«L'apertura di De Laurentiis a Salvini? Non mischiare calcio e politica»

«L'apertura di De Laurentiis a Salvini? Non mischiare calcio e politica»
di Carlo Porcaro
Venerdì 23 Novembre 2018, 13:00
3 Minuti di Lettura
Il calcio a Napoli è una fede. Se mischi la fede calcistica con quella politica, si rischia di bucare il pallone. Se poi di mezzo c'è il leader della Lega Matteo Salvini, protagonista di cori contro la città per i quali ha chiesto scusa, la faccenda si complica. I ruoli in politica, però, possono cambiare la prospettiva. Se quindi lui chiede al presidente del Calcio Napoli di invitarlo allo stadio dopo un selfie tanto contestato con Insigne e Callejon scattato l'anno scorso prima della sconfitta con la Juventus Aurelio De Laurentiis si dice pronto ad accoglierlo e anzi rilancia con la promessa di sostenerlo «se metterà il Sud al centro della sua politica». Questa strana coppia dal temperamento focoso come la valuta la città, in tutte le sue sfaccettature, dalla società civile al mondo produttivo fino a quello artistico? Con una certa freddezza, perché appunto il calcio viene vissuto come un oggetto «sacro» e nel caso degli azzurri particolarmente identitario.
 
Sceglie la realpolitik per esempio Edoardo Cosenza, numero uno degli Ingegneri: «Se oltre ad occuparsi della nostra terra con manifestazioni mediatiche, fa anche cose davvero concrete per la Campania, e ne fa più che in altre Regioni, lo sosteniamo tutti». Come dire, nessuna preclusione ma lo aspettiamo al varco. Giudica positivo senza remore «il feeling tra il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis e il vicepremier Matteo Salvini» Vincenzo Moretta, presidente dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli. Moretta auspica quindi passando dal piano sportivo a quello pragmatico «che oltre alla condivisione di carattere calcistico, possano nascere con questa eventuale sinergia nuove occasioni di sviluppo per la nostra città nel comparto sportivo ed imprenditoriale con ricadute di carattere occupazionale per i tanti giovani alla ricerca di un'opportunità di lavoro».

Commenta sui social ogni azione del Napoli anche Bruno Scuotto, presidente di Fondimpresa, che tende a distinguere i ruoli. «De Laurentiis ha espresso un pensiero da cittadino e da imprenditore: come tale ovviamente ha la piena libertà di farlo. Se lo avesse fatto nel ruolo di proprietario del Napoli avrebbe commesso un errore marchiano: Salvini non è tifoso del Napoli e fino a prova contraria nemmeno di Napoli anche se politicamente non può più ammetterlo». Grande appassionato dei colori azzurri, l'editore Rosario Bianco vede malissimo questa consonanza tra Dela e il Capitano. «Stiamo dando credibilità ad una persona che ha fatto un'operazione di marketing eccezionale, ma dinanzi a chi ha buon senso e vuole difendere la propria identità non può e non deve passare inosservata. Se per una vita ci ha offeso, ora si vede chiaramente che ha un fine elettorale e ci prende in giro». Il numero uno di Rogiosi, tra i promotori della fiera del libro in città, coglie una strumentalizzazione nell'interesse del leader leghista verso Napoli. «Si muovono lui e Di Maio solo per raccogliere voti. Mi spiace che in tanti non lo capiscano. Pensi che organizzo il premio Napoli nel giorno in cui sparisce il Banco di Napoli, mi sforzo di raccontare le eccellenze ma spesso sono sforzi vani. Il Calcio Napoli funziona come modello di emozioni, ma ce ne sono altre centomila di cose che vanno bene - Dalla solidarietà all'eccellenza in campo scientifico, artigianale, giuridico, le start-up -ma si parla troppo della cronaca nera».

Spaccato invece il fronte degli attori comici col Napoli ne cuore. Per il mattatore Peppe Iodice «Salvini deve fare il bravo, già sta prendendo spazi non suoi: è bravo e intelligente a raccogliere consensi ma deve stare lontano da Fuorigrotta: l'ultima volta successe un casino. Terrei la fede calcistica fuori dalla politica, sento odore di elezioni purtroppo. Non consiglio niente di positivo a Salvini, però se fossi in De Laurentiis risolverei le questioni della città e dello stadio in altro modo. Gli ultimi cori di Salvini contro Napoli li ricordiamo bene e certo non aiutano». Più possibilista invece Gino Rivieccio: «Il presidente ha fiuto lungo negli acquisti, se punta su Salvini ha capito che è l'ago della bilancia della politica italiana: a parte Zuniga nessuno è riuscito a fregarlo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA