Piano nazionale del mare, il ministro Musumeci a Sorrento: «Il Mediterraneo fonte di opportunità»

«Così daremo risposte concrete e coordinate alle 8-9 filiere che concorrono alla blue economy»

Il ministro Nello Musumeci
Il ministro Nello Musumeci
di Antonino Pane
Sabato 20 Maggio 2023, 09:00 - Ultimo agg. 15:59
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«Sarà il Piano Nazionale per il Mare a dare risposte concrete e coordinate alle 8-9 filiere che concorrono alla blue economy». Il ministro per la Protezione Civile e per le politiche del Mare, Nello Musumeci ha scelto il Forum Ambrosetti di Sorrento per annunciare un'iniziativa a cui, già da quattro mesi, stanno lavorando insieme i tecnici di undici dicasteri. «Il Pnm - ha aggiunto Musumeci - traccerà le linee guide per tutte le attività che si svolgono sul mare a cominciare da cantieristica, pesca e logistica che concorrono in maniera rilevante alla nostra economia e, soprattutto, vivono un momento di particolare interesse per lo sviluppo che possono avere con le Zone economiche speciali e con le Zone logistiche semplificate. Sono i risultati di una precisa scelta del governo Meloni che ha messo il mare al centro della propria agenda politica».

Ed è partendo da questi pilastri «che dobbiamo guardare al Mediterraneo non più come zona di frontiera - ha sottolineato Musumeci - ma come fondamentale cerniera per fare dell'Italia, e in particolare del Mezzogiorno, un hub pronto a raccogliere i benefici dei grandi investimenti che stanno facendo alcuni Paesi, a cominciare da Algeria e Marocco».

E a proposito di Sud, il ministro per le politiche del Mare ha ribadito la necessità di una strategia integrata delle attività portuali. «È vero - ha detto - i singoli porti rispondono a interessi diversi ma è altrettanto vero che le strategie adottate devono trovare una sintesi capace di far cogliere tutte le opportunità».

Si, le opportunità. Quelle che gli armatori prima di tutti hanno intravisto quando hanno puntato proprio sul Mediterraneo le loro attenzioni. «Il governo - ha detto Luigi Merlo, direttore dei rapporti istituzionali del Gruppo Msc e presidente di Federlogistica - sta provando a costruire una politica del mare dopo anni di ritardi.

Dobbiamo arrivare al piano regolatore del mare e alla delimitazione del nostro spazio marittimo. Questa è una grande opportunità per i porti del Sud: non guardiamo più alla via della seta - ha sottolineato Merlo - che era una via di sola andata, ma dobbiamo mettere insieme regole comuni per tutto il marepolio europeo di cui l'Italia è la piattaforma centrale nel Mediterraneo».

Insomma inseguire subito il Portogallo che proprio su questo settore ha fatto grandissimi passi in avanti e oggi, come sottolineato dal ministro dell'economia del mare, António Costa Silva, tirato in ballo dal direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, «il Pil del mio Paese è cresciuto del 6% nel 2022 e i dati del 2023 sono in linea con lo stesso indice di crescita». 

Il libro bianco al centro del dibattito al Forum Ambrosetti ha messo al centro del dibattito anche la questione energetica su cui è impegnato il governo è su cui lavorano incessantemente gli istituti di ricerca e le banche. «La guerra in Ucraina - ha detto il ministro dell'Ambiente Gilberto Picchetto Fratin - ci ha fatto scoprire che dal punto di vista energetico dipendevamo troppo dall'Est. Ora abbiamo a disposizione un mix energetico che pone il nostro Paese in posizione centrale su questo tema rispetto all'Europa. E il Mezzogiorno è lo snodo per cui sarà il Sud ad aiutare il Nord e l'intera Europa nelle forniture energetiche». 

Picchetto Fratin ha puntualizzato la sua posizione sulla spesa dei fondi europei. «Da tempo sostengo - ha detto - che il nostro Paese non riesce ad avere tempi certi per le decisioni e per le opere. La dimostrazione è che su oltre 100 miliardi di fondi strutturali del periodo 2014-2020 siamo riusciti a spendere meno della metà. È necessario darci una procedura, che non vuol dire superficialità o leggerezza, ma un processo decisionale certo più moderno, che possa accorciare i tempi e che abbia una certezza giuridica».

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Un tema quello energetico su cui si concentrato molte attenzioni. Intesa Sanpaolo sostiene da sempre la crescita economica del Mezzogiorno, che rappresenta la settima area europea in ambito manifatturiero e ospita un quarto delle filiere del Paese. «Incentiviamo i processi di indipendenza energetica delle Pmi - ha detto Anna Roscio, Executive Director Sales & Marketing Imprese - il nostro programma “Motore Italia Transizione Energetica” che prevede linee di finanziamento dedicate. Inoltre, grazie a un plafond di 5 miliardi di euro, favoriamo gli investimenti nelle Zone Economiche Speciali meridionali per rafforzare la competitività del nostro sistema portuale nel Mediterraneo, un mare che intercetta il 20% del traffico marittimo globale e gestisce il 27% delle rotte commerciali dei container. Abbiamo infine già accompagnato quasi 7.000 imprese ad aggiudicarsi bandi del Pnrr, in un'ottica di rinnovata collaborazione tra pubblico e privato». 

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