Alessandro Di Battista prova a radicarsi in Campania, il fortino di Luigi Di Maio. Impresa ardua perché qui sono pochi, almeno sulla carta, i suoi fedelissimi. Domenica 18 ottobre, alle 20.30, incontrerà su zoom gli attivisti ed i portavoce locali del Movimento 5 Stelle per confrontarsi in vista degli Stati Generali fissati a tappe (il 23, 24 e 25 ottobre si svolgeranno i primi incontri provinciali, mentre il 31 ottobre si terrà una seconda assemblea regionale ed infine il 7 e 8 novembre una rappresentanza di ciascuna regione presenterà il lavoro svolto sul territorio). Tra gli esponenti grillini campani chi sarà disposto a partecipare alla videoconferenza? Uno dei facilitatori, il senatore Sergio Vaccaro, anticipa per esempio un secco no alla discussione virtuale. Pronta a sostenere la leadership di Di Battista, del gruppo di sette consiglieri regionali, c'è Marì Muscarà che infatti sul suo profilo facebook ha anche pubblicato le password per accedere alla piattaforma online. Gli altri consiglieri a partire ovviamente da Valeria Ciarambino sono tutti dimaiani, favorevoli quindi ad un'intesa permanente con il Pd.
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Di Battista propende per una tesi opposta, l'equidistanza del Movimento rispetto a centrodestra e centrosinistra: «A prescindere dalla legge elettorale che verrà approvata il Movimento 5 Stelle, nel 2023, si presenterà da solo alle elezioni politiche», ha scritto nel suo programma pubblicato su facebook. Vicini alle posizioni dell'avversario di Di Maio, anche il capogruppo comunale Matteo Brambilla, il consigliere municipale Tina Formisani e l'europarlamentare Piernicola Pedicini.
Il tema Mezzogiorno non compare neanche una volta nel lungo post programmatico, che però ha fissato alcuni paletti sulle regole interne messe in discussione da Di Maio. Elezione diretta dei parlamentari (ritorno alle preferenze) con obbligo di candidatura nel collegio di residenza, la prima pietra miliare. Massimo due legislature per consiglieri regionali, parlamentari nazionali ed europarlamentari, la seconda. Per Dibba «chi ha compiuto due mandati (anche non interi) avrà la possibilità di candidarsi, una sola volta, nei comuni di appartenenza». Chi lo seguirà? In Campania corre il rischio di predicare tra pochi.