Mastella presenta il nuovo simbolo Dc:
«Senza di me il centrosinistra non vince»

Mastella presenta il nuovo simbolo Dc: «Senza di me il centrosinistra non vince»
di Emiliano Caliendo
Lunedì 25 Luglio 2022, 17:00 - Ultimo agg. 26 Luglio, 07:20
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Per Clemente Mastella la presentazione del simbolo elettorale di Noi di Centro presso il Circolo Rari Nantes di Napoli è stata un modo per dettare alcune condizioni di base su eventuali alleanze. Ma soprattutto ricordare il potenziale peso elettorale della formazione centrista nel quadrilatero di collegi uninominali e plurinominali tra Campania, Molise, Puglia e Basilicata. Un campanile è per sempre d’altronde: il marchio di fabbrica mastelliano sin dai tempi dell'Udeur è infatti presente nel simbolo, cerchio blu fasciato tricolore, con scritta gialla «Mastella – noi Di Centro», con le iniziali D e C in maiuscolo a sottolineare l’eredità - «di cui sono l'ultimo rappresentante dopo l'uscita di scena di De Mita» tiene a precisare Mastella - della tradizione democristiana. 

«Centro affollato? Io lo vedo abbastanza sgombro perché uno pone veti rispetto agli altri». Esordisce così il sindaco di Benevento, affiancato dal vicesegretario nazionale Gianni Stea e dalla moglie, la senatrice Sandra Lonardo. Il primo messaggio è diretto al segretario del Partito Democratico Enrico Letta: «Mi auguro che forte della sua esperienza da democristiano e da persona di grande intelligenza, eviti e faccia evitare i veti. Deve mettere dentro i sindaci e chiedere ad altri sindaci di trovare personalità di rango che hanno consenso elettorale, altrimenti perdono. E lui sarà la prossima vittima, perché dopo le elezioni se non farà questo lui sarà l'ex segretario del Pd». Mastella evita quindi di demonizzare la Meloni - «ha un suo consenso che rispetto» dice - e pone tra i punti programmatici di un'ipotetica alleanza con il centrosinistra il tema del Mezzogiorno: «Hanno l'ossessione della Meloni che io non ho, mentre bisogna presentarsi con un programma serio che non è soltanto l'agenda Draghi ma che guardi le diseguaglianze al Sud in particolare, alle famiglie che hanno difficoltà anche con figli con handicap». Poi da buon primo cittadino ricorda i rischi di una mancata attuazione del Pnrr: «Bisogna andare avanti col Pnrr che rischia di essere strozzato.

Una delle cose da fare è immettere personale nella pubblica amministrazione a partire dai Comuni, quindi fare concorsi come in Francia e altrove. Quando ho iniziato a fare il sindaco cinque anni fa avevo 400 dipendenti, oggi sono a 200. Come faccio a tirare avanti?» 

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Sulle alleanze l'ex leader dell'Uder riferisce che non ha pregiudizi ma che, al contempo, nemmeno necessita di accorpare la sua lista in qualche coalizione: «Se mi chiamano, ascolto tutti. Ma io non vado a elemosinare niente a nessuno, ho la mia forza e ci presenteremo nei nostri collegi ma contro di noi perderanno». A rafforzare la tesi di una presunta forza elettorale sciorina le cifre sulle intenzioni di voto per Noi di Centro in quattro regioni, stimate da un sondaggio condotto da Noto. In Campania, secondo l’istituto di sondaggistica, la lista di Clemente Mastella - che non si candiderà per «l'impegno preso» da sindaco con la sua comunità - gode di un potenziale di voto del 9%. Secondo il sondaggio - racconta Mastella - «in Campania il potenziale di voto è del 9%, in Puglia e Molise 5% e Basilicata 4 per cento». «Interessante il rapporto tra centrodestra e centrosinistra - è stato spiegato -. In Campania c'è al momento un leggero vantaggio della coalizione del centrosinistra, differenza di tre punti. Sono quasi alla pari in Puglia, abbiamo 41 contro 40 - prosegue il sindaco di Benevento -, in Basilicata leggero vantaggio centrosinistra, 42 contro 38, e in Molise alla pari. Sono regioni in cui le scelte delle coalizioni implicano le elezioni dei candidati al Senato». D'altronde, insiste Mastella, «vale più la realtà territoriale di 11 milioni di abitanti tra Campania, Puglia, Basilicata e Molise di quanto non valga l’insistenza su un territorio nazionale del 2%. Il 2% in Toscana non serve, in Emilia-Romagna non serve, il nostro serve. Peraltro, siccome al Sud era molto forte e ancora resterà una traccia discreta del M5S, noi dobbiamo portare avanti l’esperienza fatta da De Luca alle Regionali». 

 

Esperienza che appunto stravinse escludendo il Movimento 5 Stelle. Il sindaco di Benevento lascia quindi intendere che il centrosinistra, se vuole vincere, deve allearsi con lui e lasciar perdere le sirene di un campo largo progressista che includa anche i grillini. «L'alleanza con il M5S sarebbe innaturale, sarebbe un disastro anche se aritmeticamente valgono ancora qualcosa. Poi lo vedete Di Battista alleato con me?», punge il segretario di Noi di centro. «Peraltro – rintuzza - gli consiglio di stare in Siberia, qui fa molto caldo lì si sta freschi, anziché tornare in Italia restasse in Siberia - dice- se mi invitano a pigliare un caffè a Vladivostok ci vado volentieri, porto il caffè napoletano e glielo consegno». E se non bastassero i numeri in base ai quali il centrosinistra potrebbe perdere in numerosi collegi uninominali – «e anche nei plurinominali» fa sapere Mastella – senza il suo apporto, l’ex guardasigilli ai tempi dell’ultimo governo Prodi ne fa anche una questione di scaramanzia: «Consiglio di utilizzare Mastella e i suoi amici per una semplice ragione. L’ultima volta che in Italia ha vinto il centrosinistra è stato il 2006. Chi c’era nel 2006? Mastella. E vinsero grazie ai voti della Campania. Quindi non fosse altro che per scaramanzia, stando a Napoli, per un po’ di iella da evitare consiglio di fare l'alleanza con noi. Chi non la fa sono cacchi propri».

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