Napoli, il Comune è maglia nera: le imprese pagate solo dopo 320 giorni

Napoli, il Comune è maglia nera: le imprese pagate solo dopo 320 giorni
di Valerio Iuliano
Domenica 2 Giugno 2019, 09:00
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I debiti commerciali degli enti locali del nostro Paese nei confronti dei fornitori raggiungono livelli record in Europa. E tra gli enti più indebitati figurano il Comune di Napoli e l'Asl Napoli 1. Da un'indagine della Cgia di Mestre, che ha preso spunto dalla «Relazione annuale 2018» della Banca d' Italia, si ricava la conferma degli effetti di un fenomeno noto già da qualche lustro. I numeri cambiano di poco, di anno in anno, ma la sostanza resta la stessa.
 
Alcune pubbliche amministrazioni, soprattutto a Napoli e dintorni, hanno tempi lunghissimi nei pagamenti. «E i casi limite, specie nel Mezzogiorno- spiega la Cgia- sono moltissimi. Il Comune di Napoli, ad esempio, paga mediamente i fornitori con 320 giorni di ritardo. Si tratta di un dato riferito al 2018. Per l'Asl Napoli 1 siamo a 167, un dato riferito al primo trimestre 2019 e l'Azienda Sanitaria Provinciale di Reggio Calabria a 163, un dato medio del 2018». Restringendo il campo ai soli municipi, emergono anche altre cifre. Al 31 dicembre 2018 i Comuni italiani - fa sapere la confederazione - avevano 3,6 miliardi di euro di debiti nei confronti dei propri fornitori. «Una somma importante - sottolinea l'organizzazione - che, comunque, risulta essere sottodimensionata, visto che in questa elaborazione non sono incluse molte amministrazioni comunali che, ad oggi, non hanno ancora pubblicato o aggiornato sul proprio sito il numero dei creditori e l'ammontare complessivo dei debiti maturati alla fine dello scorso anno per le seguenti voci di spesa: somministrazioni, forniture, appalti e prestazioni professionali».

Tuttavia, dai dati ricavati dai siti Internet dei Comuni principali, vengono fuori altre cifre utili a comprendere le dimensioni macroscopiche del fenomeno. «Il Comune di Roma è quello più indebitato. Al 31 dicembre 2018 i fornitori dell'amministrazione capitolina, pari a 4.966 imprese, avanzavano 1,5 miliardi di euro. Nella graduatoria dei peggiori pagatori si trova poi anche il Comune di Napoli con 432,2 milioni di mancati pagamenti verso 599 imprese creditrici». Alle spalle dell'amministrazione partenopea, figurano il Comune di Milano con 338,2 milioni di euro e 2.124 imprese creditrici, seguito da Torino con 299,1 milioni e 1.161 aziende creditrici. Quello di Napoli è, quindi, uno dei casi più gravi. Indubbiamente nei ritardi nei pagamenti hanno inciso in maniera determinante le difficoltà finanziarie del Comune, soprattutto dal 2013 in poi, in virtù dell'adesione al regime di predissesto. Ma il fenomeno è ancora molto importante, anche e soprattutto per gli effetti sulle imprese. Per Palazzo San Giacomo si segnalano nelle ultime settimane i 14mila mandati di pagamento effettuati nei confronti di un numero elevatissimo di fornitori, che dovrebbero attenuare progressivamente l'impatto sulle aziende.

Per la Cgia di Mestre quello italiano resta un caso isolato. «Pur riconoscendo l' impegno profuso negli ultimi anni,- osserva il coordinatore dell'Ufficio Studi Paolo Zabeo- in Europa nessun altro Paese può contare su un debito commerciale così smisurato. Una situazione inaccettabile per un Paese civile che continua a produrre effetti molto negativi sui bilanci di migliaia e migliaia di imprese fornitrici della nostra PA». Nel biennio 2013-2014, ricorda la  Cgia, i governi Monti, Letta e Renzi stanziarono circa 50 miliardi di euro per onorare il pagamento dei debiti commerciali che, alla fine del 2012, risultavano essere «certi, liquidi ed esigibili». Nonostante questo sforzo economico, lo stock dei mancati pagamenti ha comunque subito una contrazione molto contenuta. Da giugno 2014 i fornitori dei ministeri, delle agenzie fiscali e degli enti di previdenza e assistenza sociale hanno l' obbligo di emettere la fattura in formato elettronico, modalità che è stata estesa alle restanti Pa a partire dal 31 marzo 2015. Nonostante questo, i tempi di pagamento delle Pa continuano ad essere molto alti.
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