Luca Trapanese assessore al welfare: «Solo e senza fondi, assurdo lavorare così»

Luca Trapanese assessore al welfare: «Solo e senza fondi, assurdo lavorare così»
di Valerio Esca
Sabato 27 Novembre 2021, 12:00 - Ultimo agg. 17:03
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«Sono solo. Non ho staff, ho due impiegati in segreteria e una volontaria che mi aiuta. Quando posso rispondo anche al telefono». Il grido d'allarme arriva da Luca Trapanese, assessore comunale alle Politiche sociali, che mette in fila le emergenze alle quali il suo assessorato non riesce a dare risposte, a causa del buco di bilancio da 5 miliardi di euro. L'assessorato di Trapanese attraversa tutte le deleghe afferenti al terzo settore: politiche di inclusione sociale, contrasto alla povertà, minori, immigrazione e politiche di integrazione migranti, diritti e pari opportunità delle persone con disabilità.

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Con il cappio al collo del debito è così difficile amministrare?
«È come essere nel dopoguerra: siamo all'anno zero.

Si fa fatica su tutto. Cerchiamo addirittura di non stampare perché manca il toner nei macchinari. Quando è proprio necessario stampiamo su fogli riciclati fronte-retro. Ma magari fossero solo questi i problemi».

Qual è l'emergenza più impellente?
«Non riusciamo a dare risposte ai genitori con bambini disabili. Non abbiamo fondi per l'assistenza materiale e l'assistenza specialistica. Siamo al 26 novembre e non riusciamo ad accoglierli nelle scuole. Noi siamo obbligati dal punto di vista legale a garantire delle figure di sostegno, ma non abbiamo le risorse. Forse riusciremo ad assicurare qualche spicciolo per ogni scuola, ma non basta. Sono tantissime le dirigenti scolastiche che ci contattano per sollevare questo problema. L'ultima mi ha telefonato da una scuola della terza Municipalità. Non hanno le risorse nemmeno per attivare le mense scolastiche».

La difficoltà amministrativa nasce soltanto dall'aspetto economico-finanziario o anche delle risorse umane?
«È un cane che si morde la coda. Essendo un Ente in predissesto il Comune non può attivare nuove assunzioni. La mia segreteria ha 4 postazioni, ma posso contare su una sola risorsa. Ovviamente quando ha finito il turno, dopo otto ore, va via e la segreteria resta sguarnita. Non c'è possibilità per il Comune di fare le turnazioni: non ci sono soldi. Una sola persona deve fare tutto, mentre un'altra si occupa esclusivamente del protocollo. Così diventa tutto faticoso. A volte mi metto io a rispondere al telefono».

In questo mare di problemi immaginiamo che sia un'utopia pensare di risolvere l'annosa questione delle assistenti sociali.
«Abbiamo un assistente sociale ogni 2mila persone. Non riusciamo a coprire le percentuali minime necessarie sui diversi territori. Il debito incide su tutto, anche sui progetti che vorremmo portare avanti. Non abbiamo funzionari, non abbiamo contabili, non abbiamo chi possa poi eventualmente seguirli».

Questo cosa implica?
«Che se il Comune, in particolar modo il mio assessorato, riesce ad aggiudicarsi un bando non c'è chi possa occuparsene. I nostri dirigenti sono bravissimi a partecipare e ad aggiudicarsi i progetti, ma poi non ci sono funzionari o amministrativi che li possano portare avanti. La lista delle difficoltà è infinita».

Ci aiuti a capire meglio.
«Abbiamo delle nostre strutture operative che potrebbero essere un faro nella città, da utilizzare come dormitori. Penso ad alcune case a San Nicola al Nilo. Non abbiamo i fondi per riparare le perdite d'acqua e le colonne fecali non funzionanti. E ancora: ho una lista di persone che aspetta l'assegno di cura da un anno, invece dovrebbero riceverlo mensilmente».

C'è almeno una nota positiva?
«Assolutamente sì. C'è una grande voglia di vincere questo momento da parte di tutta la giunta. Siamo in attesa che arrivino belle notizie da Roma. Aspettiamo fiduciosi, perché Napoli è nel cuore di tutti. Siamo certi arriverà la risposta che il nostro sindaco attende da tempo». 

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