Napoli dopo le primarie al veleno. Bassolino: «Lista civica? Ci penso, in tanti mi spingono»

Napoli dopo le primarie al veleno. Bassolino: «Lista civica? Ci penso, in tanti mi spingono»
di Pietro Treccagnoli
Giovedì 10 Marzo 2016, 08:48 - Ultimo agg. 10:59
4 Minuti di Lettura

Antonio Bassolino non si ferma. Chi lo conosce sa che, quando sente l'odore della battaglia politica, non ci sono santi, non lo blocca neppure san Gennaro. Va avanti, l'ex sindaco, il combattente. Ieri ha passato gran parte della giornata a discutere con legali e collaboratori. Dopo essersi sfogato con due post su Facebook, ha preso la decisione: farà appello alla commissione di garanzia delle primarie del Pd a Napoli contro la bocciatura al suo ricorso e farà un altro ricorso da presentare all'analoga commissione centrale del partito, a Roma.

Presidente, che cosa contesterà con questi appelli?
«La decisione della commissione napoletana di garanzia non è solo un’offesa alla città e alle primarie, come ho scritto in un post, ma persino al buon senso. Non hanno neanche analizzato il mio ricorso. Si sono limitati a dire che era irricevibile, perché sarebbe arrivato fuori tempo massimo. Fuori tempo massimo? La sera prima, avevo avvertito che avrei presentato il ricorso. Perché non mi hanno fermato allora, dicendomi che i termini erano scaduti? E poi, se il mio ricorso si basa sul video di Fanpage come avrei potuto farlo prima? E se fosse stato davvero irricevibile non dovevano neanche accettarlo. Invece l’hanno preso, ma non l’hanno discusso. Che senso ha? Ho 48 ore di tempo per ricorrere di nuovo e lo farò. È fuori di dubbio».
Non si arrende?
«Bisogna far rispettare il voto dei napoletani e io lo farò rispettare».
Farà anche ricorso al tribunale civile?
«La mia è una battaglia politica e non di carte bollate. Voglio che le irregolarità documentate da quel video vengano sanzionate politicamente».
Farà riferimento al precedente della Liguria, dove furono annullati i voti di alcuni seggi incriminati?
«Certo. In Liguria ci furono annullamenti per episodi che, rispetto a quelli accaduti a Napoli, sono delle sciocchezze».
Ma da Roma sostengono che è tutto regolare.
«Due pesi e due misure. Quelli che dicono che tutto va bene sono gli stessi che si batterono contro i brogli in Liguria. Sono stupito al livello di... e mi fermo».
Che giudizio dà delle dichiarazione dei dirigenti del Nazareno?
«Da Roma bisognava stare zitti. Che ne sanno loro? La verità deve stabilirla Napoli. Parlando prima hanno voluto condizionare le decisioni. Ci sono riusciti una volta, ma io non mi fermerò. Il mio è un invito a fare chiarezza, a discutere nel merito del mio ricorso. È nell’interesse di tutti i candidati. Non farlo sarebbe persino un’offesa verso i 30mila che sono andati alle urne».
Ma gli altri candidati tacciono?
«Appunto. Dovrebbero farsi sentire. Ma evidentemente per loro va bene così, per chi ha vinto e per chi ha perso».
Il Pd ha subito un forte danno d’immagine. Forse candidarsi con il Pd, ora, sarebbe come scalare una montagna ancora più alta di quella prevista fino a lunedì. Le conviene perseverare in questa battaglia? Non sta pensando anche a una lista civica?
«Molti miei sostenitori mi stanno spingendo in questa direzione. C’è tempo per decidere. Le liste si presentano 35 giorni prima del voto e si voterà a giugno. Certo se il Pd non rinsavisce si va avanti con un’ombra per tutta la campagna elettorale. Come fa Roma a non capire che bisogna diradare queste ombre? Seguire in questa strada è un clamoroso danno per il partito, un boomerang spaventoso».
Sembra davvero che il Pd napoletano stia facendo di tutto per far vincere Luigi de Magistris. Non le sembra?
«Si capiva anche da prima di questo pasticcio. Ora sembra addirittura più chiaro. Ma non ci riusciranno. Scongiurerò il suicidio. Lo devo a Napoli»