: questa è la vera vergogna. Al Pd chiedo: perché un anno fa non avete firmato la mozione di sfiducia al sindaco?».

Il vostro coordinatore De Siano sostiene che il sindaco deve cadere. Qual è allora la posizione di Fi?
«De Siano l'ho sempre difeso, ma le sue ultime dichiarazioni al Mattino di rottura anche personale non appartengono a chi riveste il suo ruolo. Consiglio invece equilibrio e capacità di mediazione».

Lei ha favorito un ragionamento di dialogo al Comune e si è schierato chiaramente, quindi partecipa alla guerra interna?
«Dico sempre la mia. Come non si fa per esempio a riconoscere a Fulvio Martusciello di essere stato il dirigente di Forza Italia che più ha lavorato per la lista alle regionali. Bisogna essere giusti ed equilibrati».

Come ne uscirete, considerando che queste divisioni vi hanno portato ad una pesante sconfitta alla Regione?
«Lavorando tutti insieme, e sottolineo tutti, per il rinnovamento. Anche con l'aiuto dei vertici nazionali perché appare evidente come Napoli e la Campania siano centrali. Alle comunali dobbiamo arrivare con un clima tale che ci permetta di vincere».

Non come siete arrivati alle regionali.
«Lì c'è stato l'effetto Covid, al Comune no: la partita è apertissima. Berlusconi che farà? Lo ha sentito in queste ore? Non tiro mai in campo il presidente. Lui chiede sempre che la classe dirigente locale sia matura e pronta per vincere le battaglie. Devo dire che la sua posizione a livello nazionale sullo scostamento di bilancio e sul dialogo istituzionale rappresenta un esempio per noi».

Bisogna vedere che ne pensano i vostri alleati Lega e Fdi?
«Il centrodestra da solo non basta per vincere. Dobbiamo essere uniti e poi aprirci all'esterno. No al toto-nomi che è una scorciatoia per non ragionare. Rendiamo credibile il progetto, parliamo ad un mondo molto più largo. Mi sono permesso di dare un contributo come candidato presidente sulla città, si può partire magari da quello«.

Cosa pensa di Maresca candidato di natura civica o di Rastrelli che avrebbe una connotazione più politica?
«Do un giudizio positivo di entrambi, con una constatazione: Maresca ha oggettivamente una maggiore potenzialità di allargamento nell'ottica che dicevo prima, mi pare abbastanza ovvio. Intanto i leader nazionali diano il via da subito nelle grandi città ad un tavolo programmatico unitario».

Temete che De Luca possa esercitare influenza sulla città?
«Dinanzi a noi abbiamo un avversario che non è più in campo ed un altro che vuole impropriamente occupare ed egemonizzare da Salerno la città di Napoli. Vedo solo il Pd di De Luca».

Lancia un amo a chi nei democratici non si riconosce in De Luca?
«Potrei farlo, ma non vedo esponenti Pd che si differenziano. Allora il centrodestra non litighi al suo interno, meglio concentrarsi su questo pericolo. Non potranno mai fare l'interesse di Napoli».

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