«No alla manovra contro il popolo», diecimila lavoratori da Napoli a Roma

«No alla manovra contro il popolo», diecimila lavoratori da Napoli a Roma
Martedì 5 Febbraio 2019, 13:58
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Duecento pullman con oltre diecimila lavoratori. Entra nel vivo la macchina organizzativa di Cgil, Cisl e Uil Campania in vista della manifestazione nazionale unitaria di sabato 9 febbraio a Roma. Nella conferenza stampa tenutasi in mattinata i segretari generali di Cgil e Uil Campania Nicola Ricci e Giovanni Sgambati e il segretario regionale Cisl Salvatore Topo hanno ribadito l'importanza della manifestazione che li vede protestare unitariamente contro una manovra che «penalizza non solo lavoratori, pensionati, donne e giovani perché incapace di rilanciare l'economia e contrastare l'aumento della disoccupazione, soprattutto quella giovanile e femminile, ma che avrà ricadute nefaste sul territorio campano in quanto priva di un progetto organico di crescita del Mezzogiorno».

«Saremo in tanti a Roma sabato prossimo - hanno affermato Ricci, Topo e Sgambati - per dire una cosa chiara: vanno modificate le politiche di questo Governo che non danno prospettive di crescita e non creano occupazione. La manifestazione è il naturale epilogo ad una serie di richieste mai prese in seria considerazione dal Governo, a cominciare da quelle per il Mezzogiorno che necessita di ulteriori investimenti in infrastrutture e interventi concreti sul sociale. È proprio il Mezzogiorno che potrebbe avere la peggio dalla legge di bilancio 2019, il taglio delle risorse previsto porterebbe un rallentamento della ripresa economica della nostra regione che fino ad oggi ha fatto da volano alla ripresa del Sud».

Anche in materia di autonomia differenziata i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito come essa «è destinata ad aumentare il gap già grave esistente nella qualità dei servizi pubblici in materie quali infrastrutture, scuole e sanità, offerti a quei cittadini rispetto a quelli più svantaggiati del Sud. Disuguaglianza che frena la crescita e lo sviluppo di questi territori». «Noi abbiamo la consapevolezza - hanno proseguito - che il Sud resti una risorsa centrale per rilanciare il Paese: marginalizzarlo ancora di più non conviene a nessuno». «Così come riteniamo che la corsa al regionalismo differenziato potrebbe avere ricadute negative sulla tenuta dell'unità e della coesione sociale del Paese. Per questo - hanno concluso - oltre alla riunione prevista per il 21 febbraio di tutti i quadri e dirigenti delle tre organizzazioni sindacali, abbiamo messo a punto una serie di proposte per continuare sulla strada del dialogo anche a livello regionale per cercare soluzioni per le grandi questioni ancora aperte e far sì che le ricadute della manovra impattino il meno possibile sul territorio».
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