Manfredi alla presentazione del libro di Velardi: «Spero che il nuovo ministro per il Sud dialoghi coi sindaci»

Manfredi alla presentazione del libro di Velardi: «Spero che il nuovo ministro per il Sud dialoghi coi sindaci»
di Emiliano Caliendo
Lunedì 17 Ottobre 2022, 23:43 - Ultimo agg. 18 Ottobre, 07:21
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«“Impressioni di settembre” è il racconto della campagna elettorale che si è conclusa con la vittoria piuttosto netta e scontata del centrodestra. In questo diario e podcast durato due mesi ho raccontato l’andamento della campagna elettorale, non fermandomi alla cronaca ma cercando di fare delle osservazioni un po’ a latere. Non pensavo di farne un libro, a un certo punto in tanti mi hanno detto: perché non lo fai diventare un libro? Ed eccoci qua». Spiega così la genesi del suo ultimo libro, Claudio Velardi, consulente politico e lobbista di lungo corso a capo della fondazione Ottimisti&Razionali. E nella Sala d’Amato di Palazzo Partanna, sede dell’Unione Industriali di Napoli, le impressioni, appunto, su quanto sta accadendo nello scenario politico nazionale sono tante e diverse.

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Velardi, per anni tra i consiglieri più vicini all’ex presidente del Consiglio, Massimo D’Alema, dispensa a colei che de facto è il premier in pectore un solo suggerimento: «A Giorgia Meloni, dal punto di vista comunicativo, mi permetto di dare un umile consiglio: faccia come Draghi, cioè parli poco e operi tanto. Perché alla fine Draghi è stato secondo me un modello vincente di comunicazione, non ossessivo, né continuo o invasivo ma sempre molto misurato. Draghi ha comunicato poco e bene e questa è la regola base della comunicazione». Chissà che Meloni, anche senza ascoltare un comunicatore esperto come Velardi, non abbia già fatto suo questo modo di comunicare il potere. Sul Mezzogiorno, Velardi fa poi una riflessione che è ripresa proprio all’interno del suo libro: «Non ritengo che il Sud sia stato proprio ai margini della campagna elettorale. Se mezza campagna elettorale è stata costruita sul Reddito di cittadinanza da parte di una delle forze in campo, il M5S, evidentemente il Sud è stato utilizzato.

Il problema è che non è stato, e non è, protagonista della scena nazionale. Questa è la problematica che si dovrà risolvere e spero che lo si farà in futuro».

Nel corso della presentazione, moderata da Laura Valente - alla presenza, tra gli altri, del presidente degli industriali napoletani Costanzo Jannotti Pecci, della scienziata di fama internazionale Annamaria Colao e del sindaco di Ercolano Ciro Bonajuto - tiene banco il dibattito sul tema dell’astensionismo. Questione su cui s’inserisce tra gli ospiti il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi: «È uno dei problemi dell'Italia - sottolinea Gaetano Manfredi - e non meravigliamoci se la gente non a votare, perché non si sente rappresentata e non c’è un minimo di relazione sentimentale con i candidati. Se vogliamo Governi e Parlamenti migliori e maggiore partecipazione dei cittadini, dobbiamo cambiarla». Ai microfoni del sito web de Il Mattino, l’ex ministro dell’Università ha spiegato che la valorizzazione di Napoli e del Sud passerà dal lavoro che il Comune di Napoli dovrà portare avanti in sinergia «col nuovo governo, parlando dei problemi e delle necessità, sempre con grande correttezza istituzionale». «Sono convinto – ha aggiunto - che con il governo ci sarà un buon rapporto nell’interesse dei napoletani e di Napoli». Manfredi fa poi un ritratto di quelle che secondo lui dovranno essere le qualità del prossimo ministro per il Sud: «Dovrà essere attento a quelli che sono i bisogni dei territori ed essere capace di governare i processi burocratici. Spesso le risorse ci sono ma le difficoltà di attuazione e la complessità burocratica rallenta enormemente la realizzazione. Mi auguro poi – evidenzia - che abbia un’interlocuzione forte con le città perché le città sono il luogo dove si gestiscono i servizi di prossimità dei cittadini e i sindaci hanno il polso di quelli che sono gli umori e i bisogni dei cittadini».

Lo storico e saggista Paolo Macry descrive invece l’attuale fase politica italiana, con un governo di destra-centro, come senza precedenti. «Questa è una fase politica di sicuro interessante e nuova: è la prima volta che la destra va al governo, poi si dice destra-centro, ma sostanzialmente è la destra. Come finirà non si sa, è un periodo molto complicato, le difficoltà di ordine finanziario e sociale sono molto grosse. È tutto da vedere, per esempio, Velardi pone il problema del rapporto tra il nuovo governo, la destra e le élites, perché la destra rispetto alla sinistra ha meno rapporti sperimentati con le élites di questo Paese, mentre la sinistra governa ed è una sinistra establishment. Questo è un grosso tema da cui dipende molto l’efficienza di questo governo. È una svolta ed è una svolta di cui oggi è difficile dare una prognosi».

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