Movida a Napoli, la guerra dei tavolini: snobbato il divieto, il sindaco sfida il Tar

Movida a Napoli, la guerra dei tavolini: snobbato il divieto, il sindaco sfida il Tar
di Luigi Roano
Mercoledì 10 Giugno 2020, 08:30 - Ultimo agg. 13:16
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Movida, interviene il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese in videconferenza che stringe un patto con i sindaci metropolitani - e dunque anche con quello di Napoli Luigi de Magistris - per rafforzare il controllo sul by night nelle grandi città. Nella sostanza, sì al divertimento notturno, ma nel rispetto delle regole, la movida non deve essere il lockdown dei diritti, ma, al contrario il rispetto dei diritti di tutti. Di qui il patto con i sindaci che hanno chiesto di potere «adottare provvedimenti per rafforzare le polizie locali, l'accesso alle banche dati per collaborare meglio con le altre forze di polizia» e di potere assumere. Insomma, i primi cittadini rivogliono il potere di fare le ordinanze per controllare i loro territori in maniera diretta senza sottostare alle ordinanze regionali. Il vero cuore del problema vista la guerra tra Regione e Comune che infiamma non solo Napoli. Al momento regna il caos con gli stessi esercenti che non sanno cosa fare. Come organizzare le loro strutture e le strade di Napoli semnbrano una scachiera con luoghi dove ci sono i tavolini e in altri in cui c'è il deserto. E il ministro sembra sensibile alla questione. «È stata anche sollevata - spiega il titolare del Viminale - la questione dell'esercizio dei poteri di ordinanza sindacale con particolare riguardo alla gestione della fase di riapertura delle attività sociali, economiche e commerciali dopo il lungo periodo di lockdown». La sensazione è che ci sarà a stretto giro un intervento del Governo per sbloccare la situazione. Nella consapevolezza che il tema della movida è sociale ed economico e non solo di ordine pubblico.
 

 

Tant'è de Magistris sembra pronto comunque a un'altra sfida all'ultimo pezzo di carta bollata. Dopo la sospensiva del Tar di appena 48 ore fa che ha bloccato parzialmente l'ordinanza del Comune per dare più spazio agli esercenti di mettere i tavolini - solo nella parte in cui lo spazio aggiuntivo impattava con il codice della strada e nei luoghi di pregio artistico - il sindaco annuncia una nuova ordinanza sulla materia e non lesina critiche al Tar. «Chiedo al Governo - dice de Magistris - di intervenire immediatamente c'è chi dovrebbe aiutare nell'attività amministrativa e invece mette ostacoli al raggiungimento di obiettivi che sono nell'interesse pubblico». Quindi l'annuncio che sa di ultimatum: «Il Comune emetterà un nuovo provvedimento d'urgenza perché a rischio ci sono migliaia di posti di lavoro». Il sindaco riproporrà la stessa ordinanza appesantendola perché il Tar sospende «anche la riapertura di parchi e luoghi cittadini che attualmente sono chiusi e che avevamo ordinato di riaprire per ampliare l'offerta di spazi da destinare alla comunità. Una decisione - afferma il sindaco - irresponsabile perché può causare le condizioni di un rischio di diffusione del contagio». Infine un messaggio che sembra indirizzato alla Regione che ha impugnato la prima ordinanza del Comune due settimane fa: «C'è qualcuno che si ostina a non voler vedere, qualcuno che si gira dall'altra parte. Le guerre personali le lasciamo ad altri». 
 

La guerra dei tavolini e delle ordinanze spacca la città e in particolare Chiaia. Perché a fare ricorso al Tar contro l'ultima ordinanza del sindaco è stato il comitato «Chiaia viva e vivibile» il cui presidente è Caterina Rodinò. A replicare è il presidente del comitato «Chiaia Night» Aldo Maccaroni. «Si tratta di una vittoria di Pirro - dice il presidente - perché noi le regole le rispettiamo. Il provvedimento del Tar riguarda esclusivamente i progetti complessi, che avrebbero consentito le occupazioni di suolo anche in aree non immediatamente prospicienti o in aree di circolazione non pedonali».
Maccaroni spiega ancora: «L'ampliamento dell'occupazione di suolo di cui fruiscono i locali della nostra Associazione, nello specifico in via Bisignano, rispetta quanto disposto dal regolamento nel totale rispetto delle regole, in uno spazio che va dal marciapiede ai paletti, dunque, senza creare alcuna interferenza al traffico veicolare. Non siamo untori vogliamo solo tornare a lavorare». 

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