Lockdown a Napoli, De Luca detta le condizioni: «Si chiude solo se lo fa Conte»

Lockdown a Napoli, De Luca detta le condizioni: «Si chiude solo se lo fa Conte»
di Adolfo Pappalardo
Lunedì 2 Novembre 2020, 08:30 - Ultimo agg. 17:00
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Ora lo scontro è su chi debba decidere sulle strette. Che sia un lockdown generalizzato, che il premier non vuole, o mirato su alcune realtà locali. E più che uno scontro è una diversità di vedute che il vertice di ieri mattina (tra Regioni con i ministri Boccia e Speranza) non è riuscito a sciogliere. Tanto che ci si aggiorna di nuovo a stamattina, prima di un intervento del premier in Parlamento e un Dpcm che dovrebbe arrivare già stasera.

Anzitutto a dominare la classifica dei contagi è sempre la Lombardia con 8.607, seguita poi dalla Campania con 3.860. Ma il punto vero rimane chi debba prendersi la responsabilità di misure impopolari. I governatori non vogliono che l'onere di trasformare in zone rosse le grandi città ricada tutto sulle loro spalle. «Più ci sono misure nazionali più diamo un senso di uniformità perché sarebbero più facili da spiegare al Paese anche perché la situazione è diffusa in tutto il Paese. Meglio qualche misura più restrittiva oggi per evitare di intervenire ogni settimana», premette l'emiliano Stefano Bonaccini, in veste di presidente a nome dei colleghi governatori.

E sempre lui fa presente come la chiusura dei centri commerciali nel weekend «l'avevamo già proposta per l'ultimo Dpcm mentre sul trasferimento tra Regioni potremmo contenere la trasmigrazione se non per motivi di lavoro o salute mentre - avrebbe aggiunto sempre nel vertice - si potrebbe ragionare su una limitazione della circolazione dopo un certo orario eccetto per motivi essenziali». E sono i punti principali che Conte andrebbe ad inserire nel nuovo Dpcm di stasera che prevede un coprifuoco dalle 18. Anche se alcuni governatori del Nord vorrebbero portarlo alle 20. Misure su cui, più o meno, sotto tutti d'accordo. 

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Discorso diverso, invece, è la possibilità di chiudere intere città. Nel mirino ci sono Milano e Napoli ma sia Fontana che De Luca non ne vogliono sapere di dover decidere con propri poteri. Senza contare come il governatore lombardo non ci sta a un lockdown locale mentre il collega campano è assolutamente d'accordo a una chiusura, sul modello di marzo scorso, ma con garanzia di ristoro per gli operatori economici danneggiati da parte del governo. Ma, questo è il punto di scontro, chi decide? Conte è orientato a una cornice larga di disposizioni dove poi, raggiunto un certo indice prefissato, dovrebbero essere i governatori a chiudere.

«La logica dei singoli territori non ha senso perché l'epidemia è diffusa. Serve muoversi in maniera unitaria e sono d'accordo con Bonaccini - è l'intervento di De Luca al vertice di ieri - sulla necessità di misure nazionali per dare segno di unità dei livelli istituzionali». Perché secondo De Luca «differenziazioni territoriali porterebbero a reazioni diverse: in Campania non sarebbero capite e sono improponibili perché i livelli di controllo non esistono». Ha chiaro il governatore il problema: una cosa è una zona rossa per una cittadina di 30-40 mila abitanti, un'altra è per una regione o un capoluogo da un milione di abitanti come Napoli. Non ci sono solo nodi logistici e di controlli ma anche problemi di tenuta sociale e rischio di disordini, come accaduto una decina di giorni fa, proprio nel capoluogo partenopeo, quando De Luca parlò di una chiusura esclusivamente campana. Un plot che il governatore non vuole assolutamente ripetere. Nessun passo, indietro, quindi ma che sia ora il governo ad assumersi le responsabilità senza che ricadano sugli enti locali. E, sopratutto, ci siano maggiori controlli. 

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«Il 60 per cento dei positivi in Campania sono nell'area metropolitana di Napoli e per questo - spiega sempre De Luca - è stata vietata la mobilità tra comuni ma non ci sono i controlli. Abbiamo alcune zone rosse ma abbiamo deciso con i prefetti di presidiare le zone centrali». E se le misure sono nazionali, è il ragionamento del presidente campano, toccherà poi al sistema centrale garantire forze di polizia per il rispetto delle norme. Altrimenti è inutile.

Ma a questo punto, e De Luca lo ribadirà stamattina, serve una misura forte. Napoli e la sua area metropolitana, infatti, da giorni viaggiano su una media di 700 nuovi contagi ogni 24 ore. Troppi senza che il sistema sanitario non vada in tilt nel giro di pochi giorni se non si allenta la morsa. E l'unico modo è un lockdown. Ma che lo decida il governo per De Luca che, stavolta, non vuole anticipare provvedimenti simili.

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