Napoli, affitti a prezzi stracciati: hotel al consigliere, casa al segretario

Napoli, affitti a prezzi stracciati: hotel al consigliere, casa al segretario
di Paolo Barbuto
Sabato 27 Aprile 2019, 08:00
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Cosa succede se nel Consiglio d'amministrazione di un ente a controllo pubblico siede una persona che si ritrova affittuaria di un immobile di quello stesso ente? Nulla, almeno nella Fondazione Strachan Rodinò, che non prevede nel regolamento una norma che vieta questa situazione: insomma, è tutto consentito: non c'è illecito, di nessun tipo.

Stiamo parlando dell'Istituto che ha un unico grande obiettivo, quello di dare sostegno e favorire progetti in favore dei disabili, in particolare dei disabili visivi. La Strachan Rodinò realizza molti progetti e si sostiene principalmente con i canoni di affitto dei 33 appartamenti che possiede. Il problema è che molti di quegli appartamenti sono ceduti a un canone nettamente inferiore a quello di mercato, si tratta di quelli di maggior pregio che sono abitati da dirigenti, avvocati, persone d'alto rango. La questione l'ha sollevata il consigliere comunale Gaetano Troncone, presentando un dossier nel quale chiede chiarezza e dal quale annuncia che potranno venire fuori tutti i nomi delle persone che pagano poco per appartamenti che valgono tanto e in questo modo sottraggono soldi ai progetti per i disabili. Nel recente passato interrogazioni in tal senso erano giunte anche dai consiglieri Venanzoni (Pd) e Lanzotti (FI) i quali chiedevano, appunto, di conoscere i dettagli della vicenda e l'elenco dei nomi degli affittuari. La questione riguarda il Comune perché è il sindaco che nomina il Consiglio di Amministrazione della Fondazione.
 
E proprio su nomina di de Magistris sedeva in quel CdA Dario Napolitano il quale era anche locatario di un immobile della Fondazione, a via Toledo numero 148. In quella struttura Napolitano ha realizzato un hotel il «Napolit'amo Principe» che va molto bene e, a giudicare dai commenti online è davvero bello. Il canone non è nemmeno basso, 4.800 euro al mese a fronte di un valore medio di mercato di 5.100 euro: siamo lì, insomma. E comunque non c'è nulla di irregolare in quell'assegnazione anche se il sindaco, dopo aver notato la questione, ritenne di revocare la nomina di Napolitano nel CdA della fondazione Strachan Rodinò.

Superata la hall di via Toledo, attraverso un corridoio dell'hotel si giunge davanti a una bella porta a vetri che conduce a uno studio legale. Si tratta dell'ufficio dell'avvocato Giliberti il quale dal 1988 è segretario generale della Fondazione Strachan Rodinò e non ha solo un ufficio al quale si accede passando attraverso l'albergo ma ha anche la residenza all'interno di un appartamento al Vomero della stessa Fondazione per il quale è chiesto un canone di 666,67 euro al mese. Anche in questo caso, lo ripetiamo, nulla di irregolare.

Dallo scorso gennaio il sindaco di Napoli ha nominato un nuovo Cda, solo il neuro oftalmologo Alfonso Porciello è stato confermato, gli altri quattro sono tutti nuovi: Dario Bello, Michelina Caputi, Raffaella Romano e Mario Mirabile che è presidente dell'Unione Ciechi. «L'ufficialità della nostra nomina deve arrivare per decreto della Regione Campania - dice Mirabile - ma quel documento non arriva e nel frattempo resta in carica il precedente consiglio. Noi abbiamo una gran voglia di iniziare. C'è tanto da cambiare...».

Sulla questione dei fitti stracciati della Fondazione è intervenuto il sindaco de Magistris: «Noi non abbiamo la gestione diretta di quei beni ma la nostra linea sul patrimonio immobiliare è tolleranza zero soprattutto sul valore dei canoni che devono rigorosamente essere adeguati a quelli di mercato».

La storia dei fitti stracciati finirà anche in Parlamento. Il deputato e segretario di presidenza della Camera Alessandro Amitrano (M5s) chiede conto della vicenda: «Serve un'operazione-verità sia sui criteri di assegnazione delle case che sui motivi per i quali sono stati fissati canoni al di sotto dei valori di mercato. Il Comune deve fornire tutti i chiarimenti per tabulas, non con gli slogan, è un dovere morale, prima che di legge. Da parte mia depositerò a breve un'apposita interrogazione parlamentare».
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