Napoli, blitz di de Magistris e Auricchio a Roma: grandi manovre per evitare il default

Napoli, blitz di de Magistris e Auricchio a Roma: grandi manovre per evitare il default
di Luigi Roano
Mercoledì 13 Giugno 2018, 11:29
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Il sindaco Luigi de Magistris e il fidato capo di gabinetto Attilio Auricchio a Roma, in Anci soprattutto per organizzare insieme agli altri sindaci le proposte da portare al Governo in merito alle difficoltà finanziarie in cui versano molti Comuni nel Paese, almeno 300 sono in predissesto come Napoli. Il presidente della Camera Roberto Fico a Napoli, all'Università per un convegno sull'acqua pubblica, dove si è rivista Francesca Menna, dimissionaria consigliera comunale dal gruppo del M5S ma che non intende lasciare i pentastellati, anzi sarebbe in atto una riflessione addirittura sulle stesse dimissioni. Insomma Napoli, per un motivo o per un altro, è sempre al centro del palcoscenico nazionale anche quando di mezzo c'è la politica.

De Magistris e Auricchio nella Capitale hanno fatto tappa all'Anci dove c'è stato un confronto con tutti i primi cittadini del Paese o quasi sulle misure da mettere a punto per avere bilanci in ordine ed evitare il rischio sistematico del default. Nelle scorse settimane il sindaco ha chiacchierato e visto spesso Fico su questo argomento strappando un impegno politico al presidente della Camera per quello che riguarda una legge speciale per salvare non solo Napoli ma tanti comuni italiani. Stando a quello che trapela sarebbe stato rinviato alla prossima settimana un vertice con il nuovo Governo e con i parlamentari. «Distanti politicamente ma pronti alla cooperazione istituzionale con il Governo» il refrain di de Magistris. Certo è che sull'asse Napoli-Roma l'autostrada che potrebbe portare alla salvezza del Comune va in una sola direzione, quella pentastellata. L'intreccio c'è.
 
Menna è una docente universitaria, sotto il profilo politico è una delle fondatrici del M5S e soprattutto è della sinistra del Movimento, nella sostanza politicamente parlando sta con Fico che a Napoli vanta molti proseliti. La Menna ha aspettato il presidente della Camera con il quale si è confrontata sulle sue dimissioni - formalizzate ma non ancora accettate almeno fino al prossimo Consiglio comunale - e sembra proprio che questa «riflessione» sia arrivata grazie all'incontro con Fico. Senza trascurare il fatto che le dimissioni della Menna sono state avversate da tutta la maggioranza che regge il sindaco arancione nel senso che tutti si sono sentiti un po' più poveri senza di lei. C'è da dire che la consigliera si è dimessa dal gruppo all'indomani del contratto «M5S-Lega», ma anche perché a Napoli - in via Verdi - i rapporti con Matteo Brambilla, il candidato sindaco del 2016 dei Cinquestelle, con il quale completa il gruppo pentastellato, non è certo idilliaco. La Menna è per la critica costruttiva rispetto all'amministrazione e alla sua città, non solo per la mera denuncia delle cose che non vanno, tipico atteggiamento di Brambilla, un nordico trapiantato a Napoli. Inoltre dovesse confermare le dimissioni, al posto della Menna entrerebbe Oscar Di Maio, molto più vicino al gruppo di Luigi Di Maio. Ora la consigliera sta riflettendo alla luce dell'incontro con Fico e non sono escluse sorprese. In questo contesto la Menna ha contribuito a scrivere la piattaforma programmatica grillina per i Comuni tenendo ben presente quali siano le difficoltà di Napoli. Un pacchetto di proposte che prevede «interventi finanziari speciali per rimuovere gli squilibri sia economici che sociali, nonché un potere sostitutivo del Governo quando lo richieda la tutela dei diritti». Per il M5S «i tagli degli ultimi dieci anni hanno reso più complicato il rapporto tra Stato e Comuni tanto da creare delle enormi difficoltà nell'assicurare i servizi essenziali. Molti sono i comuni italiani che sono sprofondati in situazioni di squilibrio». Qual è la ricetta pentastellata? Gli interventi previsti «mirano a fare in modo che gli enti locali possano rispettare i livelli minimi essenziali dei servizi ai cittadini tenendo sempre presente limiti e virtuosità dei comuni». Più nel concreto gli «interventi vanno dalla riapertura delle procedure di rinegoziazione dei mutui a favore dei Comuni alla possibilità di rinegoziare eventuali strumenti derivati. La politica deve avere la possibilità di trovare soluzioni che salvaguardino il benessere dei cittadini. La gestione commissariale è il fallimento della politica».
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