Luigi de Magistris candidato a Napoli: «Il reddito di cittadinanza è utile ma va modificato, l'obiettivo dev'essere il lavoro vero»

Luigi de Magistris candidato a Napoli: «Il reddito di cittadinanza è utile ma va modificato, l'obiettivo dev'essere il lavoro vero»
di Luigi Roano
Giovedì 15 Settembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 16 Settembre, 17:03
4 Minuti di Lettura

Luigi de Magistris - ex sindaco di Napoli ed ex parlamentare europeo - lei con la sua Unione popolare è candidato alla Camera nei collegi plurinominali Campania 1 e 2 cioè anche a Napoli e all'uninominale a Napoli : cosa si aspetta dalla sua città dopo due lustri di amministrazione?
«Sono molto fiducioso, i napoletani sanno che ho dedicato tutta la mia vita a Napoli di cui sono stato il sindaco più longevo. Ho preso una città rassegnata, la città della spazzatura. Ora è quella dei turisti. Mandare in Parlamento me significa difendere la città. Che mi spenderò per Napoli al di là del colore del sindaco che la governa e penso sia un dato utile anche per chi la pensa diversamente da me. Mi batterò contro leggi assurde come l'autonomia differenziata. Aggiungo anche che nell'uninominale nel mio collegio sono l'unico napoletano doc. Io non uso la città come una catapulta».

Appunto a Napoli c'è preoccupazione, dal centrodestra sostengono che il Pnrr se vincono lo cambieranno e quel 40% dei fondi potrebbe dimagrire...
«Ce lo hanno già sforbiciato, doveva essere il 70%, sono soldi pubblici che spettano al sud e io sono una garanzia in termini di trasparenza su come vanno spesi.

A oggi che del Pnrr si parla solo, mi pare uno strumento sul quale si fanno annunci ma di concreto vedo poco. Invece il Pnrr deve essere strumento di riconversione ecologica, per ridurre le diseguaglianze e creare più coesione sociale, infrastrutture più moderne come le ferrovie e quelle digitali. Poi penso a una sanità più robusta, con più posti letto e più medici. Di certo il sud deve utilizzare bene il Pnrr e la mia esperienza servirà per evitare che il denaro pubblico non debba essere una occasione ghiotta per la criminalità organizzata che penetra nelle Istituzioni».

A rischio - con un nuovo governo - ci sarebbe anche il Patto per Napoli che in fondo riconosce come il famoso debito ingiusto da lei denunciato era una realtà.
«Io difenderò la mia città e il popolo di Napoli. Ormai è conclamato che nonostante avessimo ragione a noi il potere nazionale quei soldi non ce li ha voluti dare. Siamo delle vittime. Sono arrivate con Manfredi quelle risorse, ma non ho capito ancora cosa ci stia facendo nonostante condizioni politiche di favore. Io farò in modo che non solo non vengano sottratte queste risorse, ma che vengano spese non a beneficio di qualche salotto o di una certa cerchia politica che se la canta e se la suona da sola».

Un altro spauracchio è l'autonomia differenziata
«Il Mattino ha fatto un lavoro importante, ha evidenziato l'iniquità di una legge che va cestinata e distrutta così come il principio della spesa storica. Dico no all'autonomia differenziata che tutela il centralismo regionale. Invece sono molto favorevole - e lo dico da ex sindaco - all'autonomia dei territori. Cioè rafforzare i sindaci e sostenere processi di partecipazione dal basso».

Sia più esplicito.
«Sono testimone vivente di come i sindaci sono stati massacrati dai tagli e se colpisci i sindaci colpisci tutte le comunità nel garantire anche i servizi essenziali. E mancano anche le condizioni per fare investire i privati. Bisogna invece togliere di più a chi ha tanto e far circolare più denaro».

Il reddito di cittadinanza necessita di una riforma o va bene così?
«Non può essere eliminato, ma va profondamente rivisto. La povertà deve essere un passaggio transitorio, altrimenti creiamo un ceto di parcheggiati con dentro chi si adagia o fa lavori in nero. Non lo si può pensare come ha fatto il M5S come un reddito senza creare lavoro, bisogna mettere in campo politiche attive del lavoro, assunzioni nel comparto pubblico, sostenere imprenditori e aziende nel circuito dell'economia produttiva che assumono. Non fare la lotta tra percettori del reddito e chi invece fa lavori anche usuranti e guadagna uno stipendio che non consente nemmeno più di pagare le bollette. In questo senso la nostra proposta è un salario minimo da 10 euro all'ora. Bisogna mettere al centro il lavoro. Così come è il reddito di cittadinanza provoca storture e si configura come un palliativo».

Chi vota lei e Unione popolare chi e cosa vota?
«Siamo l'unica forza politica realmente alternativa con persone che hanno storie credibili e pulite e che si riconoscono come me nella Costituzione antifascista, pacifista, ambientalista e dei diritti. Lo ha riconosciuto anche Melénchon: noi siamo la sinistra». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA