Da Al Pacino alle Vele, tutti gli annunci flop di de Magistris

Da Al Pacino alle Vele, tutti gli annunci flop di de Magistris
di Paolo Barbuto
Domenica 6 Gennaio 2019, 08:00 - Ultimo agg. 09:31
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«Ciao Al, sono Luigi de Magistris, il sindaco di Napoli...», se non avete guardato almeno una volta il video con il quale il primo cittadino invitò in città l'attore Al Pacino non sapete cosa vi siete persi.

Vabbè, adesso l'ironia è facile e forse anche ingiusta. De Magistris era sindaco da una manciata di mesi, era trascinato dall'entusiasmo e anche da quel pizzico d'ingenuità che poi negli anni se n'è andata. Decise di mettere la sua immagine al servizio della città esponendosi in prima persona con un invito al grande attore americano perché presentasse a Napoli la sua «Wild Salomè». Al Pacino, tramite l'agente, ringraziò ma declinò l'invito, così adesso quel video, ancora reperibile nell'eterno archivio del web, fa un po' sorridere. De Magistris cerca di sembrare a suo agio davanti alla telecamera, passeggia nel suo studio in camicia, poi inspiegabilmente indossa la giacca e va a sedersi alla scrivania, non ancora sommersa dai gadget che oggi la travolgono. Conclude il video così come l'ha iniziato, «Ciao Al», poi resta con lo sguardo vitreo puntato sulla telecamera.
 
Forse state sorridendo al ricordo di quelle immagini, ma sappiate che stare alla guida di una città, della terza città d'Italia, non è affatto facile. Sicché prima di inoltrarci in questo viaggio nel mondo delle promesse non mantenute bisogna fare una doverosa premessa: il lavoro quotidiano del sindaco di Napoli è immenso, costante e lodevole. Di iniziative vincenti nei sette anni da amministratore di questa città ne ha prodotte tantissime, ovviamente ha anche commesso qualche errore (chi non ne commette), ma a de Magistris va riconosciuto, senza possibilità di smentita, un impegno totale e costante nel «mestiere di sindaco». Insomma, diciamolo chiaramente, mettere in fila le promesse non mantenute è un esercizio facile, governare Napoli è lavoro duro, su questo non devono esserci dubbi.

Dubbi non ne ha il sindaco di Napoli quando parla dei temi più cari ai cittadini, dai trasporti allo stadio, dalla rinascita dei quartieri degradati alla sicurezza dei cittadini, dal sostegno alle persone in difficoltà alla gestione dei rifiuti, e proprio per questo motivo a volte non riesce a portare a termine progetti che gli sembrano a portata di mano.

Ecco, proprio dai rifiuti bisogna partire, perché fu una precisa promessa della campagna elettorale del 2011 a convincere tanti napoletani: «Nel giro di sei mesi la differenziata raggiungerà la vetta del 70%». Napoli in quei giorni aveva ancora la ferita aperta della drammatica emergenza rifiuti che di lì a poco sarebbe stata risolta, i napoletani ebbero fiducia cieca in quel magistrato che si candidava a sindaco e prometteva una raccolta degna delle grandi capitali europee.

Sapete tutti com'è andata. Nel giro di sei mesi la differenziata sarebbe dovuta arrivare a quota 70%, dopo novanta mesi, oggi, la differenziata arranca a quota 34% secondo gli ultimi dati di Legambiente.

Sul tema dei rifiuti, poi, in tanti contestano de Magistris quando sostiene di aver risolto personalmente l'emergenza in città. È vero che la situazione è tornata alla normalità quando lui era già sindaco di Napoli, è altrettanto vero, però, che l'impalcatura per giungere alla soluzione del drammatico problema era stata costruita quando lui non era ancora alla guida della città. Ma queste sono soltanto sfumature.

