M5S, terremoto Campania ​nella roccaforte di Di Maio

M5S, terremoto Campania nella roccaforte di Di Maio
di Adolfo Pappalardo
Mercoledì 22 Giugno 2022, 00:00 - Ultimo agg. 15:45
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Il gruppo più consistente, manco a dirlo, è quello campano. Almeno 12 parlamentari, su quasi una sessantina in totale a ieri sera, che dovrebbe ancora allungarsi. È il nocciolo duro dei dimaiani che ha deciso di dire addio all’M5s per la nuova formazione politica del ministro degli Esteri ancora tutta da costruire. In un tourbillon di nomi che, ieri pomeriggio, si aggiungono e si tolgono dalle liste che stanno preparando i fedelissimi dimaiani nel giorno più lungo dell’M5s. Ma il dado è ormai tratto e quella che sembrava una mini-scissione dell’atomo, con il passare delle ore, prende le forme di una piccola slavina che sconquassa davvero il movimento fondato da Beppe Grillo. Con inevitabili ricaschi locali se anche nei gruppi consiliari sui territori iniziano altrettante scissioni. Campania compresa che è stata, da sempre, la vera cassaforte dei voti grillini e capace, appena 4 anni fa, di eleggere ben 60 parlamentari. Il numero più alto in Italia per una sola regione.

Il gruppo centrale non è solo campano ma in generale proviene dal Sud. Dalla Campania, dalla Sicilia e dalla Sardegna con pezzi da novanta dell’esecutivo. Non solo Di Maio, ovviamente, ma anche viceministri, sottosegretari e presidenti di Commissione. Con il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri, romano, e al Mef Laura Castelli, torinese, quello agli Esteri Manlio Di Stefano, palermitano, alla Giustizia Anna Macina, barese, e alla sottosegretaria al Sud Dalila Nesci, calabrese di Tropea. Tutti convinti su una prossima disgregazione dei poli e quindi che al nuovo progetto potrebbero essere interessati anche altri esponenti del governo, da Fi e alla Lega, per una collocazione nell’area moderata. Con un flirt verso l’ambientalismo di Beppe Sala con cui da tempo Di Maio ha avviato un discorso per il futuro. Dalla Campania non esitano a firmare per Di Maio, e quindi per l’uscita dall’M5s, i deputati Luigi Iovino, Alessandro Amitrano, Andrea Caso, Iolanda Di Stasio, Nicola Grimaldi, Marianna Iorio, Pasquale Maglione, Margherita Del Sesto e Vincenzo Spadafora. Dal Senato vanno via dal movimento Sergio Vaccaro, Raffaele Mautone e Vincenzo Presutto. Rimane invece dove è, anche per un legame professionale di vecchia data con l’ex premier, il senatore salernitano Franco Castiello inserito in principio tra i transfughi. 

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«Per ora è un soggetto politico limitato agli ex M5s ma - ragiona il senatore Vincenzo Presutto - si allargherà. Questo però era un passaggio necessario ed obbligato di maturazione politica per noi dell’M5s in previsione delle grandi sfide che ci attendono». Rimpianti? «Conte ha trasformato l’M5s in un movimento preistorico e - aggiunge sempre il senatore napoletano - questo processo di maturazione ed evoluzione riguarderà anche altre formazioni politiche. Ci sono infatti fibrillazioni anche nella Lega e in Forza Italia. E abbiamo la grande responsabilità di lavorare per integrarci anche con gli altri per il bene del Paese». Altri addii in arrivo? «Non posso fare nomi ma altri se ne aggiungeranno nelle prossime ore», conclude l’ormai ex grillino. Ma attenzione perché in Campania rimane ancora un nutrito gruppo fedele all’ex premier Conte. Come il deputato Luigi Gallo che ieri tiene a sottolinearlo in un tweet: «Sono nell’M5s e sostengo il nuovo corso di Giuseppe Conte al servizio di un progetto politico e dei cittadini, non sono tra quelli che fanno politica per il potere.

Semmai ho qualche medaglia per avere sempre attaccato quest’ultimi». Mentre altri ancora, specie gli eletti nelle altre province campane, rimangono guardinghi per capire la rotta migliore da tracciare nei prossimi giorni.  

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A Napoli, invece, città della nascita del primo meet up le divisioni, anche se non ancora ufficiali, pure ricalcheranno quelle romane. Con divisioni nette sia a palazzo San Giacomo che a palazzo Santa Lucia. Al comune, infatti, il gruppo grillino di sei eletti si dimezzerebbe. Pronti all’addio sarebbero Gennaro Demetrio Paipais, Fiorella Saggese e Flavia Sorrentino mentre nel gruppo M5s resterebbero l’attuale capogruppo Ciro Borriello, Salvatore Flocco e Claudio Cecere. Paipais e Saggese sono considerati legati a Di Maio sin dall’inizio della loro carriera politica nel movimento mentre la Sorrentino, che aveva lavorato con il precedente sindaco de Magistris prima di candidarsi con l’M5s, è legata politicamente al senatore Presutto. 

Stessa divisione anche in consiglio regionale. Nel gruppo, sempre composto da sei consiglieri dopo l’uscita di Maria Muscarà, si andrà alla pari. Gennaro Saiello, Michele Cammarano e Vincenzo Ciampi dovrebbero restare “fedeli” al simbolo pentastellato mentre vanno con Di Maio Salvatore Aversano, Gennaro Saiello e Valeria Ciarambino. Quest’ultima, attuale vicepresidente del Consiglio, condivide i natali a Pomigliano D’Arco con Di Maio che è stato anche il suo testimone di nozze. E questi gruppi, sia al Comune che in Regione, trovano anche la quadra perfetta nei numeri: 3 è infatti il numero minimo affinché ogni gruppo possa mantenere la propria autonomia politica e finanziaria. 

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