Napoli, Cantone e la corsa a sindaco: «Corro per le Procure, poi si vedrà»

Napoli, Cantone e la corsa a sindaco: «Corro per le Procure, poi si vedrà»
di Luigi Roano
Martedì 25 Giugno 2019, 11:00
3 Minuti di Lettura
«Io candidato a sindaco? Per ora sono candidato alle Procure cui ho fatto richiesta». Raffaele Cantone cerca di dribblare le domande sulla politica, il presidente dell'Anac però questa volta si è sbilanciato un po' di più. Sarà stata l'aria di casa il parterre che lo ha invocato o l'essere al tavolo con Umberto De Gregorio per presentare il libro scritto dal presidente dell'Eav «Tra il dire e il fare» ma Cantone è più possibilista. Stimolato dalla platea che vede in De Gregorio e in lui possibili candidati a sindaco di Napoli, Cantone chiarisce. «Io sono candidato alle Procure cui ho fatto richiesta direi che questa è la mia decisione a oggi». Cosa significa a oggi? Per il Comune si vota tra due anni e Cantone uno spiraglio lo lascia aperto. «Se si tratta della mia decisione definitiva? A oggi direi di sì, poi che ne so cosa può accadere tra un anno e mezzo o due?». Altre volte Cantone ha sempre alzato un muro su una sua eventuale discesa in campo in politica. Si ricorderà il no del 2011 alla candidatura offertagli dal centrosinistra, avrebbe avuto come avversario un altro magistrato di cui è amico, Luigi de Magistris poi eletto primo cittadino, ma disse no. In questi anni è stato tirato per la giacca anche altre volte ma ha sempre glissato. Non solo Cantone potrebbe essere un aspirante sindaco lo stesso De Gregorio ci fa un pensierino: «Sono impegnato al centro per cento con Eav - dice - ma se mi chiedono di fare il Presidente del Consiglio lo faccio». Come dire se qualcuno crede in me ci posso anche pensare.
 
La sala eventi de La Feltrinelli in piazza dei Martiri era gremita tra curiosi e giornalisti, per la presentazione del libro di De Gregorio «Tra il dire e il fare e adesso verifichiamo il difficile percorso del cambiamento», edito da Guida editore. Il libro, una raccolta di articoli che hanno come protagonista «la cosa pubblica» così come definita dal presidente dell'Eav, è un'analisi del percorso amministrativo dei beni pubblici, domandandosi se non siano i mass media e le istituzioni a favorire la corruzione ai vertici, partendo dall'esperienza che il presidente ha acquisito nel tempo. «I giornalisti e i magistrati dovrebbero prendersi un anno sabatico - spiega De Gregorio - e con anno sabatico non intendo che dovrebbero prendersi un anno di vacanza, ma dovrebbero provare a impegnarsi nella gestione della cosa pubblica per rendersi conto di tutte le difficoltà a cui andiamo incontro cercando di amministrare nel modo migliore». De Gregorio bandisce le solite retoriche che accompagnano l'amministrazione pubblica per suggerire ai lettori uno sguardo diverso: «Sono troppi i giudizi da parte dei media che ormai sono più incentrati a cercare la notizia, piuttosto che a mostrare comprensione rispetto a chi, invece, cerca di risolvere i problemi pubblici».

(Ha collaborato Alessandra Farro)
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA