Napoli. Da Bagnoli a sanità
e cultura: divisi su tutto

Napoli. Da Bagnoli a sanità e cultura: divisi su tutto
di Gerardo Ausiello
Mercoledì 4 Gennaio 2017, 08:32 - Ultimo agg. 12:00
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Sono passati solo pochi mesi da quando De Luca e de Magistris discutevano (periodicamente) dei problemi da risolvere e delle iniziative da mettere in campo insieme, eppure politicamente sembra trascorsa un'era geologica. Non solo governatore e sindaco non si ritrovano più faccia a faccia davanti a un caffè o a una pizza, ma addirittura quando, per motivi istituzionali, partecipano entrambi ad una manifestazione, a stento si salutano e non si stringono neppure la mano.


Com'è accaduto un mese fa in occasione dello spettacolo di riapertura del teatro Trianon: in quella circostanza il cerimoniale, per motivi precauzionali, decise di prevedere posti a «distanza di sicurezza». Non a caso quella sera il direttore artistico Nino D'Angelo, da sempre supporter sia di De Luca che di de Magistris, li invitò a dialogare e a collaborare. Quell'accorato appello, così come tanti altri, è però caduto nel vuoto. Sì, perché nelle ultime settimane i rapporti tra l'ex pm e l'ex sindaco di Salerno si sono addirittura incancreniti con incomprensioni, scambi d'accuse, polemiche. L'ultima, ironia della sorte, proprio sulla gestione del Trianon: de Magistris ha accusato De Luca di aver «estromesso» il Comune di Napoli e la Città metropolitana dal teatro, «nonostante avessimo faticosamente trovato le risorse - ha spiegato - Un comportamento inaccettabile. De Luca non può fare il padre padrone e decidere che un'altra istituzione non deve far parte del teatro». Rilievi a cui il governatore ha scelto di non replicare direttamente - nelle ultime settimane sta tentando di mantenere un low profile, tanto che nella conferenza stampa di fine anno ha persino elogiato il lavoro dei giornalisti - e infatti a rispondere è stato il presidente del Cda Gianni Pinto che, arrampicandosi un po' sugli specchi, ha preso le difese dell'ex primo cittadino di Salerno. La tensione è salita alle stelle pure sul concertone di Capodanno: in questo caso l'ex pm ha parlato di «un forte intervento della Regione per evitare la diretta Rai, una circostanza - ha aggiunto - che non aiuta i rapporti tra le istituzioni».


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