Luigi Di Maio a Napoli: industriali divisi sul reddito di cittadinanza ma uniti su Patto per Napoli e Pnrr

Luigi Di Maio a Napoli: industriali divisi sul reddito di cittadinanza ma uniti su Patto per Napoli e Pnrr
di Valerio Esca
Mercoledì 14 Settembre 2022, 07:05 - Ultimo agg. 14:26
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Il reddito di cittadinanza prima di tutto. Luigi Di Maio, che ieri durante la passeggiata al Rione Sanità si è autoincoronato papà del reddito: «Io l'ho fatto, io lo difendo e io lo miglioro», spinge su un tema che sembra appassionare la gente, ma che non trova sponde nel mondo degli industriali. «Grazie a te facciamo la spesa» ha detto una donna di mezza età che quasi si è chinata a baciare le mani del ministro degli Esteri in via Vergini; «Non accettiamo la logica del reddito perché disincentiva il lavoro» ha invece sottolineato il presidente dell'Unione industriali di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, durante il faccia a faccia tra Di Maio e gli imprenditori napoletani a Palazzo Partanna.

Che agli industriali il reddito abbia causato più danni che benefici è un dato certificato.

Gli industriali intervenuti hanno scattato una fotografia che apre l'obiettivo verso «una responsabilità politica e un'incapacità di portare avanti un progetto che nei fatti finisce per sostituire l'assenza di lavoro». «Noi non abbiamo manodopera a causa del reddito» il coro unanime. Il pensiero del presidente è molto chiaro, lo ha detto al Il Mattino in un'intervista pochi giorni e lo ha ribadito ieri: «Il reddito non può restare così com'è». Il concetto è che «una cosa è sostenere chi, per diversi motivi, è fuori dal mercato occupazionale. Sotto questo aspetto il Rdc è stato fallimentare, tradendo le promesse di partenza ha creato pochissime opportunità di lavoro». Di Maio ha provato a indicare una via d'uscita: «C'è massima attenzione per le politiche del lavoro e del reinserimento delle persone che prendono il reddito e questo è un lavoro che bisogna fare consapevoli del fatto che i centri per l'impiego hanno fallito. Dobbiamo mettere in contatto direttamente con dei database le aziende e coloro che cercano lavoro. Così riusciamo a bypassare un sistema che purtroppo è farraginoso e a costruire quel meccanismo che serve da una parte a soddisfare la richiesta di manodopera e dall'altra l'ambizione di uno Stato di reinserire lavorativamente anche chi è destinatario di un sussidio».

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Il presidente degli industriali ha poi messo sul tavolo gli argomenti contenuti nel documento che l'Unione ha sottoposto ai candidati: Pnrr e Patto per Napoli e Mezzogiorno, «il grande assente di questa campagna elettorale» ha rimarcato il numero uno di Palazzo Partanna. «Salvini e Meloni ha replicato Di Maio - parlano di ridiscutere il Patto per Napoli, di una sede ministeriale a Milano, di riaprire il Pnrr, l'autonomia regionale differenziata. Tutte cose insieme che mi preoccupano per il Sud. Il Mezzogiorno in questi anni ha chiesto e non ottenuto tante cose, ridurre ora la quantità dei fondi è totalmente sbagliato. Chi vuole rinegoziare il Pnrr darà l'impressione della solita Italietta, che invece di rispettare il cronoprogramma farà sembrare che non vogliamo rispettare le scadenze, con l'unico risultato che sarà perdere i fondi». In mattinata invece Di Maio si è dato ad una passeggiata ai Vergini. La preoccupazione, tra tanti, è non solo per l'annunciata cancellazione del reddito da parte di alcune forze politiche, ma anche per l'impennata del costo delle bollette. Luce e gas: «I costi - hanno denunciato in molti - sono insostenibili». «Ma dove vogliono arrivare? - ha urlato un pensionato con l'assegno sociale - O pago le bollette ed il fitto o mangio». A lamentarsi con Di Maio sono stati soprattutto i commercianti della zona, quasi tutti titolari di botteghe a conduzione familiare. 

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