Napoli, schiarita Confindustria-Fiola: D’Amato nel ruolo di pontiere

Napoli, schiarita Confindustria-Fiola: D’Amato nel ruolo di pontiere
di Luigi Roano
Lunedì 7 Dicembre 2020, 23:30 - Ultimo agg. 8 Dicembre, 08:00
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Meno di un mese fa - era il 12 novembre - sono iniziate le prove di dialogo dopo due anni di gelo e addirittura una guerra a colpi di carta bollata che ha dilaniato due tra le associazioni più rappresentative delle classi produttive napoletane: la Camera di Commercio e l’Unione industriali. Ieri c’è stata la replica delle grandi manovre ancora più succosa e con gli stessi più che autorevoli pontieri. Un nuovo vertice che ha visto protagonista anche questa volta il cavaliere Antonio D’Amato, ex leader nazionale di Confindustria, e il presidente dell’Unione Industriali Maurizio Manfellotto, che hanno incontrato il presidente della Camera di Commercio di Napoli Ciro Fiola. Cosa significa? Che sembrano davvero mature le condizioni per una collaborazione istituzionale a tutto tondo. 

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Quel giorno, appunto il 12 novembre, Fabrizio Luongo, vicepresidente vicario dell’ente di Piazza Bovio, sulla sua pagina Fb diede una notizia molto importante per gli equilibri dei due mondi in questione che da 24 mesi facevano a cazzotti: «Il cavaliere Antonio D’Amato, past president Confindustria nazionale, ha fatto oggi visita al presidente della Camera di Commercio di Napoli Ciro Fiola, ad accompagnarlo la moglie Marilù Faraone Mennella e il dottor Mariano Bruno». Per la cronaca la signora Faraone Mennella è una dei big dell’Unione industriali, impegnata con l’azienda di famiglia nell’area orientale, è presidente di «Naplest» e Pompei. Bisogna tenere bene d’occhio le date e le personalità coinvolte in questa guerra per capire bene cosa si sta muovendo. Ciro Fiola viene eletto presidente della Camera Commercio a ottobre 2018, a Palazzo Partanna - la sede degli industriali - 5 mesi prima era stato eletto presidente Vito Grassi.

I due non si sono mai presi, questione di carattere e di storie diverse. Gli industriali - inoltre - avendo molti seggi nel board della Camera di Commercio, hanno sempre inciso moltissimo nell’elezione del presidente di solito vicinissimo ai loro ambienti. Ma Fiola è un atipico, allergico a certe logiche, rappresenta un mondo, quello dell’Aicast - Associazione Industria, Commercio, Artigianato, Servizi e Turismo della provincia di Napoli - assai popolare e grazie a questi voti vince. Da quel giorno scoppia la guerra tra i Palazzi. Cosa è cambiato due anni dopo? Che Grassi ha lasciato la presidenza dell’Unione. Industriale di alto profilo, famiglia storica di imprenditori, non a caso è stato chiamato dal presidente di Confindustria nazionale Carlo Bonomi nella cabina di regia di viale dell’Astronomia con un ruolo mica male: «Presidente del Consiglio delle Rappresentanze regionali e per le Politiche di coesione territoriale e Vicepresidente». Così Grassi a metà mandato - siamo a settembre - se anche a malincuore lascia Napoli e al suo posto viene eletto Manfellotto, presidente e ad Hitachi, l’uomo capace di unire tutti. E infatti con la nuova governance, figlia di un forte lavoro fatto da Grassi e D’Amato - questo il ragionamento - è arrivato anche il momento di «costruire ponti invece che muri» raccontano da Piazza dei Martiri. Perché con la crisi economica dovuta alla pandemia che si è abbattuta sulle imprese e il commercio, il recupero dell’unità perduta è una priorità prima ancora che una sfida di non poco conto.  

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D’Amato e signora che personalmente si muovono per andare a fare visita a casa Fiola in Piazza Bovio è un messaggio chiarissimo inviato a entrambe le parti, bisogna ritrovare unità d’intenti e andare nella stessa direzione. Un patto che nel mondo dell’impresa e del commercio si deve vergare in maniera concreta. Allora tra gli scenari possibili c’è quello di tornare all’antico. Cioè scambiarsi professionisti, nella sostanza poltrone con gente in capo alla Camera di Commercio che potrebbe sbarcare a Palazzo Partanna e viceversa. Ipotesi, boatos, ma quanto basta per riaccendere la fiducia tra le parti dopo che appena qualche mese fa c’è voluto il Tar per dirimere la questione dei seggi da assegnare nella governance della Camera di commercio. La normalità è stata sempre questa, collaborare. Un nuovo-vecchio corso utile alla ripresa economica e alla città. Sono in arrivo i fondi per ristorare commercianti e industriali colpiti dal lockdown e quelli del «Recovery fund» per il rilancio. Il 2021 dovrebbe essere l’anno della ripresa ed essere divisi non aiuta nessuno. In questo contesto, l’incontro di ieri potrebbe rappresentare la svolta per la normalizzazione dei rapporti tra le parti.

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