Marano, il sindaco Visconti: «Mai avuto contatti con la criminalità, dal Pd solo ostacoli»

Marano, il sindaco Visconti: «Mai avuto contatti con la criminalità, dal Pd solo ostacoli»
di Ferdinando Bocchetti
Domenica 20 Giugno 2021, 09:19 - Ultimo agg. 21 Giugno, 09:53
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«Sono stato il sindaco più libero che Marano abbia mai avuto. Per ora non voglio commentare il provvedimento del Consiglio dei ministri, sono certo di aver agito per il meglio e di non aver mai avuto contatti con la criminalità organizzata. Leggerò attentamente le carte, proporrò il ricorso al Tar e solo allora entrerò nel merito degli atti che hanno portato allo scioglimento del Comune». È un Rodolfo Visconti, l'ormai ex sindaco di Marano, pronto a dare battaglia quello che rilascia le prime dichiarazioni dopo lo scioglimento per camorra del consiglio comunale, defenestrato per la quarta volta (un record) nell'arco di soli 30 anni.


Visconti, lei già da tempo ha annunciato che non si darà per vinto e che farà ricorso alla giustizia amministrativa. Possibile che non abbia alcun dubbio sul suo operato e su quello dei suoi collaboratori?
«Non ho nessun dubbio.

Considerando le problematiche che attanagliano il Comune, vicende che si perdono nella notte dei tempi, posso dire di aver fatto il massimo e in condizioni difficilissime. Con quello che avevo a disposizione, in termini di risorse economiche e di personale, più di questo non avrei potuto fare. Sono soddisfatto del lavoro delle persone che mi hanno accompagnato durante il percorso amministrativo e se qualche errore c'è stato è stato fatto in buonafede o perché sono e siamo stati mal consigliati».


Eppure sono diverse le vicende che hanno sollevato qualche polverone. Tra i casi più eclatanti, ad esempio, c'è quello della palazzina dei Polverino, con il Comune soccombente sia in sede di Tar che di Consiglio di Stato.
«Cosa dirle: io non so chi abbia sbagliato in quel caso e se il Comune abbia effettivamente commesso delle leggerezze. Quel che è certo è che a Marano basta aprire un cassetto. È un po' come le scatole cinesi: ne apri una e viene fuori di tutto e di più. Sono anch'io curioso di leggere gli atti che hanno determinato lo scioglimento: voglio capire cosa hanno scritto gli ispettori inviati dalla prefettura, solo allora avrò un quadro chiaro della situazione».


Un altro caso finito all'attenzione della Procura di Napoli è quello dell'immobile abusivo che ospita la scuola Garden House, di proprietà di un noto mafioso. Lei, con un'ordinanza, la chiuse e poi la riaprì.
«E lo rifarei altre cento volte. Il diritto allo studio e la serenità dei bambini viene prima di ogni altra cosa».


È certo della buonafede di tecnici, funzionari e dirigenti comunali? L'organico dell'Ente è da sempre chiacchierato e spesso è finito nel mirino dell'autorità giudiziaria.
«Le risorse umane a disposizione erano quelle e io ho cercato di tirare fuori il massimo da tutti. Non c'erano altre possibilità: siamo un Comune in dissesto finanziario e abbiamo l'organico ridotto all'osso. Ripeto: più di questo non si poteva fare».


Il Pd, il suo partito, negli ultimi tempi ha preso le distanze dal suo operato. Il circolo locale, tra l'altro, è stato anche commissariato.
«A Marano non esiste un solo Pd. Alcuni consiglieri, come Pasquale Coppola e Domenico Paragliola, mi sono stati vicini fino alla fine; altri invece hanno preso le distanze. Alcuni di questi personaggi sono da sempre legati a una fazione interna che mi ha sempre osteggiato, fin dalla campagna elettorale del 2018. Qualcuno che, evidentemente, non voleva tra i piedi un sindaco libero e non manovrabile».

Anche il vertice provinciale, però, le aveva chiesto di fare un passo indietro.
«E perché mi sarei dovuto dimettere? Io sono un combattente nato e andrò avanti fino alla fine, fino a quando avrò la possibilità di difendermi. Se dovessi essere reintegrato dal Tar o dal Consiglio di Stato, mi aspetto che sia Marco Sarracino (segretario provinciale dei democratici, ndr) a venire da me per provare a ricucire lo strappo».

È vero che sarà l'avvocato Paolo Leone, figlio del defunto ex presidente della Repubblica, a preparare il ricorso al Tar?
«Stiamo valutando il da farsi: per ora non abbiamo ancora individuato il legale che ci dovrà sostenere in questa battaglia». 

Se i giudici amministrativi dovessero accogliere il ricorso, cosa farà una volta tornato alla guida del municipio?
«Aprire ad alcuni consiglieri di opposizione, persone con le quali si può ragionare e costruire qualcosa. Mi riferisco a Lorenzo Abbatiello, Vincenzo Passariello e Marta Monti».

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