Prima ancora del video indirizzato ad Al Pacino, Luigi de Magistris aveva già provato a portare in città un'altra grande personalità. Era il primo giungo del 2011, il giorno dell'elezione, quello in cui prendeva il timone di Napoli. Decise di iniziare subito col botto e affidò al nostro Luigi Roano, che lo intervistava per il Mattino, la sua prima promessa: «Per Natale porterò qui Barack Obama». L'idea che il sindaco di Napoli presentasse un invito al presidente degli Stati Uniti sembrò singolare, ma de Magistris incalzò: «Negli States sono molto attenti a questo fenomeno napoletano del movimento civico che mi sostiene. I contatti sono frequenti. Ci pensate? Obama alla Pignasecca... Sarebbe un modo per attivare i lavori per Napoli come avvenne per il G7 che ci diede Carlo Azeglio Ciampi. Dimostreremmo che sappiamo spendere bene i soldi». Ovviamente Obama non ha mai pensato di accogliere l'invito. De Magistris, però, ci ha provato.

I trasporti sono sempre stati il tallone d'Achille del sindaco (di tutti i sindaci, non solo di quello attuale), però de Magistris non s'è mai arreso di fronte alla drammatica realtà. Nel 2012 promise agli abitanti di Secondigliano che entro due anni sarebbe stata aperta la fermata della Metro nel loro quartiere. Attualmente non esiste una data certa, si sussurra che l'apertura della stazione Secondigliano potrebbe arrivare nel 2025, con soli undici anni di ritardo rispetto alla promessa del sindaco.

Nel corso dell'ultima campagna elettorale il manifesto delle attività promesse in caso di rielezione prevedeva uno specifico punto sui trasporti: i bus della città saranno solo a trazione elettrica o a metano. Attualmente, due anni dopo la rielezione, sono in arrivo sessanta nuovi autobus, alcuni già in circolazione: sono tutti alimentati a gasolio, niente trazione elettrica né metano.

Resta, infine, sul tema dei trasporti l'ultima poderosa dichiarazione: nel 2019 Napoli diventerà la capitale mondiale dei trasporti. Fortunatamente l'Anm è stata salvata dal dramma del fallimento, ma occorrerà un po' prima che torni ad essere un'azienda vivace e avveniristica. La metropolitana continua ad avere una cadenza casuale che varia fra i 15 e i 45 minuti, ma non è detto che passi perché potrebbe anche essere sospesa d'improvviso come accade nei giorni di grande ressa; le funicolari vivono con la spada di Damocle del personale che potrebbe ammalarsi e cancellare le corse; in strada ci sono tuttora autobus di categoria «euro 0» con emissioni devastanti; i tram sono ancora inceppati per via del cantiere di via Marina che non arriva mai a conclusione. Secondo voi quali di queste caratteristiche consentirà alla città di essere la capitale dei trasporti nel 2019?

A Proposito di via Marina, l'ultimo intervento del primo cittadino è lodevole ma piuttosto scollato dalla realtà. Subito dopo l'ultima estate si disse certo che i lavori sarebbero stati conclusi entro marzo del 2019, cioè fra 85 giorni a partire da oggi, compresi sabati, domeniche e festivi: i lavori sono stati appena assegnati a una nuova struttura che ha solo preso visione del cantiere e non ha ancora nemmeno iniziato gli interventi, le possibilità che tutto si concluda entro fine marzo sono decisamente pochine. Ma l'importante è crederci. Così come avvenne ai tempi in cui (eravamo nel 2012) il sindaco promise uno stadio tutto nuovo.

Disse che Napoli meritava un impianto avveniristico, poi lanciò anche l'idea di un azionariato popolare per la costruzione del nuovo stadio: sapete tutti che il nuovo impianto è rimasto un sogno e che, a fatica, si cerca di imbellettare il vecchio San Paolo per non sfigurare alle prossime Universiadi.

A proposito di impianti sportivi. Nel 2016 de Magistris promise pure la ricostruzione del Palargento: se vi capita di fare un giro a viale Giochi del Mediterraneo, date uno sguardo nell'area dove sorgeva lo storico palasport di Napoli. I ruderi sono ancora lì, la ricostruzione non è ancora iniziata anche se il sindaco l'ha promessa.
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