Napoli, affitti a prezzi stracciati: blitz dei pm, due dirigenti nel mirino

Napoli, affitti a prezzi stracciati: blitz dei pm, due dirigenti nel mirino
di Leandro Del Gaudio
Sabato 27 Aprile 2019, 08:00 - Ultimo agg. 19:04
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Chi doveva pagare non ha pagato. E non lo ha fatto neppure negli ultimi due anni, dopo l'avvio delle prime indagini e delle prime richieste di chiarimenti da parte degli inquirenti, quanto basta a far scattare nuove verifiche. Patrimonio immobiliare, case comunali e fitti a prezzi stracciati, l'inchiesta va avanti: pochi giorni fa, la Procura ha bussato alle porte dell'ufficio case di piazza Cavour e di Napoliservizi, nel tentativo di acquisire informazioni sul buco nero degli immobili.
 
Chiara la strategia degli inquirenti: si mettono a confronto nomi, indirizzi, cifre economiche nel corso degli anni, per capire qual è stato il trend nella riscossione dei fitti da parte di privati cittadini, enti, associazioni, nel tentativo di far rientrare i conti nella gestione del patrimonio immobiliare. Nel mirino della Procura alcune decine di immobili, sulla scorta di un precedente accertamento messo in campo dagli inquirenti della Procura della corte dei conti. Una vicenda, quella dei mancati introiti a Napoli di fitti (già di per sè stracciati o comunque al ribasso) che va raccontata da una premessa: due anni fa, è stata la Procura della corte dei conti a indirizzare ad alcuni funzionari comunali inviti a dedurre, nel tentativo di chiarire per quale motivo alcuni immobili di pregio non rendessero a sufficienza.

Parliamo del corrispettivo di avvisi di garanzia, nell'ipotesi di un danno erariale provocato alle casse comunali di fronte alla gestione poco manageriale dei pezzi pregiati del Comune. Da allora non sembra che la situazione sia tanto cambiata. Ed è su questa linea che si è mossa la Procura di Napoli. Inchiesta condotta dal pm Catello Maresca, ipotesi di abuso di ufficio, riflettori puntati sempre sugli stessi nomi raggiunti in questi ultimi due anni dalle verifiche della Corte dei conti. Chiaro il ragionamento della Procura. Si parte da una domanda: a chi giova questo immobilismo? Per quale motivo - a dispetto di segnalazioni e accertamenti sul piano puramente contabile - nessuno ha messo mano alla storie delle case e degli immobili comunali? Piazzetta francese, piazza Cavour, Napoli Servizi, non sono passate inosservate le richieste di acquisizione di documenti da parte degli uomini della polizia giudiziaria del comando dei vigili urbani (una sezione guidata dal capitano Giuseppe De Martino), si lavora sulle carte, sul confronto di nomi e indirizzi, date e cifre. Sono una settantina gli immobili nel mirino degli inquirenti (sia contabili che della Procura ordinaria), probabile che tra questi ci siano anche i 33 immobili della fondazione Strachan Rodinò (finiti in questi mesi al centro di indagini giornalistiche di Repubblica, il quotidiano on line il Desk, oltre che il Mattino), ma anche altri beni che sono occupati grazie a fitti decisamente agevolati.

C'è un mondo intero nei dati passati allo spulcio in queste ore dalla Procura di Napoli, nel tentativo di fare chiarezza con una matassa di informazioni sulla gestione del patrimonio immobiliare. Due funzionari comunali nel mirino degli inquirenti, probabili convocazioni in Procura a stretto giro. A seguire i conti fatti in questi anni, un fiume di denaro non è entrato nelle casse comunali, a causa della mancata riscossione di fitti da parte di chi aveva il compito - sotto il profilo amministrativo di controllare il rispetto dei fitti. Un problema noto anche all'interno di Palazzo San Giacomo, secondo quanto si apprende dalla lettura delle stesse fonti in chiaro. Pochi mesi fa, ad esempio, il caso dei settanta immobili comunali interessati da accertamenti della Corte dei conti (su cui la stessa Procura della Repubblica ha chiesto relazioni ad hoc a Palazzo San Giacomo) aveva messo in moto una sorta di task force all'interno degli uffici comunali, leggere alla voce «assegnazione di un budget di lavoro straordinario per esigenze varie», a dimostrazione dell'entità del caso.

Ma su cosa fanno leva le richieste di accertamento da parte degli inquirenti? Non esistono al momento ipotesi di corruzione o di scambi di favori tra pubblico e privato, anche se suscita attenzione la specificità di alcuni casi. Immobili al centro e in periferia assegnati e gestiti secondo logiche discrezionali. In sintesi, c'è chi paga fitti molto lontani rispetto a un mercato immobiliare in progressiva espansione, mentre ci sono addirittura casi di fitti non vengono incassati e non reclamati. Un problema di censimento, prima di ogni altra cosa, che però comincia a diventare sospetto. Se qualche anno fa, la storia di fitti non reclamati era stata segnalata dalla Corte dei conti, non si capisce per quale motivo ancora oggi nessuno insiste per ottenere il dovuto. Mesi di verifiche e di incroci di dati, pochi giorni fa la Procura è tornata a chiedere carte e informazioni. Si muove il pool mani pulite, sotto il coordinamento dello stesso Procuratore, la questione degli immobili del patrimonio comunale resta decisamente al centro dell'attenzione cittadina. Altro argomento spinoso, al di là della storia degli affitti a prezzi stracciati, riguarda invece le occupazioni abusive di case popolari. Si tratta di una questione più ampia, che investe anche beni disseminati in altri comuni extra moenia, come le case napoletane nel comune vesuviano di Marigliano, a loro volta terreno di conquista nell'interminabile faida tra i Mazzarella e i Rinaldi. Ma questa è decisamente un'altra storia (e un altro fascicolo d'inchiesta).
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