Vincenzo (De Luca) non è più solo sulla scena. A Palazzo San Giacomo c’è Gaetano (Manfredi). Due politici, comunicativamente e non solo, agli antipodi: l’uno non può essere più lontano dall’altro. Gaetano si sta rivelando in questi due mesi un condottiero che ripudia la masaniellitudine, un leader anticlimax, sempre pacato, a volte eccessivamente, rispettoso della grammatica istituzionale, felpato nell’approccio, suadente nella dialettica, deciso nelle posizioni. Una replica, con i dovuti distinguo, del modello Draghi.
Vincenzo resta Vincenzo, con il suo armamentario oramai collaudato di istrionismo pungente, di sarcasmo al fulmicotone, di randellate verbali a destra a manca, di aggressività e ferocia che per necessità di copione lo costringono a non abbassare mai l’asticella, dal lanciafiamme al napalm per finire agli idratanti a secco.
Si parte dal mood che registra e classifica l’atteggiamento rispetto a singoli argomenti tenuto dagli utenti online mediante la scansione di tutti i documenti che contengono un'opinione positiva, negativa o mista.
Dal 21 al 27 novembre il presidente della Campania ha incassato un mood positivo del 34% contro il 51% del sindaco di Napoli. Questa distanza che si riverbera con le medesime dimensioni sul lato negativo, dove Manfredi tocca il 36% e De Luca il 52%, è di certo un primo significativo indicatore di come Manfredi possa iniziare a insidiare quel campo da anni e fino a ieri dominato senza credibili rivali proprio da De Luca. Se passiamo al censimento critico dell’engagement, grazie sempre all’utilizzo di Liveinsights la piattaforma di ascolto di Blogmeter, troveremo un secondo elemento che conforta questa previsione.
La capacità di polarizzazione di Gaetano Manfredi non è affatto trascurabile proprio perché comparata con quella di un campione di incassi come Vincenzo De Luca. Nell’ultima settima, la linea temporale della somma di tutte le interazioni degli utenti sui singoli post inclusi i commenti ci mostra chiaramente come la “forza tranquilla” del sindaco - per riproporre il fortunato e copiatissimo claim che Jacques Séguéla coniò nel 1981 per la corsa presidenza di François Mitterrand – continua a catturare l’attenzione della rete.
Del resto anche le menzioni, ovvero il numero complessivo di documenti online che contengono le nostre due chiavi di ricerca, ci restituiscono la sensazione che Gaetano Manfredi non sarà per nulla uno sparring partner pronto a farsi sballottare sul ring da Tyson De Luca. I due mettono assieme nell’ultima settimana ben 765 menzioni totali e il sindaco si ritaglia una fetta non trascurabile del 35%. Per completare il quadro probatorio è utile dare uno sguardo veloce alle performance registrate dai rispettivi canali social attivi.
In particolare, il tasso di interazione dei post pubblicati da Gaetano Manfredi su Instagram (al 2,2%) è cinque volte superiore a quello di Vincenzo De Luca (pari allo 0,40%) e addirittura diciassette volte di più se viriamo su Facebook (1,6% per l’ex rettore e ministro e solo l’0,0092% per De Luca). Se la stella nascente del sindaco diventerà luminosa tanto da insediare il dominio di Vincenzo De Luca lo capiremo nei prossimi mesi, intanto, però, rimane un dato inequivocabile che ci conferma che oltre il sistema solare delucacentrico c’è vita e che questa sta prendendo forma attorno alla figura del nuovo sindaco di Napoli.