Caro energia a Napoli, l'allarme di Manfredi: «Rincari al 60% per il Comune»

Caro energia a Napoli, l'allarme di Manfredi: «Rincari al 60% per il Comune»
di Gennaro Di Biase
Lunedì 19 Settembre 2022, 22:40 - Ultimo agg. 20 Settembre, 07:25
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Sarà un inverno durissimo in città. Un inverno di guerra che impatterà sull’illuminazione, le infrastrutture e i trasporti napoletani, già non esattamente svizzeri in tempi di pace. A lanciare l’allarme è stato ieri proprio il sindaco Gaetano Manfredi, che ha parlato di nuove stangate sui consumi fino al 60% e ha invocato un aiuto del governo senza il quale si rischia il tilt in vista dell’arrivo dei primi freddi. Questo timore è pienamente condiviso anche dalla Commissione ai Trasporti e alle Infrastrutture del consiglio comunale. Il sindaco non usa mezzi termini per descrivere la crescita esponenziale delle spese e chiedere sostegni urgenti: «Si ipotizza un ulteriore incremento dei costi energetici: passando dai 41,2 milioni del 2021 ai circa 66 milioni del 2022, che significa il 60 per cento in più. Lo Stato al momento ci finanzia per circa 9-12 milioni di euro. In questo modo diventa difficile sostenere questi costi energetici, ed è quindi assolutamente necessario un sostegno del governo ai Comuni». Le casse di Palazzo San Giacomo, insomma, faticheranno a reggere lo stress del caro energia: «In previsione dell’aumento dei costi energetici relativi a riscaldamento e illuminazione – prosegue Manfredi – in sede di bilancio avevamo prudenzialmente aumentato la dotazione di ben 12,5 milioni, passando dai 41,2 impegnati nel 2021 ai quasi 54 previsti per il 2022. Successivamente, in sede di assestamento, abbiamo iscritto in bilancio ulteriori 2,5 milioni di euro portando così a 15 milioni l’incremento per un totale di spesa prevista di 56 milioni. Ora si ipotizza un ulteriore incremento di 10 milioni». Circa 25 milioni in più, tirando le somme. Soldi che il Comune teme di non riuscire a trovare.  

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Nei giorni scorsi, su queste pagine, abbiamo raccontato delle gare andate deserte per la manutenzione ventennale della funicolare di Chiaia. Nessuna azienda, «a causa del caro energia» (come spiegato al Mattino dall’assessore Cosenza) si è iscritta al bando, anche se l’impianto chiuderà comunque il primo ottobre. Un impatto significativo, senza dubbio, del caro bollette sul servizio pubblico. Ora da via Verdi si teme anche per i mezzi su gomma ecosostenibili e l’illuminazione stradale. «L’impatto del caro energia sulla gestione dei trasporti si annuncia rovinoso – commenta Nino Simeone, consigliere comunale e presidente della Commissione Trasporti e Infrastrutture – Le metropolitane vanno a energia. Proprio come i filobus e i tram, tanto sponsorizzati negli ultimi anni data la loro ecosostenibilità, sono adesso a rischio. Il caro bollette sta vanificando tutte le politiche e le spese fatte sulla transizione ecologica e portate avanti dal post-pandemia fino a oggi. Altro tema riguarda l’illuminazione: sono stati fatti investimenti importanti per la sostituzione delle lampade al led, più a basso consumo, ma tanto va ancora fatto. Ci ritroveremo con alcune strade più costose di altre in cui è avvenuta la sostituzione dei lampioni con quelli di nuova generazione: si tratterà di un aggravio di costi importante, del 40-50% in più». Al quadro degli impatti, ovviamente, vanno aggiunti i condomini privati e gli edifici pubblici. Si parla, a livello nazionale, di un mantenimento dell’ora legale, che consentirebbe di guadagnare un’ora di luce e di una limitazione a 19 gradi dei termosifoni (compresi quelli di scuole e uffici pubblici). In alcune città, come Torino, si pensa di rimandare al 22 ottobre l’attivazione dei riscaldamenti.

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