È la storia che ci racconta come Napoli e Bari siano città sorelle di sangue ora ci pensano i due rispettivi sindaci - Gaetano Manfredi ed Antonio Decaro che è anche presidente dell'Anci - a suggellare un patto amministrativo che guarda al futuro delle due città un asse del sud non in contrapposizione al nord o al Paese. Un patto che è anche politico perché entrambi i primi cittadini schierano le loro città contro l'Autonomia differenziata così come fermata dal ministro leghista Calderoli. Nel senso che propongono un altro modello di sviluppo. Un'alleanza per ottimizzare le rispettive risorse - anche quelle Pnrr - e per mettere assieme le eccellenze di Napoli e Bari. Le due città con i loro porti costituiscono due hub fondamentali sui due mari: il Tirreno e l'Adriatico. Manfredi e Decaro hanno firmato il Protocollo di Intesa a Palazzo di città a Bari. Per l'ex rettore trasferta breve ma intensa. Mobilità, con un'attenzione particolare al progetto alta velocità-alta capacità, cultura, ricerca scientifica, economia, turismo. E, ancora, infrastrutture digitali e sport. Questi alcuni dei progetti di cooperazione inseriti nel Protocollo. La cerimonia è stata preceduta da un incontro al quale hanno partecipato anche i rettori dell'università Aldo Moro di Bari Stefano Bronzini e del Politecnico pugliese Francesco Cupertino, così come il sovrintendente della Fondazione Petruzzelli Massimo Biscardi e gli assessori della giunta comunale di Bari.
Il Protocollo non nasce all'improvviso, era in cottura da mesi, del resto Napoli ne ha firmati altri con città come Bologna e Firenze.
Parola a Manfredi: «Noi non ci dobbiamo difendere dall'autonomia differenziata, proponiamo un nuovo modello di autonomia fatto di competitività, competenze, diritti, uguaglianza e valore». Per l'ex rettore «Il nuovo modello che non è legato a una visione del passato, ma guarda al futuro e a un nuovo Paese. E noi con questo Protocollo inviamo un «segnale forte da parte di due grandi città che si assumono le proprie responsabilità e vogliono essere protagoniste di una ripartenza del Mezzogiorno». Decaro non è da meno nello spingere in questa direzione: «Siamo stanchi di ascoltare la litania del Sud che non ha una classe dirigente. Dobbiamo ricordare che il rappresentante nazionale degli ingegneri è di Bari, così come quello dei commercialisti, quello dei medici e anche quello dei sindaci. E la stessa cosa accade a Napoli. La classe dirigente c'è e non è solo quella che lavora lontano da questi territori, ma anche eccellenze che vivono nel Sud e hanno risultati straordinari». Questa la mozione del presidente dell'Anci: «Vogliamo solo essere messi nelle condizioni di poterci sviluppare dal punto di vista economico e sociale. Non abbiamo intenzione di aspettare i nostri diritti in silenzio». Decaro svela un paio di retroscena: «Abbiamo parlato anche di un legame fra il teatro Petruzzelli e il San Carlo e vogliamo accompagnare anche noi la candidatura di Napoli come capitale europea dello sport». Manfredi spinge forte sull'accordo: «Occorre creare massa critica, fra Campania e Puglia ci sono 10 milioni di abitanti, il Pil prodotto nelle due aree metropolitane rappresenta quasi il 50% di quello del Mezzogiorno. Parliamo del vero motore di una parte fondamentale dell'Italia e dell'Europa».