Napoli, candidati a loro insaputa:
avviso a consigliere Pd Madonna

Napoli, candidati a loro insaputa: avviso a consigliere Pd Madonna
Martedì 7 Febbraio 2017, 21:13 - Ultimo agg. 8 Febbraio, 13:26
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Un consigliere comunale che autenticò le firme. Salvatore Madonna, esponente del Pd, è al momento l'unico iscritto nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta della procura di Napoli sui casi (nove sono quelli accertati finora) di candidati inseriti a loro insaputa nelle liste per le elezioni comunali dello scorso anno. Violazione della legge elettorale è l'ipotesi di reato formulata dal pm Stefania Buda, titolare dell'indagine coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D'Avino. Madonna ha ricevuto oggi un avviso di garanzia che gli è stato notificato dalla guardia di Finanza. L'esponente del Pd è stato convocato dai magistrati per rendere interrogatorio.

Madonna avrebbe vistato le firme di tutti i nove candidati «a loro insaputa» di Napoli Vale, una delle liste civiche a sostegno di Valeria Valente, candidata a sindaco del centrosinistra. Le autentificazioni delle nove firme avvennero tutte il 6 maggio, ovvero il giorno prima che scadessero i termini per la presentazione. Gli inquirenti stanno esaminando tutti gli atti acquisiti nei giorni scorsi negli uffici elettorali del Comune dagli investigatori della Guardia di Finanza della sezione di polizia giudiziaria della procura, guidati dal colonnello Luigi Del Vecchio.

Finora gli unici casi di irregolarità accertati sono quelli relativi alle candidature della lista associata al nome della Valente, mentre sarebbero stati esclusi illeciti, ipotizzati nei giorni scorsi, riguardanti un candidato di Pensionati d'Europa, che appoggiava Gianni Lettieri del centrodestra, e uno della lista che faceva riferimento a Marcello Taglialatela, di Fratelli d'Italia.

Un primo indagato, dunque, a conclusione di questa prima fase dell'indagine che fu aperta in seguito alla segnalazione di una giovane disabile che aveva appreso di essere stata candidata solo quando, pochi giorni fa, le fu notificata la richiesta della Corte di Appello di presentare - come è tenuto a fare ogni candidato - la rendicontazione di eventuali spese sostenute per la campagna elettorale.

Gli inquirenti stanno cercando di mettere a fuoco la finalità dei presunti illeciti. Escludendo un «ritorno» economico (non sono previsti contributi infatti in base al numero dei candidati inseriti in lista), restano sul tappeto tre opzioni: l'obiettivo di far apparire, attraverso la creazione di liste civiche, più consistente del reale il «peso politico» dello schieramento; l'intento di qualche esponente del partito incaricato di approntare le liste di mostrarsi particolarmente solerte ed efficiente con la presentazione di un numero di candidati maggiore di quanto fosse in grado di cooptare; il rispetto delle quote rosa.

Una chiave di lettura, quest'ultima, proposta oggi in una dichiarazione dal coordinatore di Forza Italia Fulvio Martusciello. Ed in effetti le nove candidature «a loro insaputa» sarebbero costituite in maggioranza da donne. Domani pomeriggio intanto in procura si presenterà Valeria Valente, convocata dal pm Buda come persona informata dei fatti. Un interrogatorio che si configura come un passaggio chiave per l'accertamento dei fatti.

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