De Luca va al contrattacco:
«Napoli allo sbando, io la difendo»

De Luca va al contrattacco: «Napoli allo sbando, io la difendo»
di Adolfo Pappalardo
Sabato 23 Marzo 2019, 09:13
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È come se, in un colpo solo, volesse scrollarsi da dosso quello che si dice. Ovvero che è eternamente in rissa con il sindaco de Magistris e che sia diventato il nemico di Napoli. «Gli amici di Napoli stanno in Regione. Evitiamo, quindi, dibattiti da capere», attacca Vincenzo De Luca. E, sillabando, ripetendolo, due volte sottolinea quasi con orgoglio: «Noi siamo i difensori di Napoli, della sua identità e della sua storia». Come a dire: altro che il sindaco (che in mattinata pure l'attacca sul caso Anm). E via, nella sua consueta tribuna settimanale su una tv locale di Salerno, a snocciolare dati e cifre per ribadire il sillogismo di questi mesi: «Gli amici di Napoli sono quelli che erogano risorse, i nemici sono quelli che parlano in astratto e non garantiscono i servizi».

IL CASO
Si inizia dall'Anm, il caso spinoso di questi giorni, ma poi l'ex sindaco di Salerno inizia i suoi cahiers de doléances. «Gli amici di Napoli - elenca De Luca - sono quelli che fanno gli investimenti per le linee della metropolitana, rifanno le stazioni come a Scampia e Secondigliano, compreso le opere urbanistiche esterne che toccherebbero al Comune, che creano lavoro, aprono i cantieri. Quelli che tengono aperto il teatro San Carlo che oggi viene tenuto in vita dalla Regione, un motivo di grande orgoglio per noi, perché il Comune in pratica sta fuori. Non è che il confronto blocca Napoli, la città è bloccata dai debiti e dalla disamministrazione».

 

Si ferma un attimo quasi per scusarsi («Non dico questo per alimentare polemiche») e continua a bracciop sulla stessa riga. Dal San Paolo alle Universiadi quasi a ribadire che non è lui a voler cercare e alimentare lo scontro.
«È amico di Napoli chi tiene aperto il Mercadante, chi favorisce le mostre di valore internazionale, chi - continua il governatore - apre l'Ospedale del Mare buttando il sangue, chi finanzia le realizzazioni dell'Università Federico II con più di 50 milioni per il Polo ingegneristico a San Giovanni a Teduccio, chi paga 6 milioni per le borse di studio dei ragazzi che fanno formazione con Apple, chi paga la mensa universitaria, il trasporto gratuito agli studenti, chi stanzia 270 milioni di euro per le Universiadi e con questi soldi recupera decine di impianti sportivi a Napoli a cominciare dallo stadio San Paolo. Questi sono gli amici di Napoli non quelli che parlano e non fanno niente: quelli sono i nemici anche se vivono a Napoli». E sul San Paolo un'altra bordata a palazzo San Giacomo: «Il Comune 2 anni fa disse che avrebbe fatto gli interventi grazie al credito sportivo, poi a maggio ci ha fatto sapere che non gli era stato concesso il mutuo».

E ancora bordate: «I fatti sono fatti, i soldi sono soldi. Al di là di chiacchiere sui giornali. A Napoli invece ci sono discussori e parlatori: facessero invece fatti. Perché - incalza sempre De Luca - per far quadrare i bilanci è duro. Poi c'è chi sana i bilanci, mentre gli alti fanno debiti. E parlano». E sul San Carlo rincara la dose: «Bello il servizio di Alberto Angela ma il teatro l'ha trovato aperto perché noi paghiamo 400 stipendi. Altrimenti l'avrebbe trovato con le porte sbarrate».

LA REPLICA
«Sento De Luca pontificare come fosse un filantropo, ma gli ricordo che quelli che mette sul trasporto sono fondi europei. La sua è una ricostruzione da campagna elettorale che rispediamo al mittente», dice invece il sindaco di Napoli de Magistris riferendosi ai soldi che la Regione mette per l'Anm. Poi l'attacco politico: «De Luca fa la prova muscolare, si sta innervosendo».
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