Un formicaio, praticamente una paninoteca a cielo aperto, una pizzetteria di 6-7 chilometri quadrati questa è oggi l'area dei tre Decumani e quelle limitrofe e la minaccia è che questo fenomeno tende a crescere. Cuoppi e affini, insegne con Pulcinella grondante il sugo della pizza dalla bocca, coprono i tesori architettonici di quell'area e nascondono uno dei centri storici più antichi del mondo, ma soprattutto rendono quei posti invivibili. Eppure l'aumento delle richieste di autorizzazione per aperture nuovi locali - per il cibo da asporto e inerenti al scomparto del food - è in costante aumento tanto da spingere il sindaco Gaetano Manfredi a chiedere al governo «nuovi strumenti di pianificazione» per fermare la proliferazione di questi locali da cibo da asporto.
I numeri inquadrano bene la realtà. Basta dare uno sguardo alle richieste di Scia - acronimo che sta per Segnalazione certificata di inizio attività - si tratta della dichiarazione amministrativa da presentare in Comune che permette alle imprese di iniziare, modificare o cessare un'attività produttiva. Nel 2021 sono state 1200, nel 2022 c'è stato un aumento del 10% e si arriva a 1320 il totale è 2520, al netto dei locali che già insistono in quell'area. Ed è bene ricordare che il mercato è libero, la Scia è un atto da presentare al Comune perché il Municipio verifichi che il nuovo locale è a norma, nella sostanza non la si può negare. Di qui la richiesta del sindaco di nuovi strumenti normativi. Si spiegano così gli assembramenti non solo nei weekend, la malamovida e il pericoloso mancato controllo del territorio. E questi numeri fotografano solo un perimetro del centro storico quello dei Decumani, nemmeno tutta la città antica e non tengono conto nemmeno dei locali nella zona di Chiaia e del Vomero e dell'area flegrea. Così scatta l'allarme del sindaco in una intervista pubblicata da Il Mattino nella giornata di lunedì: «Ci sono dei livelli di saturazione in alcune aree - e non riguarda solo la movida, penso anche al turismo - e abbiamo bisogno delle soglie al di sopra delle quali non si può andare nell'aprire nuovi locali destinati a cibi da asporto. In questo modo si distribuiscono turismo ed economia anche in altri luoghi». Manfredi al riguardo ha fatto una richiesta specifica al governo: «A noi servono strumenti normativi più flessibili per ridurre la concentrazione dei locali in determinate aree, dobbiamo avere la possibilità di pianificare» le parole dell'ex rettore. Un allarme per tutelare la città e per gestire l'ondata di turisti che gremisce la città. La strategia del Comune ha fatto scattare un altro fenomeno, cioè l'anomala corsa alla richiesta della Scia per evitare la tagliole delle soglie. In Comune analizzano trend e tendenze e da quelle parti arrivano ad a immaginare una corsa alla Scia con numeri più grandi di quelli in possesso, cioè le 2520 richieste di Scia in appena due anni. Una corsa scattata da qualche settimana ovvero appena è venuta fuori la strategia di Palazzo San Giacomo di stoppare l'apertura di nuovi locali di cibo da asporto. Un trend in crescita e i dati della Camera di Commercio - che riguardano tutto il territorio cittadino - raccontano che nel 2020 le richieste di codice Ateco erano 3040, nel 2021 3271 e nel 2022 3458. In soli due anni - questo il tema - 418 nuovi locali del food hanno aperto le botteghe.
In attesa di norme nazionali cosa può fare il Comune? In Municipio l'assessora alle Attività produttive Teresa Armato sta lavorando a due delibere utilizzando gli strumenti normativi attuali che si rifanno alla tutela dei beni culturali e a una legge dell'ex ministro della Cultura Dario Franceschini che punta a tutelare alcune aree per conservarne la loro vocazione. La delibera che riguarda i beni culturali servirà a tutelare - per esempio - le piazze storiche e i luoghi dove ci sono aree monumentali di particolare pregio. In quei luoghi non si potranno aprire locali di food da asporto. La seconda - invece - punta creare aree specifiche. Per esempio a San Gregorio Armeno ci devono essere solo gli artigiani dei Pastori, a via San Sebastiano i liutai e chi vende strumenti musicali e al Borgo Orefici gli artigiani dell'oro. Strumenti che però hanno un limite, quella della programmazione e soprattutto la mancanza di soglie che non si possono superare. Entrambe le delibere dovrebbero essere pronte entro qualche settimana.
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