Napoli: gestore moroso, resta senza buvette il palazzo comunale di via Verdi

Napoli: gestore moroso, resta senza buvette il palazzo comunale di via Verdi
di Valerio Esca
Martedì 17 Maggio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 18 Maggio, 12:21
4 Minuti di Lettura

Ventimila euro di canoni arretrati e 120mila euro di penali. A tanto ammonta il debito nei confronti del Comune di Napoli del titolare della buvette del Consiglio di via Verdi. Una «brutta storia, dolorosa e spiacevole» spiegano dai corridoi del palazzo dell’assise cittadina, diventata oggetto di discussione durante la seduta di ieri mattina. Per la prima volta Adelchi Manero (titolare dell’attività) ha disertato il Maschio Angioino durante il Consiglio, lasciando senza panini e caffè gli eletti dal popolo. Ha fatto capolino soltanto nel pomeriggio dopo la sollecitazione di alcuni consiglieri. Manero gestisce la buvette del Consiglio da più di 15 anni: è passato dalla Iervolino, a de Magistris fino all’epoca Manfredi. Con l’ex rettore è stato anche candidato al Consiglio comunale (nella lista Azzurri per Napoli), con poca fortuna. Ha incassato soltanto 76 preferenze.

Due anni fa la scadenza del contratto, andato poi in proroga per tutto il periodo Covid. A febbraio di quest’anno la doccia fredda. Il responsabile dell’area Consiglio comunale ha inviato ad Adelchi una diffida: «Risulta ancora inevaso il pagamento in favore del Comune del corrispettivo alla mensilità di giugno 2018 nonché di quello relativo alle mensilità maturate a partire da gennaio 2020 fino a febbraio 2022» si legge nel documento. Poi il dirigente mette in fila le cifre: «Il Comune risulta creditore della somma di 16mila 875 euro.

Al contratto di concessione per ogni giorno di ritardo si applica la penalità di 10 euro al giorno». Ma non è l’unica mora che viene applicata per il mancato pagamento. Il moltiplicatore ha fatto lievitare la cifra. L’importo totale dovuto al Comune, a febbraio, era di 136mila 785 euro. A questo si aggiungono le ultime 4 mensilità, con annesse penali. La nota si conclude: «Si avverte che decorso invano il termine di quindici giorni solari consecutivi dalla notifica del presente atto in mancanza del pagamento delle somme intimate o in mancanza di idonee controdeduzioni si darà luogo a procedure di recupero coattivo delle somme dovute al Comune di Napoli». 

LEGGI ANCHE Comune di Napoli, riunioni su mobilità e infrastrutture ed ex percettori Apu

Palazzo San Giacomo in questi mesi ha provveduto alla pubblicazione di una nuova gara, che sarà affidata con ogni probabilità nella giornata di oggi. Manero entro pochi giorni lascerà la sede di via Verdi. «Il contratto - spiega un dirigente dell’ente - è scaduto due anni fa. Prorogato poi a causa del Covid. Da allora non ci è stato più pagato il canone. Non ci è stato mai proposto un piano di rientro dal debito. Noi siamo un’azienda, non possiamo fare beneficenza». La stessa avvocatura pare abbia sconsigliato ai dirigenti di via Verdi la strada della transazione con il gestore dell’attività, a causa delle morosità pregresse. «In questi casi la politica dovrebbe lavorare per cercare soluzioni - ha detto ieri in aula Aniello Esposito del Pd - Si dovrebbe tentare una mediazione per poter consentire ai gestori di lavorare dopo quasi 20 anni di presenza. Così si mandano due famiglie in mezzo alla strada. Oltretutto si chiedono i canoni, oltre alle penali, relativi al periodo della pandemia, durante il quale la buvette non ha introitato nulla. Basti pensare che ci sono stati periodi, con lo smart working, in cui in presenza nel palazzo c’erano 8 persone. Non si può cacciare così una persona». 

Video

Il bar in questione è costituito da un ambiente della dimensione di circa 45 metri quadrati e un locale di servizio, non accessibile all’utenza, di circa 7 metri quadrati. Con contratto della durata di 5 anni. All’epoca della sottoscrizione fu anche indicato il numero degli utilizzatori presunti del servizio rifacendosi ai dati del 2013 (calcolata in 232 giorni annui). Fu stimata in media la presenza di circa 50 utenti giornalieri presso il locale per un totale annuo pari a 11.600. Ogni presenza fu calcolata in una spesa media di 2,5 euro. In un anno il bar secondo le stime avrebbe dovuto incassare circa 30mila euro. Il tempo è passato e il palazzo di via Verdi ha perso la gran parte delle presenze. Basti pensare che il Comune da 12mila dipendenti, ne conta oggi circa 4.500. All’epoca a via Verdi lavoravano circa 300 persone, oggi 60. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA