Napoli, Anm in rosso, spuntano cento esuberi: un lavoratore su tre via entro il 2019

Napoli, Anm in rosso, spuntano cento esuberi: un lavoratore su tre via entro il 2019
di Pierluigi Frattasi
Domenica 12 Novembre 2017, 12:54
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Scure sul personale dell'Anm. In arrivo altri cento esuberi, oltre i 194 già dichiarati con la procedura di licenziamento collettivo aperta a giugno. La cura dimagrante per abbattere le spese dell'organico aziendale entra nel vivo. Nell'arco dei prossimi tre anni, il numero dei dipendenti sarà ridotto di un terzo. Sui quasi 2.500 lavoratori attualmente in forza all'azienda dei trasporti, le uscite previste entro il 2019 sono 729. In pratica, fuori uno su tre. Anche se restano diversi punti del programma, tra tempi e modalità dell'operazione, ancora da chiarire. E considerando che a febbraio si dovrà redigere un nuovo piano di rientro in cinque anni. Ed ecco il piano delle uscite presentato dal management aziendale al Comune. Nel triennio 2017-2019, i dipendenti che andranno via per aver raggiunto i requisiti della pensione naturale saranno 245. Di questi, 72 già quest'anno.

Gli esuberi veri e propri, invece, attualmente sono 194. Che fine faranno? Se si troverà un accordo con i sindacati, si potranno evitare i licenziamenti. Il piano prevede, quindi, la riconversione in ausiliari e controllori per 85 unità, il trasferimento presso altre società partecipate di 69 lavoratori e l'accompagnamento alla pensione con Naspi e con il fondo integrativo regionale da 18 milioni per i restanti 40. Ma non è tutto così semplice. «La procedura - precisa Anm nel dossier - è ancora in corso. E la prima fase del confronto tra azienda e sindacati si è conclusa senza accordo. È stata avviata la seconda fase con l'esame congiunto presso la Direzione generale istruzione, formazione, lavoro e politiche giovanili della Giunta regionale, l'ex Ormel, che ha convocato le parti per il 16 novembre». A partire da giovedì, quindi, scatteranno i 30 giorni per la trattativa finale. Se non si siglerà il patto entro la fine di dicembre, scatteranno i licenziamenti. Ma il buon esito dell'operazione non dipende solo da Anm, ma anche da altri soggetti, come le partecipate che dovranno assorbire il personale, Asìa e Napoli Servizi, che non hanno ancora risposto.
 
Situazione analoga per i 20 dipendenti e un dirigente della segnaletica stradale che dovrebbero andare in Napoli Servizi, come cessione di ramo d'azienda. A maggio, Anm ha trasmesso i dati sul passaggio. Ma, nonostante diverse sollecitazioni - l'ultima il 9 novembre - «non c'è stato riscontro».

Operazione ancora ballerina, poi, quella della «dismissione del servizio suburbano su gomma, con il passaggio di 170 addetti ad altro operatore Tpl». Si tratta della cessione delle linee bus per l'hinterland. L'ipotesi iniziale era di affidarle alla Ctp, ma l'operazione si è inceppata dopo essere stata inserita nel protocollo con i sindacati firmato il 20 ottobre. Il documento, scrive l'azienda, «prevede che sia la proprietà ad avviare i tavoli istituzionali propedeutici all'attuazione della misura».

Ma il Comune, finora, non ha dato risposte, sebbene sollecitato più volte. A complicare le cose, nell'accordo con i sindacati si era deciso di cedere le linee, ma di reimpiegare gli autisti sul trasporto urbano. Ma non finisce qui. «Il piano di risanamento - conclude il documento - prevede ulteriori 100 esuberi nel 2018-2019, da realizzare con lo strumento della Naspi e il fondo integrativo della Regione». L'Anm, quindi, potrebbe aprire un nuovo stato di crisi nel 2018, dopo aver chiuso il primo aperto quest'anno. «Ben vengano misure come la Naspi - commenta Nino Simeone, presidente della commissione Mobilità - che consente ai lavoratori in uscita di non perdere nulla sullo stipendio». Mentre sulla richiesta di Anm al Comune di certificare entro fine mese 67 milioni di crediti non ancora trasferiti, Simeone è netto: «È una legittima richiesta all'amministrazione. Adesso ci aspettiamo risposte e atti concreti». «Salvare l'Anm - incalza Fulvio Fasano (Ugl Autoferrotranvieri) - sarà impossibile se il Comune non fa la sua parte. Se dalla riunione del 16 non dovessero arrivare le giuste garanzie, ritireremo la firma dal protocollo. Non consentiremo macelleria sociale». «Il Comune sblocchi i fondi per Anm - aggiunge Adolfo Vallini (Usb) - e si attivi per chiedere un intervento del Governo, come per Eav. L'azienda avvii subito i tagli dei superminimi per funzionari e dirigenti».