Napoli, il bluff della tassa di soggiorno: la rivolta di Federalberghi

Napoli, il bluff della tassa di soggiorno: la rivolta di Federalberghi
Giovedì 28 Marzo 2019, 14:52 - Ultimo agg. 29 Marzo, 07:19
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«Leggere le modalità di utilizzo dell'imposta di soggiorno ci ha lasciati sgomenti. Abbiamo chiesto la rendicontazione al Comune di Napoli molte volte da quando l'imposta è stata istituita, ricevendo sempre risposte vaghe ed evasive, e ora ne comprendiamo il motivo». Lo dichiara il presidente di Federalberghi Napoli, Antonio Izzo.

«Guardando le singole voci - aggiunge Izzo - ci rendiamo conto, infatti, che sotto la voce turismo viene praticamente compreso di tutto. Quello che colpisce l'attenzione è, in particolare, la spesa destinata al verde pubblico, come se i parchi fossero di esclusivo utilizzo dei turisti e non principalmente dei cittadini. Peraltro, viene stanziata una cifra così consistente, 3,5 milioni di euro sui 9,2 milioni complessivi incassati, a fronte della quale i risultati scadenti sono davanti agli occhi di tutti. Infatti, a prescindere dalle competenze specifiche per i singoli parchi, risulta difficile essere soddisfatti dagli investimenti realizzati, ad esempio, per il Parco Virgiliano, la Floridiana o la Villa Comunale. Da ciò emerge una presupposto istituzionale di conoscere tutto e quindi di poter agire senza ascoltare le voci di esperti del settore, senza alcuna concertazione, senza comprendere che qualcuno potrebbe avere consigli e idee per ottimizzare i costi e ottenere risultati migliori».

Izzo lamenta il fatto che «vengono inviate solo convocazioni ad horas, per comunicare decisioni già prese, che spesso hanno portato ad inutili sprechi. Il turismo è una risorsa straordinaria e questo è ben noto, ma - prosegue - non va spremuto, va alimentato e sostenuto. L'aumento dell'imposta di soggiorno, a fronte di un utilizzo adeguato, concertato e produttivo, sarebbe anche, sotto certi versi, accettabile, se il Comune, a fronte di un precedente aumento, non avesse firmato un documento, nel marzo del 2017, nel quale si era impegnato a non aumentarla fino al 2020. Pacta sunt servanda, i patti vanno rispettati, dicevano i latini, ma evidentemente questo principio non vale per tutti. Come se non bastasse l'aumento è stato comunicato con una tempistica inaccettabile, una sola settimana. Nessun albergo è in grado di adeguarsi con così poco preavviso visti i contratti già sottoscritti, le camere prenotate e i programmi gestionali da aggiornare».

Gli operatori, fa sapere il presidente di Federalberghi Napoli, «sono disorientati perché l'entrata in vigore dovrebbe essere il 1 aprile, ma noi oggi 28 marzo siamo ancora in attesa di una delibera che ne ufficializzi l'efficacia. Ascoltiamo ogni giorno gli albergatori della città ed emergono i disagi e le difficoltà che sono costretti ad affrontare. Si tratta di una categoria che produce ricchezza e lavoro e quindi dovrebbe essere affiancata e sostenuta dalla nostra Amministrazione, con un sano e costruttivo confronto. Ma credere che questi soldi saranno investiti nel 'turismò, con la fresca memoria del passato, risulta realmente molto difficile», conclude Izzo.
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